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Salvini fa saltare gli schemi (a sinistra)

di Marzio Brusini - 12/11/2014

Fonte: huffingtonpost



MATTEO SALVINI
La presse

Matteo Salvini fa saltare gli schemi. Quelli mentali della sinistra per la quale è più facile la sua 'reductio ad Hitlerum', la sua iscrizione nel registro degli indagati del fascismo immaginario che a tutti i costi deve essere riesumato ogni qual volta il segretario del Carroccio si muova per strada. A maggior ragione se Salvini intona "Bella ciao" per scherno nei confronti dei professionisti dell'ennesimo presidio delle libertà democratiche. Uno che fa arrabbiare sul serio e al quale le risposte appaiono isteriche e grondanti di retorica. Salvo poi fare un passo indietro una volta che ci si rende conto che gli elettori sono meno stupidi di come una certa sinistra li vuole rappresentare. Quelli per intenderci che non amano vedere violenti in strada - paradossale che il sindaco di Bologna si accorga solo ora dei militanti dei centri sociali e della loro aggressività - e di situazioni anormali per le quali un ente pubblico eroga gratuitamente servizi per un campo nomadi mentre pari generosità sia negata ad altri cittadini indigenti.

Una demagogia dal respiro corto che Salvini, comunque la si pensi di lui e della Lega, ha smascherato con non comune senso della teatralità. Quei temi su cui non si può e non si deve parlare a scanso di essere accusati di razzismo e complicità coi crimini del nazismo, una sorte di obbligo del silenzio. Peggio ancora se Salvini offre una sponda alla Cgil sulla riforma Fornero. Se andava bene che il Carroccio raccogliesse le firme per abolirla, per i fatti suoi si intende, nulla de eccepire. Ma se dal sindacato fioccano parole di approvazione ecco che lo schema salta di nuovo. Quella di Salvini diventa "propaganda", un "intellettualmente disonesto" che cerca di traviare la classe operaia, la stessa che la sinistra o quel che ne rimane se ne ricorda solo in occasione del voto o come fenomeno da compatire. La destra è destra e quindi se Salvini si batte per l'abrogazione della riforma Fornero o a favore dell'articolo 18 non va bene. Non va bene affatto. La realtà è altra ma si vive, a sinistra, di fantasmi e di luoghi comuni che garantiscono la logica perversa del "siamo noi nel giusto non gli altri".

"È l'atteggiamento di quello che rimane della sinistra sono questi riflessi condizionati per cui sopravvivono le categorie scomparse della storia avversario fascista o parafascista, tutti residui del materialismo storico" spiega Massimo Fini. "L'ho vissuto anche nei miei confronti miei dove c'è stato un ostracismo, una rigidità che deriva dalla spocchia intellettuale del postcomunista. Una spocchia che se l'aveva Amendola o Pajetta avrebbe avuto anche un senso ma da questi fa solo ridere. Per non parlare poi della retorica asfissiante sulla resistenza e sull'antifascismo. Si pretende di elargire verità assolute senza comprendere che alla gente queste categorie sono indifferenti, vivono in un mondo che è antiideologico e si preoccupano per il loro futuro. Anche Salvini ci è finito dentro questo vortice di ostracismo ma sopravviverà".