Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La subdola nuvola nera

La subdola nuvola nera

di Marina Forti - 16/11/2008

 

La nuvola nera è tornata. O meglio, non era mai scomparsa: anzi, da quando è stata per la prima volta osservata alla fine degli anni '90 si è estesa, e ormai copre dalla Penisola arabica al Mar giallo. Stiamo parlando della spessa coltre di smog chiamata Asian Brown Cloud (Abc). Giovedì a Pechino il Programma delle Nazioni unite per l'ambiente (Unep) ha diffuso un nuovo rapporto scientifico su questo fenomeno, il secondo in pochi anni. In primo luogo descrive la «nuvola»: uno strato di particelle tossiche, polveri sottilissime e gas prodotto dall'insieme dei veicoli a motore, industrie, agricoltura taglia-e-brucia su larga scala, milioni di focolai domestici che bruciano carbone o sterco secco - su una regione che va dall'Asia meridionale (il subcontinente indiano) al sud-est asiatico alla Cina, zone densamente popolate e con gigantesche aree urbane e insediamenti industriali in espansione. Questa massa di emissioni è tossica: contiene tra l'altro ossidi di azoto, monossido di carbonio, anidride solforosa e centinaia di gas acidi e organici. Polveri e particelle gassose si accumulano nell'atmosfera; a secondo delle condizioni atmosferiche la nuvola ristagna più o meno, ma è sempre presente, con uno spessore medio di tre chilometri.
Il rapporto diffuso a Pechino (Atnospheric brown clouds: regional assessment repost with focus on Asia) è il frutto del lavoro di un team internazionale di scienziati di università e istituti di diversi paesi (Cina, India, Giappone, Corea, Singapore e Thailandia oltre a diversi paesi europei e agli Usa) presieduto dal professor Veerabhadran Ramanathan, dell'Istituto di oceanografia di La Jolla, California. Questo studio conferma quanto aveva osservato una prima ricerca di Ramachandran.
La combinazione di gas di serra (che riscaldano l'atmosfera terrestre e modificano il clima) e della nuvola inquinante ha un effetto subdolo, e questa è forse l'osservazione più allarmante che si può trarre dal rapporto dell'Unep. La nuvola scura assorbe molta della luce del sole, e così abbassa la temperatura sulla superfice terrestre: la Asian Brown Cloud di fatto «maschera» il riscaldamento globale dell'atmosfera, in quantità stimata tra il 20 e l'80% secondo le zone. In altri termini, gli scienziati stimano che se quella nuvola scomparisse oggi, la temperatura terrestre salirebbe di circa 2 gradi centigradi in media - cioè oltre la soglia di rischio per il pianeta. La nuvola però minaccia direttamente la salute di centinaia di milioni di persone: in città come Pechino e Shanghai, New Delhi in India o Karachi in Pakistan assorbe tra il 10 e il 25% della luce. Sono solo alcune delle 13 mega città «punti caldi» della nuvola (tra cui Tehran, Calcutta, Mumbai, Shenzen...). L'impatto sulla salute umana è evidente: nel rapporto si stima che 340mila morti all'anno nelle sole Cina e India siano attribuibili a malattie respiratorie e cardiovascolari dovute all'inquinamento atmosferico esterno. La nuvola inoltre modifica gli equilibri atmosferici in Asia meridionale, dove le piogge monsoniche sono diminuite negli ultimi decenni, in Cina meridionale dove aumenta la frequenza di alluvioni, o nel nord cinese dove aumenta la siccità. Ha un impatto diretto sull'agricoltura (sia perché meno radiazioni solari arrivano a terra, sia perché aumenta la concentrazione di ozono): lo studio stima che i raccolti possano diminuire fino al 40%. Gli autori del rapporto sperano di suonare un allarme: siamo di fronte alla «minaccia combinata dei gas di serra e della nuvola scura, e dello sviluppo insostenibile che sta all'origine di entrambi».