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La misteriosa scomparsa delle api

di Fulvio Gioanetto - 25/05/2007

 

 

Entomologi e apicoltori l'hanno chiamato il «collasso delle arnie». Negli Stati Uniti fra il 50 e il 90% delle api in 30 stati sono scomparse: circa mezzo milione di colonie con circa 50.000 api ciascuna. In Argentina e Uruguay le autorità agricole segnalano che il 30-40% delle arnie sono vuote. Le api abbandonano le arnie e non ritornano. Una delle cose più sorprendenti è che le operaie sciamano fuori dagli alveari lasciandovi le regine. L'altra è che i resti mortali delle api non si trovano.
Il fenomeno si estende. In Inghilterra e Scozia gli apicoltori affermano di aver perso più del 10% delle colonie che normalmente muoiono durante l'inverno. Secondo il presidente degli apicultori John Chapple, nelle zone intorno a Londra le perdite di api sarebbero fra il 50 e il 75% della popolazione totale. In Spagna si segnala la scomparsa di 300.000 arnie (circa 9 milioni di insetti) in Estremadura, Castilla-Leon e in varie zone dell'Andalusia. In Svizzera l'associazione «Amici delle api» chiede alle autorità sanitarie di intervenire, perché i primi monitoraggi segnalano scomparse massicce in numerosi cantoni; il che mette in pericolo la fiorente apicoltura svizzera, che dà lavoro a 19.000 addetti e registra(va) un fatturato di circa 222 milioni di euro annuali. Sono segnalati casi di api che non tornano alle loro arnie anche in Polonia, Grecia, Portogallo, Repubblica Ceca e Italia.
Diverse commissioni multidisciplinari si sono occupate della misteriosa sindrome delle api, ma nessuna finora ha trovato una causa certa. I ricercatori svizzeri attribuiscono il fenomeno a un virus, pare veicolato da un acaro d'origine asiatica. In America Latina le cause sarebbero da ricercarsi nel cambiamento climatico e nelle colture transgeniche. In Spagna e in Inghilterra i rispettivi ministeri agricoli danno la colpa, oltre al cambio climatico, anche ad alcuni pesticidi usati nelle coltivazioni di mais, girasole e barbabietola. Negli anni '90 le api inglesi furono attaccate da un acaro parassita che deprimeva il loro sistema immunitario e le rendeva vulnerabili a vari virus; un'ipotesi è che l'acaro sia diventato ora resistente ai prodotti, naturale e non, usati per combatterlo.
In California e New Mexico vari ricercatori elencano tra le cause anche l'inusuale siccità e le onde elettromagnetiche emesse da cellulari e apparati elettronici che, combinati all'azione di alcuni pesticidi, provocherebbero turbe neurologiche nelle api, alterando il senso dell'orientamento. Alcuni gruppi e sette religiose poi parlano di castigo divino, dove la morte delle api sarebbe un primo pallido segnale dell'apocalisse futura.
Alcuni ricercatori nordamericani ricordano quanto avvenne nel 1956, quando un centro di ricerche importò dall'Africa alcune api regine che furono modificate geneticamente per ottenere un'ape più resistente ai climi tropicali. Le api modificate fuggirono e in pochi anni invasero tutta l'America Latina e il sud degli Stati Uniti, eliminando le popolazioni di api esistenti e modificando allo stesso tempo il proprio comportamento, producendo meno miele e sviluppando un comportamento aggressivo.
La ricerca delle cause di questo inquietante fenomeno è ancora aperta. Alcuni ricercatori dell'Università di Columbia hanno rilevato la presenza di diversi microrganismi e funghi parassiti nelle arnie in declino, suggerendo che qualcosa stia debilitando il loro sistema immunitario. È probabile che l'estinzione massiccia delle api domestiche sia dovuta a diversi fattori, che soprattutto in alcune regioni si sommano creando questo disastro ecologico ed economico. Non è solo l'apicoltura a risentirne. Le api impollinano gli alberi da frutto e varie altre colture agricole, e la loro scomparsa può avere conseguenze disastrose per le economie agricole. Nei soli Usa le perdite potenziali legate a questo collasso ecologico sono già state valutate in 8.000 milioni di dollari.