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Guy Fawkes e la congiura delle polveri

di Luigi Carlo Schiavone - 09/11/2007

 

Guy Fawkes e la congiura delle polveri


“A penny for the Guy, please”, questa la frase che i bambini inglesi, con il volto dipinto di nero, sono soliti ripetere ai passanti per acquistare quei fuochi d’artificio che rischiarano la sera di ogni 5 novembre in ricordo di quell’evento storico noto come “la congiura delle polveri”; la cerimonia si conclude con l’incendio di pupazzi di paglia che raffigurano il più noto dei cospiratori, Guy Fawkes.
Nato il 13 aprile 1570, a Stonegate, figlio di Edward Fawkes ed Edith Jackson, Guy Fawkes si convertì al cattolicesimo a 16 anni. Dopo la morte del padre, donò il patrimonio familiare e si arruolò, nel 1593, nell’esercito dell’Arciduca Alberto d’Austria per combattere le Province Unite protestanti nella Guerra degli ottant’anni. Nel 1596 era presente all’assedio e alla cattura di Calais. Nel 1602, raggiunse il grado di sottotenente e possedeva ormai una notevole preparazione nell’uso di esplosivi. Nel 1605 prese parte, insieme a Robert Catesby, Thomas Percy, John Wright e Thomas Wintour alla famosa “Congiura delle Polveri”, il cui obiettivo consisteva nel far saltare in aria, il 5 novembre, il Parlamento di Westminster, eliminando così fisicamente il re Giacomo I d’Inghilterra ed i membri del Parlamento il giorno dell’apertura dei lavori dell’Assemblea, mutando il destino d’Europa e incidendo a chiare lettere il proprio nome nella Storia.
Ma quali furono le motivazioni che spinsero questo gruppo di ribelli cattolici a progettare un simile atto?
Al contrario di quel che si pensa, il cattolicesimo inglese non cessò di esistere con le esecuzioni di Thomas More e del cardinale Fisher, ma continuò a ribellarsi strenuamente contro l’atteggiamento repressivo della Corona britannica. Basti pensare che, in seguito alla promulgazione dell’Atto di Supremazia, nel 1536, col quale si consumò lo scisma, di fronte ai saccheggi perpetrati a danno di chiese e monasteri, la fazione cattolica inglese diede vita a tre grandi ribellioni: dal “pellegrinaggio di Grazia” contro Enrico VIII, all’insurrezione del Devon, fino alla grande rivolta del 1569, quando, nel giorno di Pentecoste, trecento uomini armati, capitanati da Thomas Percy, irruppero nella cattedrale di Durham dove, dopo aver dato fuoco alle bibbie protestanti, celebrarono una messa cattolica. Mentre la rivolta era ancora in atto, Papa Pio V scomunicò la Regina Elisabetta, la cui reazione non tardò a manifestarsi, creando profonde sofferenze nei cattolici, in gran parte leali alla monarchia.
L’assenza dalla messa domenicale anglicana, infatti, fu punita con pene pesantissime al fine di ridurre i fondi di coloro che sostenevano le missioni clandestine dei gesuiti; l’approvazione pubblica della scomunica poteva essere punita con la pena capitale. Centinaia furono le persone massacrate, e tra loro vanno ricordate due vittime esemplari: il gesuita padre Edmund Campion che venne torturato, condannato a morte e sventrato, nonostante fosse un fedele servitore della Regina, tranne che in materia di fede, e Margareth Clitherow di York la quale, colpevole di far celebrare messa in casa propria e di nascondere sacerdoti fuggiaschi, fu, in fase di tortura, fatta sdraiare con le braccia allargate a mò di croce ponendole una pietra appuntita sotto la schiena e gravata di pesi finché la spina dorsale, dopo un quarto d’ora d’atroce agonia, non si spezzò donandole la morte.
Quando la Regina Elisabetta passò a miglior vita, i cattolici s’attendevano dal suo successore, Giacomo VI di Scozia, figlio di Maria Stuarda, un miglioramento delle proprie condizioni esistenziali. Ma costui, dopo aver abolito le ammende a loro carico, le reintrodusse in nome di un cinico calcolo politico.
Fu in questo clima, dunque, che la congiura prese forma. Del manipolo che s’era incaricato di far saltare in aria il Parlamento con tutta la famiglia reale tutti avevano motivazioni più che valide per dar vita ad un’azione la cui audacia fu superata solo dalla incoscienza. Thomas Percy, Thomas Wintour e John Wright, infatti, erano nobili che avevano visto perseguire pesantemente le proprie famiglie, mentre Robert Catesby, il quinto congiurato, aveva visto il padre processato ed imprigionato per aver dato ospitalità a padre Edmund Campion.
Ideata nel maggio 1604, la sedizione iniziò a divenire operativa nel marzo del 1605, quando, dopo aver abbandonato l’idea di far saltare il Parlamento depositando esplosivi nella cantina di una casa adiacente a causa delle effettive difficoltà di scavo, grazie a Thomas Percy i congiurati riuscirono ad affittare una cantina sottostante all’House of Parliament. Tale manovra, dalla quale scaturirono notevoli spese, creò la necessità di allargare il numero dei congiurati e così Wright coinvolse il fratello Cristopher, Catesby il suo fidato servitore Thomas Bates, mentre Wintour coinvolse suo fratello Robert. A questo nucleo si aggiunsero in seguito altri uomini, tra cui spiccano i nomi di due gesuiti: padre Thomas Garnet e padre John Gerard; diversi per abilità e temperamento, sarà proprio padre Gerard ad informare quella Corona, che tanto lo perseguitava, di un complotto detto “Bye Plot” organizzato da alcuni cattolici.
Nonostante tutto, però, i preparativi della congiura continuavano alacremente. Fu Guy Fawkes in persona ad occuparsi della disposizione dei 36 barili contenenti in totale circa 2500 kg di esplosivo nella cantina; si stima, infatti, che, per la portata del contenuto, se la congiura avesse avuto un buon esito, oltre al Parlamento l’esplosione avrebbe ridotto in macerie molti altri edifici del complesso di Westminster, fra i quali l’Abbazia, ed in più avrebbe sicuramente fracassato le finestre di tutti gli edifici presenti nel raggio di un miglio.
E proprio mentre Fawkes si recò, nella notte del 4 novembre, a controllare lo stato degli esplosivi fu tratto in arresto da un drappello di uomini armati guidati da Sir Thomas Knevytt. Perquisito, Fawkes non negò quali fossero le sue reali intenzioni, affermando di voler, con l’esplosivo ed i fiammiferi in suo possesso, distruggere il Parlamento ed il Re. Condotto nella camera da letto del sovrano, dove Giacomo I aveva convocato i suoi ministri d’urgenza, Fawkes mantenne un atteggiamento di aperta sfida verso il Re e i suoi cortigiani senza nascondere minimamente le proprie intenzioni aggiungendo, inoltre, che oltre ad eliminare il Re scomunicato, era sua intenzione ricacciare in Scozia tutti gli scozzesi.
Interrogato più volte nel corso della giornata, fu alla fine condotto presso la Torre di Londra dove fu sottoposto alla tortura. Sebbene tale pratica fosse vietata per legge, infatti, poteva essere utilizzata solo su espressa richiesta del Sovrano o del Consiglio Reale, e Giacomo I, fedele alla linea dei suoi predecessori, in data 6 novembre con una lettera stabilì che: lievi torture vengano inizialmente utilizzate su di lui, et sic per gradus ad maiora tenditur (concedendo cioè che fossero incrementate sempre più). Obiettivo era ottenere una falsa confessione che avrebbe permesso a Sir Cecil, segretario di Stato, di stabilire un collegamento tra congiurati e gesuiti, al fine di sradicare l’opposizione cattolica.
Dopo la confessione, ottenuta l’8 novembre grazie all’utilizzo della ruota, Fawkes rivelò i nomi degli altri cospiratori, che nel frattempo s’erano dati alla fuga. Riparati ad Holbeche, nello Staffordshire, costoro furono dapprima colti di sorpresa da un banale incidente dovuto allo scoppio, tra la notte del 7 e 8 novembre, di alcune cariche di polvere messe ad asciugare che provocò la fuga dei molti congiurati rimasti illesi, mentre i capi restarono al fianco dei feriti. La mattina dell’8, il covo fu circondato da un nutrito numero di gendarmi, i quali ingaggiarono un intenso conflitto a fuoco con i congiurati. Questi ultimi, tutti provetti spadaccini e valorosi combattenti, si difesero fino all’ultimo, prima di essere soverchiati dal numero; Catesby, Thomas Percy e i fratelli Wright caddero in battaglia, tutti gli altri furono catturati e sottoposti a tortura.
Il 27 gennaio 1606, al fine di dimostrare a tutto il popolo britannico il pugno duro che il Re era capace di usare contro qualsiasi tipo di congiura, fu imbastita una sorta di processo; da questa farsa scaturì l’unica delle soluzioni possibili: la condanna a morte per tutti i congiurati.
Il 30 gennaio 1606, Everard Digby, Robert Wintour, John Grant e Thomas Bates furono i primi ad essere condotti al patibolo allestito presso l’Old Palace Yard a Westminster; la posizione “a bocconi” sul carretto che li condusse alla forca fu imposta dall’alto perché “essi non erano degni di respirare l’aria di tutti”. Il giorno dopo toccò al gruppo di cui faceva parte Guy Fawkes; costui, dopo aver rifiutato di indossare il cappuccio per poter guardare in faccia chi lo dava in pasto ai corvi, secondo la leggenda avrebbe maledetto il Re dicendo che un giorno o l’altro sarebbe tornato per completare la sua opera.
Dopo essere stato ricordato per secoli grazie alla celeberrima filastrocca redatta in onore della congiura delle polveri (“ricorda, ricorda, il 5 novembre, polvere da sparo, tradimento e complotto. Non vedo alcuna ragione per cui la congiura delle polveri dovrebbe essere dimenticata”) la figura di Guy Fawkes, considerato dal mondo anarchico come l’unica persona ad essere mai entrata in Parlamento con oneste intenzioni, è ritornata prepotentemente alla ribalta nel giorno del 400° anniversario dell’avvenimento grazie al film V per Vendetta, agitando fastidiosi spettri che costringono la potenza anglosassone a far i conti con il suo passato. Un passato, dove la tolleranza in merito alla libertà religiosa predicata oggi veementemente dai suoi emissari in giro per il mondo non trova posto, visto che le discriminazioni nel Regno Unito nei confronti dei cattolici si sono allentate solo recentemente. Discriminazioni, inoltre, in virtù delle quali gli Irlandesi hanno visto martoriare per anni la propria terra e di cui ancora oggi sono visibili gli strascichi.