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Erbe amare. Il secolo del sionismo (recensione)

di Miguel Martinez - 28/11/2007

 

Erbe amare di Ariel S. Levi di Gualdo, è un libro appena uscito, che denuncia il dirottamento della comunità ebraica da parte delle lobby sioniste.

Levi di Gualdo è un liberale, nient'affatto antisraeliano; ma sostiene, con un gran numero di racconti inediti e di riflessioni psicologiche, la necessità di rompere il guscio di fobie e di esaltazione che ha spesso trasformato le comunità diasporiche in succursali della politica di uno stato mediorientale, aggressivamente volte a stroncare ogni critica e a lavarsi sempre i panni sporchi in casa, pur di coprire gli interessi di tale stato.

Proprio violando il tabù dell'autosantificazione comunitaria e offrendoci uno spaccato di umanità umanamente contraddittoria, Levi di Gualdo toglie ogni pretesto al razzismo, motivo per cui sarà sicuramente aggredito al grido di "ebreo odiatore di sé" e di "antisemita".

Riporto qui un brano del libro, che dà un'idea del suo stile, delle atmosfere che descrive e anche delle sue idee politiche, discutibili ma comunque coerenti.

Miguel Martinez

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L'onorevole esponente della Destra [Gianfranco Fini] aviò nel 1992 un ardito processo di riforma del Movimento Sociale della Destra Nazionale.[1] Quel partito aprì un gran dibattito, dopo di che si liberò d'ogni legame con le dottrine sociali del vecchio Fascismo.

Dibattendo in un circolo ebraico dissi che quel giovane politico era una persona da guardare con rispetto.

Appena finita la frase feci appena in tempo a scansarmi da una sedia che mi fu lanciata addosso, intanto un gruppo d'ebrei ne bloccò altri tre pronti ad aggredirmi. Dovettero accontentarsi di darmi del "fascista di merda!" e di urlare che per loro "quel politico e la sua teppa sarebbero rimasti sempre fascisti!"

Poco dopo cessò di vivere il Movimento Sociale e nacque al suo posto Alleanza Nazionale.

Trascorso un decennio molti esponenti della Comunità ebraica presero a spedire agli ebrei e ai loro fedeli simpatizzanti cattolici degli inviti di posta elettronica per raccomandare di votare Alleanza Nazionale; inviti motivati dal fatto che quel partito faceva gli interessi dello Stato d'Israele. Ricevuto e letto uno di questi messaggi, replicai che come italiano avrei dato il voto a chi meglio avrebbe fatto gli interessi della mia Patria. E così, gli ebrei ex marxisti-leninisti passati disinvolti dal Comunismo duro alla Destra, mi dettero del "comunista di merda!"

Due dei tre che anni prima tentarono d'aggredirmi, alle ultime elezioni erano candidati sulle liste di Alleanza Nazionale, che aveva candidato almeno un ebreo per ogni collegio, tutti con vari incarichi all'interno delle Comunità ebraiche e, manco a dirsi, tutti di provata fede sionista. Il terzo dei tre, quello che mi tirò la sedia, era diventato un pezzo grosso della Comunità ebraica e a ogni incontro televisivo in cui erano presenti esponenti politici della Destra si scioglieva come ghiaccio al sole. Per quanto riguarda me, ero uno spirito democratico liberale nel 1992 e tale sono rimasto tutt'oggi.

Questi soggetti si beano come dive tra la dirigenza delle Comunità ebraiche e gli intrallazzi politici, usando la peggiore aggressività coercitiva verso chiunque osi non pensarla come loro. Sono i vecchi tiranni del ghetto, gli eterni camaleonti scampati a tutte le intemperie, coloro che negli anni Venti e Trenta lodavano Mussolini, che corsero subito ad accaparrarsi cariche di prestigio politico in seno al regime fascista. Sono gli stessi che fuggirono in Svizzera quando i nazisti occuparono l'Italia, rincasando dopo la guerra giusto in tempo per inaugurare mausolei alla memoria degli ebrei sterminati, tradotti nel lager tutti sullo stesso carro e sotto la stessa bandiera.

Oggi la Comunità ebraica europea è diventata un feudo di queste persone, più amanti dell'intrallazzo politico di quanto mai lo siano stati dell'Ebraismo, un efficace biglietto da visita di fronte al quale nessun politico europeo può levar sospiro dinanzi ai pronipoti piangenti delle vittime della Shoa, col dito perennemente puntato verso l'intera società umana, che deve chinare il capo e dire soltanto: perdono, pietà!"

Ariel S. Levi di Gualdo, Erbe amare. Il secolo del sionismo, Bonanno editore, 2007, ISBN 887796332-8, pp. 118-119.

Nota:

[1] C'è un piccolo errore nel nome del partito. Il libro offre diverse di queste imprecisioni minori, essendo stato chiaramente scritto di getto; e possiamo essere sicuri che qualche attento esegeta farà le pulci a tutte, pur di screditare il libro. Non sarebbe la prima volta.