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Regina di Saba, una luce sul mistero "Il suo trono era qui in Etiopia"

di Rosalba Castelletti - 10/05/2008



Lo studioso: "Quadra tutto, i dettagli, l´orientamento dell´edificio"
Scettici altri esperti: "Visse nell´Arabia Felix e trasformò la terra in tanti giardini"

«Tutto quadra», esulta l´archeologo Helmut Ziegert convinto di aver risolto un mistero che perdura da tremila anni e di avere individuato ad Axum in Etiopia non solo il Palazzo della Regina di Saba, ma anche l´altare su cui fu custodita l´Arca della Santa Alleanza. Il leggendario fascino della sovrana e la straordinaria saggezza della sovrana che nel X secolo avanti Cristo irretirono il re Salomone d´Israele è giunto intatto sino a noi, seppure tramandato da scarsi enigmatici versi. «È provvista di ogni bene e possiede un trono magnifico» scrive di lei il Corano, mentre l´Antico Testamento ne ricorda la visita a Gerusalemme: «La regina di Saba, sentita la fama di Salomone, venne per metterlo alla prova con enigmi... Il re Salomone le diede quanto essa desiderava e aveva domandato... Quindi essa tornò nel suo Paese». Dove tornò è da secoli oggetto di contesa tra lo Yemen che la vuole a capo del regno sabeo di Marib e l´Etiopia dov´è chiamata Makeda ed è considerata la capostipite dell´intera dinastia dei negus. Ed è qui, e precisamente nella capitale religiosa ortodossa Axum, che Ziegert sostiene di avere rinvenuto sotto le fondamenta di un edificio cristiano i resti del Palazzo della mitica sovrana.
«Ne sono sicuro. Quadra tutto. I dettagli, la datazione e l´orientamento dell´edificio»: i ruderi risalirebbero al X secolo avanti Cristo e sarebbero orientati verso la stella Sirio legata al culto della divinità egizia Sothis introdotto in Etiopia, secondo l´archeologo tedesco, da Menelik I, presunto figlio della regina di Saba e del re Salomone d´Israele. Ma le rivendicazioni dell´archeologo tedesco non si concludono qui. Alla figura della sovrana sabea è legata anche la leggenda della perduta Arca d´acacia rivestita d´oro contenente le Tavole dei Dieci comandamenti di Mosè. Secondo la tradizione etiopica preservata nel XIV secolo nel Kebra Nagast ("Gloria dei re"), non fu saccheggiata dai conquistatori babilonesi, ma bensì trafugata da Menelik che in età adulta si sarebbe recato a Gerusalemme per incontrare il presunto padre. L´Arca della Santa Alleanza si troverebbe tuttora in una cripta segreta del santuario di Santa Maria di Sion di Axum dove a vegliarla è il «più santo dei monaci», ma - afferma Ziegert - «fu custodita per molto tempo» nel palazzo rinvenuto ad Axum.
Accolta con entusiasmo dalla stampa tedesca - che da Die Welt a Die Spiegel ha dedicato alla scoperta grandi titoli - la rivendicazione ha invece sollevato lo scetticismo di quasi tutto il mondo accademico. «La regina di Saba è tanto vera quanto lo è re Artù» ha commentato un collega di Ziegert, Ricardo Eichmann, mentre altri hanno sottolineato il tempismo dell´annuncio dell´archeologo tedesco che anticipa di 15 giorni l´uscita dell´ultimo episodio della quadrilogia di "Indiana Jones" che nel 1981 debuttò proprio con i "Predatori dell´Arca Perduta". «Il regno di Saba è esistito e si può datare al decimo secolo avanti Cristo» chiarisce l´archeologo Alessandro de Maigret da anni impegnato in scavi nello Yemen. È qui che avrebbe regnato la regina sabea, in arabo Bilqis, trasformando l´altipiano yemenita che circonda la città di Marib in una distesa verde ricca di giardini pensili che i romani avrebbero soprannominato "Arabia Felix". E qui, ricorda De Maigret, «sono state rinvenute numerose iscrizioni risalenti all´epoca sabea». Secondo il suo collega Rofoldo Fattovich, che invece lavora ad Axum da 37 anni, «la scoperta di Ziegert sarebbe sensazionale se non fosse che non c´è alcuna iscrizione ad attribuire i resti rinvenuti alla regina di Saba e che la relazione tra Sirio, Sothis e Menelik non è testimoniata da alcuna fonte. Quella di Ziegert - aggiunge - è un´invenzione gratuita».