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In marcia da secoli, di notte, verso il nulla, la «legione fantasma» dei monti scozzesi

di Francesco Lamendola - 04/06/2008

La notte è il momento più affascinante della giornata, cara da sempre agli artisti e agli spiriti romantici;  ma anche - dicono gli occultisti - il momento più pericoloso di essa: perché è di notte che le forze malefiche escono dai loro recessi e vagano in libertà, in cerca di complici o di imprudenti che ne ignorano la presenza. Il famoso curato d'Ars, don J. M. Baptiste Vianney, confessava i suoi parrocchiani a partire dalla mezzanotte; e c'era sempre una gran folla di gente in attesa, anche venuta da lontano. (1)

La notte è affascinante perché, come la nebbia, inghiotte i contorni delle cose; e le montagne, i boschi, tutti gli elementi del paesaggio, si acquattano nel buio, in modo tale che si viene a creare una topografia fantastica, in cui le cose sono sempre le stesse, eppure non sono più loro, e tutto diviene incerto e misterioso. Si schiude la finestra del possibile, e noi possiamo intuire la vicinanza di un'altra dimensione: una dimensione parallela, in cui il modo è, al tempo stesso, familiare e straniero. Non è un caso che la stragrande maggioranza degli "incontro ravvicinati" con creature extraterrestri abbia luogo di notte: esiste una enorme letteratura a comprovarlo. Così come, di notte, avvengono gli avvistamenti di creature di altri mondi, animali fantastici e umanoidi dall'aspetto demoniaco.

Di notte compariva quell'incredibile personaggio passato alle cronache come Jack il Saltatore (2), e di notte agiva anche il suo più truculento collega, l'assassino noto negli slums di Londra come Jack lo Squartatore. E di notte ebbero luogo sia lo scontro fra alcuni "nani pelosi" e un camionista venezuelano, alla periferia di Caracas, nel 1954, sia gli episodi ufologici sconcertanti di Cisco Grove, in California, del 1964, e di Hopkinsville, nel Kentucky, del 1965.(3) E l'elenco potrebbe continuare, per pagine e pagine.

Ad ogni modo, l'episodio che qui ci interessa avvenne di notte, ma non ebbe a che fare con entità extraterrestri né con creature mostruose, bensì con la tipologia classica del "salto" temporale: come se l'ambiente avesse registrato, conservato e, poi, rilasciato le immagini di una scena svoltasi realmente diciotto secoli prima.

 

Siamo a Dunblane, una cittadina del Pertshire, nella zona centrale della Scozia, alle pendici dei Monti Grampiani.

Sia alcuni esseri umani, sia alcuni animali domestici, in quella notte di fine estate di oltre trent'anni fa, percepirono qualche cosa di anomalo: il passaggio di una legione romana in marcia. Per la precisione, gli esseri umani udirono il suono di migliaia di passi e di armi che avanzavano lungo una strada non più esistente, e ora attraversata da edifici abitativi; gli animali, invece, sembra che abbiano addirittura visto i soldati con i loro occhi, date le reazioni di terrore che manifestarono in quella circostanza.

 

Racconta, dunque, lo scrittore americano Charles Berlitz, linguista e archeologo, nel suo volume Il libro dei fatti incredibili ma veri:

 

Una tarda sera del settembre del 1974 lo scrittore A. C. McKerracher decise di concedersi una pausa dal lavoro e uscire a prendersi una boccata d'aria.

McKerracher e la sua famiglia si erano trasferiti da poco in un nuovo immobile residenziale su una collina prospicente la cittadina scozzese di Dunblane, nel Pertshire. Era una notte serena e gelida, e l'abitato sottostante era velato dalla nebbia. Tutt'a un tratto, il silenzio fu turbato da un trapestio come quello di una fola di persone che camminasse per i campi.

McKerracher, certo che fosse una conseguenza dell'eccessivo lavoro, decise di rientrare. Ma venti minuto dopo, spinto dalla curiosità, uscì di nuovo, e trovò che i rumori erano più forti, e più vicini, che mai. Questa volta davano l'impressione che una possente legione stesse marciando dall'altro lato delle case di fronte.

«Rimasi come radicato sul posto mentre quel reggimento irreale, invisibile, passava - ricordò -. - I marciatori dovevano essere migliaia perché il rumore continuò per parecchio tempo».

Ormai temendo di aver smarrito il ben dell'intelletto, decise di rientrare subito in casa e di mettersi subito a letto. Ma una settimana dopo, mentre era in vista a una coppia più anziana che abitava nelle vicinanze, udì una strana storia. Una settimana prima, nelle prime ore della notte, i coniugi gli dissero, il loro cane e il loro gatto si erano svegliati all'improvviso ed erano saltati su come fulmini col pelo ritto sulla schiena. «Per una ventina di minuti parve che stessero fissando qualcosa che attraversava il salotto Sembravano terrorizzati».

McKerracher non aveva detto nulla della sua esperienza. Ma l'inesplicabile comportamento degli animali si era verificato esattamente nello stesso momento in cui lui aveva udito la legione invisibile una settimana prima. Cercò una spiegazione, e trovò che anticamente una strada romana si dirigeva verso nord subito dietro le case dall'altra parte della via. Inoltre, nel 117 d. C. la IX Legione Spagnola, un corpo di truppe scelte di quattromila uomini, era stata inviata dalla Spagna in quella zona della Scozia per schiacciare una rivolta tribale.

La legione era nota come la "Sventurata Nona" perché nel 60 d. C. dei suoi soldati avevano frustato Boadicea, regina della tribù britannica degli Iceani, e avevano violentato le sue figlie. Boadicea aveva maledetto in eterno quegli uomini e in seguito aveva guidato una rivolta che aveva inflitto alla IX gravi perdite.

La legione venne ricostituita, ma non era più la stessa. La sua marcia sulla Scozia s'interruppe misteriosamente. Essa svanì senza lasciare traccia poco dopo essere passata attraverso quella che secoli dopo sarebbe stata Dunblane.

Nell'ottobre del 1984 McKerracher, che non risentì più il rumore e in seguito si trasferì nella parte vecchia di Dunblane, tenne una conferenza sulla storia locale presso un circolo femminile. Alla fine della conferenza Cecilia Moore, un membro del circolo, andò al podio e dichiarò che forse anche lei aveva udito il passaggio di un esercito romano fantasma.

Si venne a sapere che aveva abitato dall'altro lato della strada dove lo scrittore aveva avuto il suo precedente domicilio. «Una sera stavo facendo uscire il gatto quando ho sentito un rumore come di un esercito che passasse dal mio guardino dietro casa  testimoniò. Il fatto, determinò McKerracher, era successo la stessa notte e alla stessa ora della sua esperienza.

«Sono convinto - scrisse - che quello che io e la signora Moore abbiamo sentito, e che gli animali dei miei vicini hanno visto, è stato il passaggio di una legione maledetta, in marcia verso il suo tremendo e ignoto destino, quasi duemila anni fa».

 

Il lettore, forse, ricorderà che ci eravamo già occupati di questo tipo di fenomeni in alcuni precedenti lavori, e, in particolare, di quello del signor McKerracher e di quello della signora M. Rawlings, che a St. Albans (la romana Verulamio) vide, e non udì soltanto, una legione romana in marcia, guidata da un alto ufficiale, che indossava una toga bianca e che portava una corona d'alloro sulla fronte.(5)

Per quanto riguarda la "legione perduta" di Dunblane, in quella sede avevano avanzato l'ipotesi che i sacerdoti druidi, per vendicare l'atroce offesa recata dai soldati romani alla regina Boadicea e alle sue figlie - così come narra Tacito negli Annali -, li avessero maledetti nel corso di qualche cerimonia magica. È noto che gli sforzi di Roma per assimilare gli abitanti dell'antica Britannia coincisero, in gran parte, con i loro sforzi per distruggere la confraternita dei Druidi: caso quasi unico nella storia dell'Impero Romano, la cui regola era quella di rispettare i culti e le credenze di ciascuna religione dei popoli sottomessi (6)

D'altra parte,  nonostante le spedizioni effettuate, per mare e per terra, dal generale Gneo Giulio  Agricola (suocero dello storico Tacito), fra l'80 e l'84, e la sua memorabile vittoria nella battaglia del Mons Graupius, i Romani non riuscirono a sottomettere definitivamente la Caledonia (odierna Scozia), la più settentrionale delle loro conquiste; e, in seguito, dovettero ritirarsi dietro il Vallo di Adriano e il Vallo di Antonino Pio. (7)

Così, la "sventurata nona" appare veramente perduta ai confini dello spazio (una regione boreale caratterizzata dalle eterne brume e dalle lunghissime notti invernali) e del tempo (un evento antico di quasi duemila anni), caso estremo di materializzazione del passato.

Quanto alla sua scomparsa, esisterebbe memoria di altri fatti analoghi. Il più conosciuto, probabilmente, è quello del 14° reggimento Norfolk dell'esercito britannico, che scomparve alla vista, apparentemente all'interno di una nuvola biancastra, mentre andava all'assalto delle trincee turche sul fronte di Gallipoli, presso la Baia di Suvla, il 20 agosto del 1915. Si trattava di quattrocento uomini che, secondo alcuni testimoni, scomparvero letteralmente nel nulla: tale, almeno, fu l'impressione dei genieri neozelandesi, che si trovavano poco distante e che assistettero allibiti alla scena.

 

Uno degli studi più seri e completi su questa fenomenologia, oltre all'ormai "classico" Esperimento col tempo di John William Dunne, è quello pubblicato da Jenny Randles con il titolo Ritorno dal futuro. (8)

L'Autrice vi esamina una grande quantità di testimonianze relative ai "buchi nel tempo", avanza una serie di ipotesi e riporta le testimonianze di esseri umani che hanno fatto esperienze di slittamento temporale, a volte per alcuni minuti, a volte, addirittura, per alcuni giorni (il famoso problema, ben noto agli studiosi del paranormale, delle "ore mancanti" o dei "giorni mancanti").

Pur senza collocarsi esplicitamente all'interno di una prospettiva "complottista", la  Randles ha notato la curiosa coincidenza (ma sappiamo cosa Jung pensava delle coincidenze…) che numerosi episodi di distorsione spazio-temporale sembrano aver luogo in prossimità di basi militari, ove si svolgerebbero esperimenti scientifici segretissimi, che potrebbero, comunque, avere a che fare con la ricerca di cunicoli spazio-temporali: un po' come nel famoso, e controverso, "esperimento Filadelfia" della Marina militare statunitense.

 

Una cosa è certa. Se vogliamo sperare di avvicinarci al mistero della fenomenologia in questione, dovremmo abbandonare molte delle nostre pretese certezze sulla natura del tempo.

Forse, per prima cosa, dovremmo familiarizzarci con la teoria del filosofo russo P. D. Ouspensky (più tardi seguace del celebre Gurdjieff), il quale sosteneva che il tempo è una quarta dimensione e che può essere suddiviso, a sua volta, in una quinta e una sesta, in modo da definirsi - come lo spazio - per mezzo di tre dimensioni.

A quel punto, passato, presente e futuro cesserebbero di apparirci come concatenazioni di eventi successivi di un'unica freccia temporale, ma ci si presenterebbero, piuttosto, come tre aspetti di un'unica realtà simultanea: proprio come lo sono, nel caso dello spazio, la lunghezza, la larghezza e la profondità degli oggetti.

E, se le cose stanno così, molti fatti che oggi ci appaiono inspiegabili, potrebbero divenirci un po' più comprensibili.

Dopotutto, se le tre dimensioni del tempo sono aspetti di una realtà continua, il passato e il futuro non sarebbero altro che una nostra illusione ottica, e il tempo altro non sarebbe che un luminoso, eterno presente.

 

 

NOTE:

 

1)      Cfr. Francesco Trochu, Il curato d'Ars (titolo originale: Le Curé d'Ars, Libr. Chat. E: Vitte, Paris; traduzione italiana Marietti, Toreino, 1959, 1964, p. 310.

2)      Ved. A.A. V.V., Nel mondo dell'incredibile, Selezione del Reader's Diges, edizione italiana Milano, 1983, p. 358.

3)      Cfr. Peter Nobile, Ufo, Triangolo delle Bermuda, Atlantide. Che cosa c'è di vero, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1979, pp. 64-71.

4)      Charles Berlitz, Il libro dei fatti incredibili ma veri (titolo originale: World of Strange Phenomena, 1988; traduzione italiana di Andrea D'Anna, Rizzoli, Milano, 1989, pp. 191-193.

5)      Cfr. Francesco Lamendola, Di notte, al chiaro di luna, appare il fantasma del cavaliere spagnolo, sul sito di Edicolaweb e di Arianna Editrice.

6)      Cfr. Francesco Lamendola, Svetonio Paolino distrugge il "santuario" della resistenza druidica sull'isola di Mona, sul sito di Arianna Editrice.

7)      Cfr. Bary Cunliffe, Roma e i barbari (titolo originale: Rome and the Barbarians, 1975; traduzione italiana Newton Compton, Roma, 1980, pp. 29-45.

8)      Jenny Randles, Ritorno dal futuro (titolo originale: Times Storms, 2001); traduzione italiana Armenia , 2002. Vedi anche l'ottimo volume di Joan Forman La maschera del tempo (titolo originale: The Mask of Time, 1988); traduzione italiana Siad, Milano, 1989.