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Prima linea: lo spontaneismo armato comunista

di Manuel Zanarini - 10/06/2008

 

“Sarà che avete nella testa un maledetto muro” (Titolo di un documento-manifesto di Prima Linea)

 

Tra la primavera e l’autunno del 1974, all’interno di Lotta Continua si registra una scissione. I dissidenti provengono da due aggregazioni principali - la “Corrente” e la “Frazione” - che in Lotta Continua, criticando una linea troppo “intellettuale” sostenevano “l'armamento di massa”. Tali aggregazioni erano composte prevalentemente da membri dei servizi d'ordine di LC,da qui il nome Prima Linea, ed particolarmente radicate a Milano, Bergamo, Torino, Napoli e in Brianza.

Questo gruppo inizia a stringere rapporti con altri fuorisicti da un’altra organizzazione extra-parlamentare, Potere Operaio. Così si forma un gruppo attorno alla rivista “Senza Tregua”, che darà vita ai Comitati Comunisti per il Potere Operaio, e successivamente ai Comitati Comunisti Rivoluzionari, alle Unità Comuniste Combattenti e a Prima Linea, nata in seguito a due riunioni tenute rispettivamente a Salò (BS) e a Stresa (NO), nel 1976.

Il gruppo forte di PL è in Lombardia, Sesto S. Giovanni, la Stalingrado d’Italia, e Bergamo.

Inizialmente PL si presenta come unione di moltissime sigle si extra-parlamentari comunisti, come scritto sul volantino di rivendicazione della prima azione “militare”, l'irruzione nella sede del Gruppo Dirigenti Fiat a Torino il 30 novembre 1976 (“Prima Linea non è un nuovo nucleo combattente comunista, ma l'aggregazione di vari nuclei guerriglieri che finora hanno agito con sigle diverse”).

Va detto però che questa è la prima azione ufficialmente rivendicata da PL; infatti inizialmente il movimento non rivendicherà le propria gesta, soprattutto se si tratta di omicidi.

In realtà il primo fatto di sangue riconducibile a PL è l’uccisione di Enrico Pedenovi, consigliere provinciale del Movimento Sociale Italiano, a Milano il 29 aprile 1976, come rappresaglia per l’uccisione di Gaetano Amoroso, accoltellato da estremisti di destra.

Nell'aprile 1977 si tiene a San Michele a Torri (FI) il primo congresso dell'organizzazione, al quale partecipano rappresentanze di Milano, Bergamo, Torino, Firenze e Napoli.

Viene stilato lo Statuto, nel quale vengono stabiliti due principi fondamentali: “l'univocità politico-militare del quadro d'organizzazione”, ovvero la coincidenza tra ruoli e pratiche politiche e militari; e quello della “bipolarità”, ovvero la presenza simultanea di due livelli distinti all'interno dell'organizzazione,  una struttura diffusa interna ai movimenti di massa (le Squadre o le Ronde) e una struttura centralizzata operante sia a livello locale che nazionale.

I primi tempi, PL sceglierà le sue vittime all’interno delle lotte sindacali: ferimento di capi reparto e dirigenti aziendali.

Ma per finanziarsi, e soprattutto per procurarsi le armi, verranno effettuate diverse rapine. Durante una di queste, a danno di un’armeria a Tradate (VA), viene ucciso il militante Romano Tognini, detto “Valerio”, 4 giorni dopo PL compierà un attacco dinamitardo contro il negozio per vendetta.

All’inizio del 1978 PL si unirà con le Formazioni Comuniste Combattenti, dando vita ad un “Comando nazionale Unificato” sotto la cui direzione sono poste tutte le articolazioni delle FCC e di PL operanti a Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Cassino e Napoli.

A questo punto, PL deciderà di alzare il livello dello scontro, cominciando a colpire le istituzioni che combattono le formazioni armate extraparlamentari.

L'11 ottobre 1978, a Napoli, viene colpito mortalmente Alfredo Paolella, docente di antropologia criminale in servizio presso il carcere di Pozzuoli (primo omicidio ufficialmente rivendicato da PL); il 19 gennaio 1979, a Torino, viene colpito mortalmente l'agente di custodia Giuseppe Lo Russo; il 29 gennaio 1979, a Milano, viene ammazzato il giudice Emilio Alessandrini, che in quanto di sinistra viene accusato di “essere una spia”.

Il 28 febbraio 1979 vengono uccisi dalla polizia, intervenuta su segnalazione anonima, nel bar dell'Angelo, a Torino, due militanti di PL, Barbara Azzaroni e Matteo Caggegi, l'8 marzo per rappresaglia, PL attacca una pattuglia di polizia e nel corso dei conflitto a fuoco muore un giovane passante, Emanuele Iurilli, colpito accidentalmente, il 18 Luglio, in base alla convinzione che il proprietario del bar dell'Angelo fosse responsabile dell'arrivo della polizia, viene ucciso Carmine Civitate.

L’innalzamento dello scontro, e l’allontanamento dal “movimento operaio”, crea la prima scissione all’interno di PL. Nel settembre 1979, a Bordighera (IM), si tiene una Conferenza d'organizzazione, per discutere sulle campagne dell'autunno-inverno e sulle ristrutturazioni organizzative. Nodo della battaglia politica è la scelta fra le due anime storiche di PL: radicarsi nuovamente nel territorio e combattere dall'interno del movimento o radicalizzare lo scontro con gli apparati istituzionali.

I dissidenti ritengono che le contingenze politiche e le attività repressive impongano una ritirata ed una stasi dell'operatività militare e di conseguenza escono dall'organizzazione.

L'11 dicembre 1979, Prima Linea irrompe nella Scuola di Formazione Aziendale di via Ventimiglia a Torino, occupa militarmente la scuola e tiene un discorso nell'auditorium in cui vengono riuniti circa 190 studenti, mentre in un’aula attigua dirigenti Fiat ed Olivetti e 5 studenti vengono feriti intenzionalmente alle gambe. Azione simile è quella dell’occupazione, evacuazione e distruzione di una palazzina, ai Colli Aminei di Napoli, che ospitava il Centro di Servizio Sociale e dei semiliberi per i minorenni, del ministero di Grazia e Giustizia.

Nel gennaio 1980, a Morbegno (SO), viene tenuta una Conferenza che sancisce di fatto il prevalere delle posizioni favorevoli alla radicalizzazione dello scontro. Inoltre, si decide di colpire principalmente la magistratura, considerata colpevole di accanirsi contro “i proletari”. Così viene ammazzato Guido Galli, docente di Criminologia all’università Statale .

Il 5 Febbraio 1980, a Monza, PL uccide Paolo Paoletti, responsabile della produzione all'Icmesa, la fabbrica  di Seveso da cui, il 10 luglio 1976, si sprigionò la nube tossica di diossina.

Ma le retate delle forze dell’ordine creano, così come nelle BR a sinistra e nei NAR a destra, il fenomeno dei “pentiti”, che sferrerà terribili e decisivi colpi alla struttura di PL.

Per cercare di difendersi, inizierà a colpire anche al proprio interno. Così il 7 febbraio 1980, a Milano, colpisce mortalmente un suo militante, William Waccher, accusato di aver fatto rivelazioni agli inquirenti.

Ma ormai i “pentiti”, specialmente Roberto Sandalo (recentemente arrestato per alcuni attacchi incendiari alle moschee e ad istituti culturali mussulmani a Milano), hanno messo alle strette l’organizzazione. Tanto che nell'agosto del 1980, si tiene a Rimini (FO) una Conferenza d'organizzazione in cui il nodo politico fondamentale è la riflessione sulle implicazioni della repressione e dell'estendersi del fenomeno del "pentitismo". In quell'occasione alcuni militanti escono dall'organizzazione.

Poco dopo, sempre nell'estate 1980, si tiene un'altra Conferenza d’organizzazione a Senigallia (AN). Nel dibattito si confrontano posizioni critiche riguardo alla capacità di PL di rispondere adeguatamente ai nuovi problemi. Chi vuole mantenere attiva PL e chi, ritenendola ormai inadeguata, vuole sospenderne l'operatività, per valutare  modi e tempi degli interventi.

 Perciò, nel settembre del 1980, alcuni militanti  escono, una parte per cercare un rapporto organizzativo stretto con le Brigate Rosse, mentre altri danno successivamente vita al Nucleo dei Comunisti.

Nel dicembre 1980, con l'ondata di arresti determinata dalle confessioni di Michele Viscardi, viene riproposto, in modo pressante, il problema della “desolidarizzazione interna”.

Ormai, PL è più presa ad occuparsi dei latitanti e dei carcerati, che a cercare di combattere i “nemici esterni”.

A Pasqua dei 1981 si tiene a Barzio (CO) una nuova Conferenza di Organizzazione  che decreta lo scioglimento di Prima Linea e la nascita del “Polo Organizzato”, che si  propone di essere, principalmente, un punto di riferimento per i militanti ricercati. Alcuni dei quali, nel corso del 1981, danno poi vita ai Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria (COLP).

Ormai la storia di Prima Linea è al capolinea, e durante il processo di Firenze del 1983 si prende la decisione dell’autoscioglimento, che viene ratificata in una Conferenza interna d'Organizzazione tenuta nel carcere di Torino (primavera-estate 1983) in occasione del processo per i “fatti specifici”.

In quest’occasione viene stilato un documento-manifesto intitolato “Sarà che avete nella testa un maledetto muro” nel quale viene sancita la rinuncia alle armi e la ricerca teorico-pratica - all'interno del carcere ma, più in generale, nella lotta politica esterna - di strumenti di "mediazione conflittuale".

In questi ultimi anni, una delle figure di maggior spicco di PL è certamente Sergio Segio. La sua carriera politica inizia a Sesto S. Giovanni davanti alle fabbriche, per poi passare attraverso Lotta Continua e la rivista “Senza Tregua”, infine sarà tra i fondatori di Prima Linea.

Fu l’esecutore materiale, insieme a Marco Donat Cattin (figlio di un ministro democristiano), dell’omicidio Alessandrini, di cui abbiamo già parlato.

Al momento della fine di PL, fonda i COLP, e si dedicherà soprattutto all’organizzazione dei “compagni” carcerati. Il 3 Gennaio 1982, guida l’assalto al carcere di Rovigo, grazie al quale vengono fatti evadere quattro detenuti.

Il 15 Gennaio del 1983, a Milano, viene arrestato e poi condannato all’ergastolo, poi scontati a 30 anni per la Legge Gozzini, infine ne ha scontati solo 22, diventando l’ultimo dei membri di PL ad uscire dal carcere.

Durante la detenzione si è battuto per i diritti dei detenuti e per la creazione di un sistema di detenzione basato sul reinserimento sociale.

Per l’attività di Prima Linea sono state inquisite 923 persone, per i COLP 149.