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L'Italia risponde a Bush Presto in Afghanistan altri quattro «Tornado»

di Maurizio Caprara - 19/06/2008


In azione nel Sud le forze Nato e afghane: impegnati oltre mille soldati, uccisi più di trenta miliziani

 E' possibile che l'annuncio ufficiale sia dato a fine mese, quando il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer dovrebbe incontrare a Roma Silvio Berlusconi. Ma è ormai ben più di un'ipotesi l'invio in Afghanistan di quattro «Tornado» italiani, cacciabombardieri che secondo il ministro della Difesa Ignazio La Russa avrebbero «compiti di perlustrazione e non compiti, mai, di bombardamento». E la prospettiva, di sicuro gradita a George W. Bush, si fa più concreta mentre nel Sud del Paese tuttora insidiato dai talebani, fuori dalla città di Kandahar, si è sviluppata un'offensiva della Nato e dell'esercito nazionale che ha portato alla morte di almeno 36 guerriglieri. Nel giro di 48 ore, in altri punti dell'Afghanistan le forze alleate hanno contato sei caduti: quattro britannici, tra i quali la prima donna dall'inizio della guerra nel 2001, due di nazionalità imprecisata in una zona controllata dagli americani e dieci feriti. Ai quali vanno aggiunti due morti tra i soldati afghani e circa 1.500 famiglie sfollate per ripararsi da bombe e pallottole.
L'argomento della partenza di altri aerei italiani è riemerso ieri in occasione di due informative dei ministeri della Difesa e degli Esteri. La Russa ne ha parlato ai margini di una seduta di commissione al Senato sostenendo che dalla Nato «non c'è stata una richiesta specifica, c'è stato solo un pour parler » e che il numero dei Tornado da fornire all'International security assistance force (Isaf) «non potrebbe essere superiore a quattro». Confermata, comunque, la disponibilità a mandarli: «Se gli alleati ci chiedono che per una copertura anche del nostro contingente vi sia un impiego anche di Tornado italiani, non si può dire che sia una richiesta irragionevole».
Il capo del servizio Stampa della Farnesina Pasquale Ferrara, nella stessa giornata, si è espresso così: «Siamo in una fase di studio. L'incontro con il segretario generale della Nato sarà l'occasione per rendere evidenti tutti gli elementi di questa possibile iniziativa ».
Di certo il ruolo degli aerei non ha tra i suoi limiti soltanto quelli indicati dagli strumenti di bordo. Esistono i vincoli dell'articolo 11 della Costituzione: «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente (...) alle limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia(...) ». In Afghanistan i circa 2.600 militari italiani sono inquadrati nei 49.300 dell'Isaf, forza con truppe di 40 Paesi. L'offensiva nel distretto di Arghandab, via di accesso a Kandahar, ha impiegato elicotteri con missili, aerei e un migliaio tra soldati Nato e afghani. Stando al ministero della Difesa di Kabul, la morte di 20 degli uccisi è dovuta a un bombardamento della Nato. Quest'ultima non ha confermato. La britannica che ha perso la vita nella provincia di Helmand avrebbe fatto parte degli
Intelligence corps. Era su un mezzo colpito da una bomba a Est di Lashkar Gah. Dal 2001 i britannici caduti sono 106. Nei giorni scorsi, il Pentagono ha informato che in maggio il numero delle vittime americane e alleate ha superato quelle contate in Iraq.