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Robin Hood era un fascista?

di Mastra - 19/06/2008

Fonte: ilriformista

Avanti popolo. Socialismo reale: Tremonti tassa i petrolieri, sconta le bollette e distribuisce la carta per i viveri


Robin Hood fascista, eroe-bandito, no-global. Un profilo complesso ma inevitabile per un celebre ladro divenuto eroe leggendario che ridistribuisce ai poveri, forse, ricchezze sottratte ai ricchi, con rapine a mano armata. Un legittimista cattolico capace però di dialogare con i musulmani, morto impiccato e, comunque, disegnato da Walt Disney come una volpe. Forse perché, machiavellicamente, il fine giustifica i mezzi. A fine 2008, infine, dovrebbe essere pronto un film di Ridley Scott, con Russel Crowe, che smonta il mito romantico di Robin Hood.
La provocazione del Robin Hood "fascista" l'ha lanciata l'altro ieri Giuseppe De Rita, segretario del Censis, criticando il revival di Sherwood lanciato da Giulio Tremonti. A rilanciare, ci pensa il professor Franco Cardini, che si candida a far parte del gruppo di Robin Hood. «Se Tremonti fa Robin Hood, che poi era chiamato Roberto dei Boschi, quindi possiamo chiamare Giulio Tremontino dei Boschi, io sto con lui - ci dice - potrei fare Fra Tac, ho tutti i requisiti che servono: sono grasso, filo-francescano, un teologo mancato, bevo molto e mi piace l'arrosto. Certo, Tremonti in calzamaglia non ce lo vedo bene, ma il carisma ce l'ha. Basta che non porta Bondi e Pera, nella foresta di Sherwood, mentre ci vedrei benissimo Gianni Alemanno, lui può fare Little John», ride Cardini. Che non è pienamente d'accordo con De Rita, sul fascismo di Robin Hood, e rettifica. «È pre-fascismo il suo - sostiene».
«Sul piano antropologico - prosegue Cardini - è vero che Robin Hood appartiene alla tradizione dell'homo selvaticus, propria della mitologia decadentista, che storicamente parlando è stata fatta sua dal totalitarismo del ‘900. Ma rispetto al fascismo, Robin Hood è il ribelle a una autorità fittizia, non è un campione di libero arbitrio, la sua reazione è legittimista. È contro Giovanni Senza Terra, che è inetto e cattivo, ma agisce nel nome del buon Re Ricardo. Che poi era un criminale. Robin Hood agisce come De Maistre insegna, in nome di un ordine cosmico superiore. È mitologia, una leggenda antropologica, che a me piace molto e spero che Tremontino Dei Boschi porti a termine la sua missione. Più simile a Fra' Diavolo che Von Salomon».
Secondo lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco, De Rita ha ragione, Robin Hood è fascista. «Tutti i banditi, i briganti son fascisti. Sulla scia di Ernest Junger, tutti coloro che vivono al limitare della foresta non possono essere che definiti fascisti. Perché si caricano di un decisionismo che sopperisce alla mancanza di ordine costituito, al vuoto che crea ingiustizia. Anche nell'etimo, il bandito è colui che è messo al bando. E oggi il fascismo è bandito. In Italia non se ne può parlare e la destra sociale, che propone giustizia sociale, sconta ancora questa condanna».
Parli di Robin Hood e pensi a Sherwood, storica radio di Padova dei no global. Per Luca Casarini «Robin Hood non è fascista, però Tremonti si sta dimostrando un grandissimo politico, perché produce immaginario, e l'immaginario oggi non è sovrastruttura, ma società. La Robin Tax mi piace perché fa rima con la Tobin tax, ma bisogna vedere cosa farà Tremonti di quello che promette. Comunque ha capito dalla Lega, che tutti hanno sottovalutato, il valore collettivo del folklore, del dio Po, che tanto prendevamo in giro. La sinistra, questa capacità di produrre immaginario, non ce l'ha». Fascista no, ma tremontiano, Robin Hood, sì. «Anche se Tremonti in calzamaglia va bene giusto per Mel Brooks».
Non resta che tornare al punto di partenza. Al professor De Rita, appunto, e alla sua accusa di fascismo per Robin Hood. «Mi ha colpito una frase di Fausto Bertinotti, diceva che non ci sono conflitti sociali, ma si è innescata la pretesa. I nuovi poveri, o i ceti impoveriti, pretendono che qualcuno pensi a loro. Questa pretesa è raccolta da chi sostiene di interpretare i loro bisogni. Figure come quella di Robin Hood, uomini della provvidenza che interpretano i bisogni del popolo, sono fenomeni fascisti. Robin Hood praticamente sostiene di agire in nome del popolo, il popolino, che oggi è il ceto medio, impoveritosi e impaurito. Ma decidere quello che il popolo vuole, quello che bisogna fare in nome loro, è fascista. Quando ho sentito la frase di Tremonti sulla crisi del ceto medio che porterà a un nuovo fascismo mi ha spinto a fare questa riflessione. Tremonti ha ragione, ma la ricetta, come immagine, è pericolosa. Il fascismo vero, quello mussoliniano, era fatto da grandi inventori, più che interpreti, dei bisogni del popolo, un popolo che non voleva conflitti ma pretendeva. Così è nata l'Iri, l'Opera nazionale maternità infanzia, le colonie, l'Enac… Ora non c'è più il popolino degli anni '30, ma un ceto medio impoverito e impaurito, che ha la stessa pretesa, anzi, persino maggiore, che qualcuno risolva i suoi problemi. C'è domanda di mediazione politica più che di soluzioni vere a problemi sociali». Con questo, conclude De Rita, «non volevo certo dire che sono soluzioni fasciste quelle di Tremonti. Anzi. Lui ha colto il pericolo di un ceto medio in declino. Ammetto che io stesso, un cantore della cetomedizzazione dell'Italia, ho visto in ritardo questo declino. Lui l'ha visto per tempo. Ma Robin Hood è la risposta sbagliata».