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Lobby, aziende e cittadini è la politica dei dollari

di Alexander Stille - 24/06/2008




Senza dubbio le riforme non hanno tolto denaro alla politica. Al contrario, le presidenziali del 2004 sono costate 1 miliardo di dollari (5 miliardi considerando tutte le competizioni elettorali nazionali e locali), il 56% in più rispetto a quelle del 2000 ed è del tutto verosimile che le elezioni del 2008 saranno di gran lunga le più costose della storia.
Il maggior ostacolo alla riforma del finanziamento della campagna elettorale, paradossalmente, è il primo emendamento della costituzione statunitense. Nel 1976, la Corte suprema cancellò i limiti più severi della riforma post-Watergate. Citando il primo emendamento la Corte sentenziò che il finanziamento elettorale è una forma di espressione politica protetta, non soggetta a limitazioni. Il congresso poteva limitare l´ammontare del contributo erogato da un individuo esterno, ma non la spesa che il singolo candidato poteva affrontare utilizzando il proprio denaro o quello della sua famiglia per garantirsi l´elezione. Né poteva limitare la cifra che un "gruppo esterno" destinava all´espressione politica non direttamente collegata all´elezione di un singolo candidato. Così se le compagnie di assicurazione intendono opporsi al programma di politica sanitaria di un candidato, possono spendere ciò che vogliono purché gli spot non invitino l´ascoltatore a votare per l´avversario. Oppure un sindacato può spendere ciò che vuole per convincere le persone ad andare alle urne, purché non faccia campagna diretta per un particolare candidato anche se appoggia apertamente una lista di candidati.
La sentenza della Corte suprema rivela un atteggiamento tipicamente americano. Persino gli americani di sinistra sono ben più a disagio di fronte alle limitazioni di quanto non siano gli europei. La American Civil Liberties Union, considerato generalmente un gruppo progressista, combatte per i diritti dei prigionieri di Guantanamo, ma si è anche opposta ai limiti dei finanziamento elettorale. Il porre limiti alle modalità di raccolta fondi, ma non un tetto di spesa, ha fatto sì che i tentativi di riforma siano un cane che si morde la coda. "Fatta la legge, trovato l´inganno."
Ad esempio, i singoli individui possono erogare un massimo di 4.600 dollari in totale ad un candidato (2.300 alle primarie , 2.300 alle politiche) ma il sistema ha creato la figura del "bundler", che può rastrellare i contributi di molti altri donatori. Si tratta di persone che si adoperano per convincere amici e colleghi a contribuire. Molti dei "bundler" di George Bush Jr., che erano riusciti a mettere assieme più di 100.000 dollari e che venivano chiamati "pionieri" e "ranger" , sono stati ricompensati con incarichi di rilievo dopo le elezioni. Uno dei "ranger" di Bush era Stanley O´Neill, capo della Merrill Lynch, che raccolse più di 200.000 dollari per il presidente. Incoraggiò i dipendenti della Merrill a contribuire e la società ha erogato più di 600.000 dollari per Bush negli ultimi anni. Più dell´80% dei contributi dei dipendenti della Merrill andò a candidati repubblicani.
Poi ci sono i Political Action Committees, che hanno limiti appena un po´ più alti (5.000 dollari a candidato). Così, ad esempio, io posso essere membro di un Pac (diciamo Americans for Justice) che a sua volta può erogare contributi ai candidati. Esistono poi gruppi esterni come il 527s, (il nome deriva da un articolo di legge) che non hanno limiti di spesa per promuovere la loro causa. L´esempio più famoso degli ultimi tempi è stato il Swift Boat Veterans for Truth che nel 2004 organizzò una campagna feroce – e largamente menzognera, accusando il candidato democratico John Kerry di aver ottenuto con l´inganno la medaglia al valor militare per le sue azioni in Vietnam. Poiché le attività del gruppo non erano direttamente controllate da Bush, non erano soggette a limiti di spesa.
Una società come la Merrill Lynch contribuisce abbondantemente anche al think-tank conservatore The Heritage Foundation che, ad esempio, promuove la privatizzazione del sistema pensionistico pubblico americano. Se si realizzasse sarebbe una manna per la Merrill Lynch.
Tuttavia la decisione di Obama di rinunciare al finanziamento pubblico della sua campagna potrebbe rappresentare una svolta. L´uso di internet negli ultimi anni ha dato vita ad un fenomeno del tutto nuovo grazie al quale gli elettori e le lobby meno abbienti hanno trovato il modo di ‘rastrellare´ il denaro come le lobby più ricche. Obama ha raccolto più di un milione di piccoli donatori, arrivando la cifra senza precedenti di 260 milioni di dollari durante le primarie. In molti casi si trattava di piccoli contributi, di 50 o 75 dollari. E´ buffo che i contributi alla campagna elettorale siano davvero diventati simili all´espressione politica citata dalla Corte Suprema nella sua controversa sentenza sulla riforma dei finanziamenti elettorali.