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Pechino, le Olimpiadi dell’alta finanza

di Paolo Salom - 17/07/2008

 

 

Quelli che contano ci saranno. Quelli che resteranno a casa? Suanle, destinati all’oblio. Olimpiadi e affari: i manager più importanti del mondo si preparano a una trasferta pechinese durante i prossimi Giochi. I più fortunati, o forse è meglio

dire i più accorti, hanno già in tasca il biglietto, che al mercato nero vale ormai 50 mila dollari, buono per la cerimonia inaugurale (8.8.2008 alle 8 e 8 di sera: il numero 8 in Cina porta fortuna perché fa rima con ricchezza). Accantonato ormai ogni discorso di boicottaggio, ridotti quasi al silenzio coloro che la stampa cinese ieri ha definito i «propagatori occidentali di bugie», secondo il Wall Street Journal, le Olimpiadi di Pechino rischiano di oscurare - quanto a concentrazione di uomini d’affari (e di capi di Stato: 8o, il doppio rispetto ai precedenti Giochi di Atene) - un meeting internazionale come il Forum di Davos, in Svizzera, che ogni anno richiama non meno di mille tra i leader delle più grandi corporation del mondo. «E’ un evento che travalica lo sport - ha spiegato sir Martin Sorrell, della multinazionale della pubblicità Wpp -. Ci saranno implicazioni politiche ed economiche. Insomma, possiamo definire le Olimpiadi una Davos sportiva».

 

In poche parole, tra una gara di atletica e una di calcio, tra il salto in lungo e i cento metri piani, si potranno stringere mani (importanti) e scambiare biglietti da visita con le controparti (gli uomini di potere della Repubblica popolare ci saranno tutti, senza eccezioni). Magari, tra un discorso sulla rinascita di Yao Ming - campione di basket cinese ormai trapiantato negli Usa - e uno sull’opportunità di cambiare l’allenatore degli Azzurri (il nostro calcio è seguito con passione), si potranno impostare accordi e affari futuri: in Cina le promesse sancite in. un contesto amichevole sono mantenute, senza eccezioni. E chi ha deciso di rimanere a casa, come Steven Spielberg (causa Tibet e Darfur)? I cinesi non lo nominano nemmeno più: sparito dalle scene.

 

Sarà anche per questo se personaggi del calibro di Bill Gates, presidente della Microsoft, Rick Wagoner, Ceo della General Motors, o Rupert Murdoch, il magnate dell’editoria, hanno già garantito la loro presenza. Accanto a loro i manager di società internazionali come la Nike, la Coca-Cola, la Daimler, la Vodafone e altre ancora: l’elenco è lungo. Così lungo che i responsabili della logistica, a Pechino, hanno da tempo il loro daffare per garantire a tutti questi Vip servizi adeguati. Non è cosa facile. Per dire, le società private di sicurezza sono agli sgoccioli: hanno dovuto «prestare» i loro uomini al governo e non sanno come rimpiazzarli. «Abbiamo troppe richieste», confermano alla Anrong Bodyguard Security Consultant. Le autorità hanno messo in campo centomila agenti per sorvegliare i Giochi, ventimila dei quali arrivano dal settore privato: difficile rimpiazzarli in poco tempo. «Le guardie del corpo devono avere standard elevatissimi - spiega Cui Fengjian, proprietario e direttore della Special Security Consulting Firm -. Tutte devono avere ottenuto una medaglia di bronzo dalla precedente carriera militare. Gli uomini devono essere alti almeno i e 78, le donne i e 66, e devono avere tra i 23 e i 28 anni. Inoltre richiediamo un viso regolare». Bodyguard a parte, un altro grosso problema provocato dall’arrivo in massa di manager è la mancanza di limousine. Le restrizioni al traffico, in vigore da domenica 20 luglio (targhe alterne e stop improvvisi ai veicoli privati), hanno fatto impazzire il mercato delle auto a nolo, in particolare quelle di lusso. Tanto per fare un esempio, tutte le Bmw del la First Automobile Leasing Company di Pechino sono state prenotate durante il periodo olimpico per una tariffa che parte dai 15 mila yuan al giorno (i.5oo euro): ovvero quattro volte i prezzi normali.

 

C’è poi il discorso «intrattenimento». Le autorità di polizia della capitale cinese hanno «suggerito» alle molte signorine solitamente presenti negli alberghi per stranieri di «tornare a casa». Altri luoghi deputati come i barbieri (lifading) o i saloni di massaggi (baojian) hanno ricevuto l’ordine perentorio di chiudere i battenti e non riaprire fino alla fine delle Olimpiadi. Meno distrazioni, i manager potranno concentrarsi sugli affari: se ne firmeranno tanti.