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L'orizzonte degli eventi

di James Howard Kunstler - 28/07/2008

 


Esiste un particolare momento che tutti i quaranta-cinquantenni conoscono bene: è il momento in cui Willy Coyote, tutto preso dall’estasi dell’inseguimento, supera il bordo della mesa e, mentre ancora si lecca i baffi e si sfrega le zampe pregustando un arrosto di Beep Beep, si rende conto di essere sospeso in aria da nulla più che la velocità della rincorsa. Il suo ghigno si trasforma in una smorfia di mortificazione. Diventa di un verde nauseato e cade con un sibilo per centinaia di metri finendo il suo viaggio, di nuovo a terra, con un tonfo distante, tristo, appena udibile. Noi siamo la Nazione Willy Coyote.

C’è ancora qualcuno, nell’universo conosciuto, che non pensi che il sistema finanziario statunitense non si trovi a 15 metri oltre il bordo della mesa della credibilità?

Nulla può più essere di giovamento. Neppure se Sirhan Sirhan [l'uomo accusato dell'omicidio di R. Kennedy n.d.r.] fosse rilasciato sulla parola oggi a mezzodì e trasportato direttamente nell’Ala Ovest della Casa Bianca con due .44 magnum, una per mano (mentre fuori lo attende un taxi guidato dal Diavolo per portarlo al Ministero del Tesoro e agli uffici della Federal Reserve).

E' difficile immaginare i melodrammi che si stavano svolgendo sui prati di Hamptons lo scorso fine settimana, mentre tutti gli altri, in America, se ne stavano a guardare le corse automobilistiche o si davano da fare tra gli scaffali del BJs Discount Warehouse per l’approvvigionamento settimanale di patatine Dorito al sapore di mesquite e guacamole, o si stavano facendo tatuare fiamme e catene sul collo, o erano persi in una nebbia di valium e metanfetamine.

La scorsa settimana, il decesso della IndyMac Bank e l’immagine delle due GSE Fannie Mae e Freddie Mac distese fianco a fianco in ambulanza, attaccate alla flebo, dirette all’ancor più affollata unità di terapia intensiva della Federal Reserve, ci hanno dato l’impressione che il Sogno Americano sia passato attraverso l’orizzonte degli eventi che segna l’apertura di un buco nero. [N.d.T.: le GSE – government sponsored enterprises – sono corporation ora private ma istituite dal Congresso degli Stati Uniti a supporto del credito in alcuni settori chiave. Fannie Mae e Freddie Mac sono i nomignoli di due GSE operanti nel settore delle ipoteche e dei finanziamenti immobiliari; si tratta, rispettivamente, della Federal National Mortgage Association e della Federal Home Loan Mortgage Corporation]

Cosa accadrebbe se il Governo degli Stati Uniti facesse qualcosa per salvare queste due imprese irresponsabili, e cosa succederebbe se non lo facesse? In entrambi i casi, non è un bel quadretto. Se il Signor Bernanke – presidente del comitato dei governatori della Federal Reserve – non comincerà a spalare prestiti nel buco nero delle GSE, finirà col minare ulteriormente la solidità della sua combriccola e in realtà non farà nulla per rimediare ai problemi strutturali di Fannie e Freddie, che hanno passato al vaglio troppi prestiti che non saranno mai restituiti. Se invece Fannie e Freddie fossero acquisite direttamente dal governo statunitense (e ricordiamoci che la Federal Reserve non è il governo), allora il debito nazionale raddoppierebbe da un giorno all’altro, il che sbatterebbe il dollaro USA a profondità abissali.

Nel frattempo, gli stranieri titolari di dollari decrepitanti magari non si affretterebbero a raggiungere lo sportello dei rimborsi, ma li userebbero piuttosto per comprarsi, il più velocemente possibile, ogni contratto future sul petrolio sulla faccia del non più tanto ridente globo – e sarebbero stupidi se non lo facessero – lasciando al Gaio Automobilista Americano prezzi del carburante ben oltre i 5 dollari al gallone, o forse oltre i 10 dollari. (In tal caso, possiamo pure dire addio alle linee aeree. In realtà, possiamo dire addio a ciò che passa per il resto dell’economia statunitense, compreso, in particolare, il celebrato settore al dettaglio che si suppone sia responsabile del 70% dell’azione.)

Se Fannie e Freddie sono lasciate a morire sul pavimento di una sala delle negoziazioni deserta, possiamo dire addio al mercato immobiliare, alle principali banche di investimento, alle innumerevoli banche regionali, ai fondi pensionistici di praticamente tutti gli Americani, nonché alla capacità economica di tutti e 50 i governi statali e alla capacità operativa quotidiana di tutte le municipalità – e molto probabilmente anche all’attuale incarnazione del sistema bancario mondiale.

Questo processo adesso è davvero fuori controllo. Il risultato finale sarà la bancarotta totale degli Stati Uniti. Il Partito Repubblicano guidato da George Bush sarà ricordato come il partito che ha fatto naufragare l’America (versione 2.0). Per quanto sia doloroso, agli Americani conviene trovarsi un nuovo “Sogno”. E in tempi brevi. Sarà meglio che si tratti di un sogno basato sul modo in cui l’universo funziona davvero, vale a dire una procedura operativa condotta con sforzi zelanti e veridicità, piuttosto che nel mero tentativo di ottenere qualcosa in cambio di nulla, e desideri espressi guardando le stelle. Potremmo cominciare simbolicamente con l’evacuazione di Las Vegas e il bombardamento aereo di tale odiosa località, così da segnare il nostro nuovo atteggiamento basato sulla realtà.

Dopo di ciò, dovremo darci da fare per riattrezzarci in tutte le attività quotidiane della nostra esistenza, compreso il modo in cui coltiviamo il nostro cibo, il modo in cui racimoliamo e schieriamo il capitale, il modo in cui commerciamo e produciamo, il modo in cui andiamo dal punto A al punto B, il modo in cui educhiamo i nostri figli, il modo in cui ci manteniamo in salute, e il modo in cui occupiamo il paesaggio. Lo so, sembrano parecchie cose, forse troppe. Ma “groccatevi” questo: se vogliamo un futuro plausibile in questo pezzo di continente nordamericano, non abbiamo altra scelta.

Naturalmente, è improbabile che accada nulla di tutto ciò. Invece, e nelle peggiori condizioni economiche immaginabili, probabilmente ci imbarcheremo in una campagna per puntellare l’impuntellabile e sostenere l’insostenibile, ovvero per difendere qualsiasi abitudine e comportamento statu quo cui siamo abituati, a prescindere che sia salvabile o meno. Naturalmente, sarà un fatale spreco di risorse, le poche che ci sono rimaste, ma la storia ci insegna che, tendenzialmente, proprio questo è l’ultimo atto del melodramma di ogni impero che vacilla.

Abbastanza presto nel corso di tale processo, il risultato sarà il crollo sociale e il sovvertimento politico. I fanatici dei tatuaggi, che da anni si preparano a recitare il ruolo di protagonisti di una qualche sorta di Apocalisse dei fumetti, avranno finalmente la loro occasione di farsi notare. Un sacco di gente sarà ferita e morirà di fame. La proprietà cambierà di mano in modo disordinato. E, nel frattempo, un Hitler americano di marzapane starà ad aspettare, alla fine di questo processo, il momento buono per dare una raddrizzata a tutto e tutti.

I mercati aprono tra circa un’ora. Buona fortuna a tutti.

Titolo originale: "Event Horizon"

Fonte: http://jameshowardkunstler.typepad.com
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14.07.2008

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ORIANA BONAN