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Petrolio, balzo sul nulla

di Carlo Clericetti - 23/09/2008

 

 
Com'è possibile che la quotazione del petrolio faccia un balzo di quasi 30 dollari in una sola seduta, così, all'improvviso, senza che apparentemente ci siano motivi che lo giustifichino? E' possibile perché quel salto, il più forte in una sola seduta dal 1991, riguarda il "barile di carta" e non quello reale. 

In altre parole, non c'è stato un improvviso aumento della domanda perché, per esempio, Bush aveva cominciato a bombardare l'Iran e si temeva una improvvisa scarsità sul mercato. Molto più banalmente, a New York era il giorno di scadenza dei contratti future per consegna ottobre, e siccome nei giorni precedenti c'era stata una forte speculazione al ribasso - che infatti aveva spinto il prezzo al di sotto dei 100 dollari al barile - molti operatori avevano necessità di ricoprirsi, cioè di pareggiare le posizioni aperte. Essendo per quel tipo di contratto l'ultimo giorno di negoziazione, sono stati costretti a farlo a qualsiasi prezzo, e questo ha provocato l'impennata. 

Nello stesso momento il contratto future con scadenza novembre, pur in rialzo per emulazione, veniva scambiato a 109 dollari, ben 13 in meno della chiusura per la scadenza ottobre (che era già scesa sensibilmente rispetto alla punta massima). Stiamo parlando dello stesso petrolio, non di due cose diverse. Nelle contrattazioni successive la quotazione continuava a scendere, come pure negli scambi della nottata sui mercati asiatici. All'alba il prezzo era sotto i 109 dollari per il West Texas intermediate, mentre il Brent veniva scambiato intorno ai 105 dollari. Come il risveglio dopo un incubo. Ma gli incubi non sono reali.