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E la montagna partori' il topolino

di Uriel - 05/10/2008

Fonte: Wolfsteep

Arriva alla fine la saga del Piano Paulson, che guarira' le borse, ci fara' diventare tutti biondi e alti e belli, rassodera' il seno alle donne e allunghera' il pisello agli uomini. Per non parlare dei maiali volanti e dell'agnello che pasce col leone.
Ho gia' detto che l'approvazione di questo piano sarebbe stata catastrofica, e che speravo NON venisse approvato. Cosi' ne avremmo avuto dei vantaggi noi. Invece, cosi' il problema americano diventa un problema nostro.

In realta' il Piano Paulson non e' altro che un prestito concesso da Cina e Giappone agli USA.

Cosa succedera'? Succedera' che, ben sapendo che i titoli subprime sono destinati a tornare al valore nominale in uno-due anni (a patto che non falliscano le banche di sportello che hanno concesso i mutui), il governo USA ha deciso di comprare quei fondi e di garantire le banche coi clienti insolventi, in modo da fermare le vendite forzate (nella speranza di dare ossigeno al mercato immobiliare).

Per farlo ha stanziato quasi un triliardo di dollari, che non ha. Dico che "non ha" non perche' i fondamentali siano deboli, ma perche' di fatto il bilancio e' gia' stato stilato in quanto l'amministrazione e' agli sgoccioli.

Da dove tirano fuori questi soldi, allora?

Li tirano fuori vendendo titoli di stato. Chi compra titoli di stato? Risposta: li comprano Cina e Giappone.

Perche' li comprano Cina e Giappone? Anche questo e' ovvio: si tratta di due economie sostenute principalmente dai consumi USA. Se il cittadino USA smette di consumare, Cina e Giappone crollano come castelli di carte.

Cosi', siamo nelle condizioni per le quali se hai un triliardo di debiti con la banca, e' un problema per la banca. In realta' le cose non stanno cosi', perche' in ultima analisi Cina e Giappone chiederanno un prezzo.

Il prezzo sara' di aumentare ancora le importazioni, ovvero abbattere le poche barriere commerciali ancora in piedi nei confronti di Cina e Giappone. Le poche tasse alla frontiera per le merci, insomma verranno ammorbidite.

In questo modo Cina e Giappone producono, gli USA consumano, e l'equilibrio della bilancia commerciale USA si sposta ancora di piu' sul Pacifico. Sia chiaro, non e' una novita': sono anni che Cina e Giappone sfruttano la propria forza creditizia per ottenere condizioni di accesso migliori sul mercato americano.

Che effetti avra' questo su di noi? Beh, sono semplici: per comprare di piu' i prodotti cinesi gli americani compreranno meno i prodotti europei. Banale. Immediato.

Di conseguenza, stiamo per soffrire di un calo di ordinativi sull'industria, che peraltro non arriva neanche in un bel momento. I risultati li conosciamo: calo degli ordinativi, meno posti di lavoro, eccetera.

E' tempo di fare una scelta.

E' chiaro ormai che ,agli USA, l'europa interessa solo come area di influenza militare, allo scopo di evitare che il mediterraneo possa diventare sede di scambi economici tra asia, africa ed europa.

E' chiaro che se a questo interesse militare non c'e' una contropartita economica, presto ci ridurremo ad un ammasso di caserme americane fatiscenti, tutte volte a rompere i coglioni a Putin ed ad usare degli scagnozzi come i polacchi e gli inglesi allo scopo di sabotare la UE, e di destabilizzare il medio oriente per evitare che i mercati asiatici trovino sbocco sul Mediterraneo.

Ecco, adesso e' ora di smetterla. Gli americani si disinteresseranno sempre di piu' alla UE, ricattati sempre di piu' da Cina e Giappone.

La UE ha bisogno di gas dalla Russia (visto che ne siamo i consumatori piu' voraci)  ha bisogno di commerciare facilmente con l'asia (e quindi di porti sicuri in medio oriente) , abbiamo bisogno di tornare ad essere uno sbocco per il commercio con l' Africa, sempre attraverso il mediterraneo.

E' vero, la dottrina americana  del '58 prevede che si osteggino ad ogni costo le economie africane, al fine di impedire che nascano potenze economiche in Africa.

Ed e' vero che la dottrina americana di Mahan vuole che il medio oriente rimanga instabile in modo da ostruire lo sbocco delle economie asiatiche verso il mediterraneo.

Ed e' vero che si vuole impedire a tutti i costi alla RUssia di avere a sua volta uno sbocco del Mediterraneo.

E' chiaro che il Mediterraneo in costante depressione sia il fulcro della strategia USA: del resto, e' un mare facilmente navigabile che unisce Asia, Africa ed Europa. E' l'unico mare che puo' far concorrenza al PAcifico e all' Atlantico, cosa che taglierebbe fuori USA ed UK.

E quindi, e' cio' su cui bisogna puntare oggi. Se non riusciremo a stabilizzare il Libano ottenendo porti commerciali sicuri in un paese ove non dobbiamo pregare che arrivi la fatwa, potremmo perdere una buonissima occasione di deviare parte degli scambi asiatici verso l' Europa.

Allo stesso modo, bisogna offrire alla Russia uno sbocco sul mediterraneo. In qualsiasi modo. Questo fara'rabbrividire i generali (ma chi ci crede piu' ad una guerra in Europa?) , ma e' essenziale che si apra una porta ad oriente: a costo di vendere qualche isoletta dell'adriatico ai russi.

Indi, e' ora rafforzare  i commerci con l'Egitto e con il MArocco, in modo da creare delle pipeline che arrivino dall' Africa all'europa passando per paesi costieri, in modo da lasciare aperta la porta ai commerci col sudamerica.

E' un piano di ampio respiro, ma ha una caratteristica: si svolge quasi tutto dentro i confini del Mediterraneo, area ove le nazioni UE sono ancora influenti.

Ed e' la nostra unica via di fuga dall'abbandono dei mercati USA.