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Prove tecniche di impunità

di Antonello Molella - 16/10/2008

     
 
 

 
Il decreto Alitalia nascondeva tra le sue voluttuose pieghe una norma che andava a modificare la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese e quella sul diritto fallimentare del 1942.
Il nuovo emendamento avrebbe sancito che per essere perseguiti penalmente a causa di una mala gestione aziendale fosse necessario che l'impresa si trovasse in stato di definitivo fallimento, e non di semplice insolvenza. Nessuno sembra accorgersi di questo salvacondotto per manager in difficoltà con la giustizia; opposizione – ormai poco più che un fantasma - compresa. Sono tutti troppo concentrati nel tentativo di salvare le banche dal tracollo finanziario, ovviamente a spese dei cittadini.
Se ne è accorta però Milena Gabanelli che confeziona una puntata di Report ad hoc, rovinando la festa all'allegra brigata di Montecitorio. La risonanza dell'ennesima norma canaglia si amplifica così su stampa e media.
Tremonti è costretto ad una imbarazzante recita: o si sarebbe cancellato il provvedimento o si sarebbe dimesso lui. Infine, tutto viene sospeso. L'articolo 7bis in questione avrebbe garantito ai vari Geronzi, Tanzi e Cragnotti di uscire con un facile dribbling dalle “persecuzioni” giudiziarie.
Lo scontro politica-giustizia è alla sua ennesima puntata. Per la politica, la giustizia è uno strumento vessatorio ed una presenza poco gradita, poiché tutte queste norme sono costruite con il chiaro intento di limitare ingerenze negli affari degli amici degli amici. Un nuovo scossone come quello di Tangentopoli è una preoccupazione che non vogliono più avere. Historia magistra vitae, a volte.  
Dopo il lodo Alfano, la corsa all'immunità è aperta a tutti. Immunità e impunità sembrano ormai acquisire lo stesso significato, questo è il grande e terrificante potere dello strumento politico. Dovrebbe spaventare il solo pensiero che esistano questo tipo di intenzioni, degne di un sistema come quello italiano. Questa è una pratica perversa: sperano forse che prima o poi tutti si possano così abituare anche a peggiori derive istituzionali.
George Orwell classificava tale modus operandi come bipensiero: ovvero la pratica utilizzata dai governi totalitari per controllare la realtà modificando presente e passato. Per arrivare a sostenere un'idea e poco dopo il suo esatto opposto. I romani, invece, utilizzavano la damnatio memoriae: l'uso per cui qualsiasi memoria storica dei nemici di Roma venisse cancellata per sempre. Condanna che molti oggi ancora meriterebbero, in quanto nemici della nostra Repubblica.