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Tutto crolla

di James Howard Kunstler - 20/10/2008

 

Dio solo sa che sorta di accordi sono stati presi lo scorso fine settimana nelle cantine di Hampton e sottocoperta tra la flotta di barche a vela di Chesapeake Bay [Il riferimento è al weekend 3-5 Ottobre. N.d.r.]. Tutti quei rifugi dovevano essere freddi e fetidi dal sudore della paura mortale. Il governo statunitense si dichiarerà un consociato della General Electric? Vlad Putin verrà tirato dentro per salvare la Goldman Sachs? Nel frattempo, l’intero disgustoso labirinto di accordi internazionali controparte stava tirando su acque di fogna, e roditori di tutte le nazionalità venivano visti saltare alla ricerca della luce del giorno dappertutto nelle vecchie patrie stantie dell’Europa. Un crollo a cascata della finanza internazionale è in corso. Mentre molti riparatori saltano eroicamente tra i rotolanti rottami sperando di salvare questo e quello, il risultato entro venerdì è probabile che sia un irriconoscibile consumato panorama di sogni e speranze del G7.

Qualche domandina per la settimana: l’Euro sopravviverà come moneta? La corsa per il dollaro statunitense continuerà anche se il sistema finanziario statunitense si smaterializza in una febbre fibonacciana di accelerazione di una riduzione delle infinite risorse? I rimanenti Big Boyz, Goldman Sachs e JP Morgan soccomberanno alla febbre emorragica delle controparti? Le grandi file del domino delle banche minori inizieranno adesso a schioccare nelle loro facce? Tutti i cinquanta stati seguiranno la guida di California e Massachusetts nell’allinearsi allo sportello dell’elemosina del Tesoro degli Stati Uniti. L’entità che si autoproclama mondo civilizzato verrà lasciata alla fine della settimana con qualcosa somigliante a denaro?

La vostra supposizione è valida esattamente quanto la mia. Siamo entrati nel regno della fase di cambiamento, dove tutto sta scivolando e niente si è stabilizzato. Il risultato finale, quando la polvere si deposita – e questo potrebbe non avvenire prima di settimane – sarà sicuramente un occidente più povero. Sarà così povero che non potrà più permettersi di importare niente? Incluso il petrolio dal paese della palma da datteri? Se così fosse, mi sa che qui potremmo avere un momentaccio, sospesi come siamo sull’orlo della stagione da riscaldare qui nelle zone temperate. Notate, a proposito, che i 700 miliardi di dollari appena approvati dal Congresso per salvare Wall Street sono esattamente la stessa somma di denaro che paghiamo quest’anno alle nazioni che esportano petrolio.

In milioni smetteranno di ricevere lo stipendio a causa del tumulto nelle banche? Sicuramente è possibile, cominciando dai poveri lavoratori nell’agenzia della motorizzazione del signor Schwarzenegger per estendersi alla fine a tutti gli uffici stipendi nel territorio. I tipi non sofisticati alla Sarah Palin si metteranno in fila attorno al parcheggio delle banche di periferia cercando disperatamente di ritirare gli ultimi settanta dollari dai loro conti correnti? (E in quel momento i loro pensieri saranno: questa economia è essenzialmente solida…). Gli scaffali di croccanti snack al peperoncino e bevande energetiche nei supermercati rimarranno vuoti visto che i camionisti si rifiutano di consegnare i loro carichi senza un pagamento anticipato? E quanto tempo ci mette una clientela affamata a diventare meschina?

Potremmo notare un problema simile nel settore dei rifornitori di benzina. Finora, scarsità di benzina si sono viste solo in zone del sud-est degli Stati Uniti, dovute a interruzioni causate da due uragani. Se le petroliere smettono di scaricare adesso per mancanza di un pagamento sicuro, l’intera nazione riceverà una lezione interessante sui difetti del modello di sviluppo suburbano. Il dibattito di martedì sera tra i candidati dovrebbe essere interessante. Non mi aspetto troppi scambi di idee sull’Ossezia dell’Est questa volta.

Perfino a questo punto, l’attuale collasso nel mondo finanziario fa apparire la crisi del 1929 e gli eventi del 1930 in paragone come un’ordinata asta degli effetti personali della nonna di qualcuno in una cittadina. Indietro nel tempo color seppia, gli Stati Uniti erano pieni di tutto, tranne che di contanti disponibili. Eravamo soprattutto pieni del nostro petrolio e – non ci crederete ma è vero – la roba si vendeva ad appena dieci centesimi a barile, tanto era abbondante. E nonostante ciò, gli Stati Uniti negli anni ‘30 piombarono in una nera depressione di inattività, perdita di fiducia e impoverimento.

Questa volta le cose potrebbero diventare più turbulente. Personalmente, penso che siamo fuori dalla portata persino di un regime fascista autoritario, perché diversamente dalle organizzate masse industriali del 1930, non siamo abituati all’irreggimentazione, a metterci in fila davanti alle porte della fabbrica e dei cinema. A quei tempi, la società era così irreggimentata che tutti indossavano uniformi dentro e fuori dalle forze armate. Guardate i film degli anni ’30. Ogni uomo qualunque indossava o cravatta e cappello o tuta da lavoro. Le masse industriali si comportavano come termiti. Una volta che la disoccupazione colpì, aspettarono che si dicesse loro cosa fare, di mettersi in fila per qualcosa. Ha funzionato a meraviglia per Hitler, approfittò di questa mentalità. Per fortuna gli Stati Uniti votarono per Roosevelt (a proposito, sia Franklin Delano Roosevelt che Hitler entrarono in carica nell’inverno del 1933). Franklin Delano Roosevelt era più come un universale Zio Frank, e il suo fare rassicurante permise agli Statunitensi di sopportare la loro sfortuna e ribaltare gli eventi. Molti si ritirarono nella fattoria di famiglia (che ancora esisteva allora) e aspettarono con calma – e comunque il melodramma della Grande Recessione si risolse in fretta durante la Seconda Guerra Mondiale quando l’amore per l’irreggimentazione di Hitler lo condusse alla disavventura militare. Non avrebbe dovuto scegliere di combattere contro qualcuno che aveva così tanto petrolio – tutto qui.

Okay, cosa succede qui e adesso? A questo punto (9 del mattino di lunedì 6 ottobre 2008) gli eventi stanno procedendo con una parvenza di autorità ancora appena credibile. Noi (come rappresentati dal Congresso) abbiamo permesso al signor Paulson di promuovere e attivare i suoi rimedi. Man mano che le cose si sviluppano ulteriormente, non sarà più credibile, forse tra pochi giorni, ed è improbabile che anche il suo successore lo sarà. Il signor Bernanke ha semplicemente fatto un’assenza ingiustificata. Notate, è svanito dal panorama mediatico. È possibile che presto sentiremo la dichiarazione di varie misure di “emergenza” che implicano la distribuzione del cibo e il razionamento dei prodotti petroliferi. Il Grande Salvataggio della scorsa settimana potrebbe essere parzialmente rescisso una volta che apparirà ovvio che non avrà sortito nessun effetto – credo che circa la metà dei 700 miliardi di dollari sia già stata distribuita, il che significa: persa. Mi rendo conto che queste cose suonino alquanto estreme. Ma le forze sono state messe in movimento e l’impeto governa. Una cosa è sicura: il pubblico statunitense sta per subire un difficile adattamento d’umore. Ci saranno meno fan dell’Idolo Americano e fedeli di Donald Trump al momento della chiusura dell’attività il venerdì.

Titolo originale: "All Fall Down"

Fonte: http://jameshowardkunstler.typepad.com
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06.10.2008

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MAURIZIO BUNELLI