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RIRIRI

di Stefano Montanari - 23/10/2008

    
 

Un lato positivo c’è: facciamo paura. La prova è che mai come ora chi ci vede come nanopolveri negli occhi si è scatenato.
Se prima tutto o quasi si svolgeva nelle aule ammuffite dell’accademia italiana o in quelle delle varie Bande Bassotti della politica e da lì partivano gli attacchi alla nostra credibilità scientifica e personale, oggi il fronte di guerra diventa molto più complesso.
Ormai i nostri studi sono accolti a livello scientifico mondiale, la Comunità Europea ha da tempo aperto filoni di ricerca partendo da dove eravamo arrivati noi e della correttezza e dell’interesse delle nostre scoperte non si discute nemmeno più. A meno che si sia grottescamente ignoranti o a meno che ci siano interessi personali che facciano passare in secondo piano la vergogna di sostenere certe stravaganti assurdità.
Piano piano, con infinita pazienza, attraverso settecento e più conferenze, lezioni nelle scuole, articoli, libri, ecc. come stiano le cose lo stanno capendo in molti. In troppi, in realtà. E, allora, si manda allo sbaraglio la carne da cannone, visto che l’accademia “di prestigio” sembra non sentirsela più di rimediarci le figure che ci ha rimediato fino a poco tempo fa.
È così che si sceglie qualche kamikaze: un politico da strapazzo pugliese, qualche neo-dottore cui si fanno vestire i panni di scena dello scienziato (“nel ‘termovalorizzatore’ la materia scompare e si trasforma in energia”, oppure “non ci sono prove scientifiche che le nanopolveri facciano male”), qualche ragazzotto un po’ fatto e con la lingua nell’ora d’aria, e così via. Niente di preoccupante: piccoli parassiti della società che fanno quasi parte della fisiologia. Ultimamente è persino partito un poveraccio di casa mia

in cerca di qualche visibilità (ha in programma di presentarsi alle prossime elezioni comunali e nessuno sa chi sia, che cosa abbia fatto nella vita, che programma abbia) che, invece di andare all’Isola dei Famosi per soddisfare la sua ingenua ansia di pubblicità, si chiede che cosa stiamo mai facendo con quel famoso microscopio. Così, incurante della sua dignità (?), ignaro di tutto quanto è stato detto, scritto e documentato, il poveretto strepita tenere idiozie cercando la complicità di un quotidiano locale. Qualche suo simile lo troverà senz’altro, disposto ad unirsi al piccolo coro equino: è la legge della statistica.
Ancora una volta, nessun problema. Al massimo, sarà il magistrato a decidere che cosa fare.
Ciò che mi preme, invece, è sottolineare l’indispensabilità di affondare i nostri colpi a suon di conoscenza. Ancora oggi c’è chi mi chiede quale sia l’alternativa agl’inceneritori, come se esistesse un’alternativa a raddoppiare la quantità dei rifiuti e a renderli più tossici. C’è ancora chi mi chiede quale sia la distanza di sicurezza da una centrale a turbogas. C’è chi mi chiede perché a Brescia non si lamentino del “termovalorizzatore” premiato. C’è chi mi chiede se sia vero che Berlusconi ha miracolato la Campania. E così via.
Allora, insieme con un gruppo di addetti ai lavori, ho deciso di mettere insieme un libro che ho intitolato
“Lo Stivale di Barabba” (a voi scoprire il perché) e di pubblicarlo in edizione elettronica ad un costo bassissimo (i pur piccoli proventi andranno, come sempre, alla ricerca sulle nanopatologie).
Il 25 e il 26 ottobre, cioè il prossimo fine settimana, saremo tutti a
Gambettola, un paese tra Cesena e Rimini, impegnati in una due giorni sull’ambiente in cui ci saranno gli autori del libro, tanti rappresentanti di comuni virtuosi e tanti comitati nati per salvare l’ambiente. Chiunque potrà intervenire ponendo domande ai relatori.
Mi auguro che la partecipazione sia grande perché grandissimo è stato il nostro sforzo. Se vedremo che questo interessa sul serio, andremo avanti con un programma d’informazione, informazione vera e non quella che ci propinano i media, i politici e i professori a noleggio. Altrimenti significherà che abbiamo sbagliato tutto e che se il mondo deve morire avvelenato è cosa che non interessa che quattro gatti.
Il 29 prossimo, a Roma, alle 17.30 al
Caffé Fandango in Piazza Di Pietra 32/33 (zona Pantheon) si presenterà ancora il libro e io ci sarò in collegamento telefonico. Anche qui, spero proprio che i romani partecipino.
Dunque, a dopodomani.