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Piazze senza speranza

di Alessio Mannino - 30/10/2008

    

Mezza Italia è in piazza, in questi giorni. Sabato 25 ottobre è stata la volta del Partito Democratico di Walter Nutella Veltroni, fiancheggiato da Di Pietro solo per dire "c'ero anch'io" . Poi, nelle scuole e nelle città di tutto il Paese, occupazioni e cortei di studenti contro la politica scolastica del governo Berlusconi.
E' la riscoperta del sano istinto alla protesta? Per quanto riguarda quella miserevole messinscena di opposizione che è il Pd (e, seppur in modo diverso, dai dipietristi), lo si deve escludere nel modo più assoluto. I due milioni - o meno, non importa - che hanno affollato il Circo Massimo a Roma erano lì solo per  comunicare al mondo che il partito-vetrina di Walter esiste ancora. Una prova di muscoli e niente di più. Erano dati per dispersi, i seguaci del pensare "pacatemente, serenamente". Così si sono dati appuntamento, e hanno ricaricato le spente pile del loro leader assediato dagli avversari interni (D'Alema, Parisi e nomenclatura varia). Ma una giornata all'aria aperta non è opposizione. Tanto più se si pensa che sul lodo Alfano, su Alitalia, sulla criminale accondiscendenza verso le banche, il Pd è ambiguo quando non apertamente pappa e ciccia con Palazzo Chigi.
Di Pietro fa le sue battaglie da pm prestato alla politica, ad esempio col referendum contro l'Alfano. Sbraita di più, sostituendo di fatto la parte recitata dalla sinistra "radicale" estinta dall'arco parlamentare. Spostando il baricentro della lotta antiberlusconiana, però, sul versante legalitario. Gioca il suo ruolo, quello di oppositore duro e puro senza tuttavia battersi contro le cause dell'attuale regime. E sì che, ad esempio sulle colpe del sistema bancario, fra i suoi una certa consapevolezza c'è (vedasi Lannutti che giustamente definisce la classe politica una manica di "camerieri delle banche"). Ma il suo limite è aver scelto di far parte di un sistema oligarchico che lui si limita a voler emendare dal berlusconismo, quando invece il berlusconismo ne è solo un più volgare, ma in fin dei conti meno ipocrita, sottoprodotto (Oliviero Beha: "Berlusconi è bugiardo, non ipocrita"). Ecco perchè, pur litigando, ce lo siamo ritrovato a raccogliere firme da veltroniani.
Sulla rivolta degli studenti, al contrario, il Pd ha preso l'aire per rifarsi una verginità contestataria. Facile cavalcare l'onda studentesca. Perchè, come ogni "movimento" che sorge nei licei e nelle università da quarant'anni a questa parte, non può avere effetto alcuno sulle consolidate connivenze di casta che accomunano maggioranza e minoranza. I moti scolastici sono infatti prevedibili e innocui come le piogge d'autunno: arrivano, scaricano e passano. A ogni tentativo di metter mano al nostro scalcagnato ordinamento scolastico, si assiste ai soliti slogan e alla solita indignazione. Questo perchè ogni "riforma" è stata una pessima riforma, che in questi decenni ha ridotto la scuola italiana a un colabrodo.
Quella del ministro Gelmini, poi, non è neppure una riforma. Prevede misure per le elementari, che invece sono l'unico settore che non ha bisogno di essere ritoccato perchè funziona eccellentemente. Per il resto si tratta di pesantissimi tagli (8 miliardi di euro in tre anni) stabiliti dal maestro unico Tremonti nella manovra finanziaria approvata a luglio. Una cesoia che colpisce l'università, devastata prima dal permissivismo sulla creazione di corsi-fantasma e ora dissanguata con ragionieristica baldanza, senza neanche accennare a ripulirla da nepotismi e mafie baronali, con totale ipocrisia. I licei sono fuori dalla mannaia governativa. E invece vediamo sfilare i ragazzi delle superiori, assieme agli universitari e ai loro docenti. C'è bisogno di ribellione, ma così è solo sfogo ormonale.
E poi vediamo a Piazza Navona le botte fra "fascisti" e "antifascisti". Eh no, basta. Come ha detto una ragazza, "cosa diranno domani della nostra protesta? Parleranno di fascisti contro i comunisti? Così, sapete come andrà a finire, la protesta? Andrà a fanculo!". Provocatori o no (le parole di Cossiga sulla polizia che fomenta i disordini? e che scandalo è? si sapeva e si sa), il sistema gongola, se i ragazzi si azzuffano fra loro giocando a cartaginesi contro romani.
No, purtroppo questi giovani sono finiti nel tritacarne della strumentalizzazione politica (domani Veltroni e compari aderiranno allo sciopero nazionale). O, ancora peggio, degli utili idioti di estrema sinistra ed estrema destra che ne approfittano per la loro rivalità fra bande.