Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Ricostruire l’economia e la comunità

Ricostruire l’economia e la comunità

di Pierluigi Paoletti - 11/11/2008

Nell’arco di nemmeno due anni il prezzo del grano quotato a Chicago è più che triplicato
Salvo poi crollare in sei mesi di oltre il 60%.!!
Per le imprese della filiera del grano sono stati due anni di inferno nei quali moltissime
aziende piccole e medie del settore della pasta sono crollate non sostenendo più i costi della
materia prima e non potendo reggere il confronto con i giganti del settore che ne hanno
prontamente approfittato.
I produttori agricoli che fino al 2007 avevano visto il prezzo del grano alla metà degli anni
’80 mentre le spese del gasolio e dei concimi erano cresciuti esponenzialmente, hanno
salutato questi aumenti con gioia, gioia che però è durata quanto una calda giornata di sole
in inverno perché già oggi i prezzi pagati ai produttori sono tornati velocemente al livello
del 2006 mentre i prezzi di gasolio e concimi sono rimasti quasi ai massimi.
Che cosa ha generato questi aumenti? Un cambiamento del settore? I consumi? Niente di
tutto questo! è stato solo il passaggio delle cavallette bibliche della finanza in cerca di
profitti esasperati.
Se ancora ce ne fosse bisogno con questo vediamo l’impossibilità dell’economia finanziaria
di convivere con l’economia reale. Specialmente quando si concentrano in così poco tempo
escursioni di prezzo così importanti, su settori che non possono adattarsi per conformazione
strutturale a questa velocità esasperata.
L’economia finanziaria è impazzita e nel suo delirio si sta portandosi dietro tutte quelle
attività che da lei dipendono.
In Sardegna intanto
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=22188 continua la messa
all’asta di aziende agricole incappate nella morsa truffaldina delle banche
http://it.youtube.com/watch?v=UyGAjF50ZJE che si stanno impadronendo di uno dei territori più belli al mondo, mandando in rovina migliaia di famiglie.
Per non essere travolti dalla allucinazione del mondo finanziario al suo epilogo è necessario
svincolarsi dalla speculazione, recidere ogni legame che ci rende dipendenti dai mercati
finanziari e dalla speculazione.
Questo si può fare solo ed esclusivamente se ritorniamo al mercato locale e chiudiamo il
cerchio delle filiere. Ma la strada non è quella dei Farmers Market dove il produttore oltre a
lavorare nei campi deve snaturare la sua attività levando risorse, umane e finanziarie, per
l’attività di vendita, che per essere redditizia deve essere continuativa e non sporadica. Oggi
infatti tutti parlano di riduzione delle filiere, ma come al solito bisogna scindere il grano
dalla pula, vedere ciò che è buono e ciò che è fatto apposta per non cambiare niente.
La risposta è un poco più articolata e viene da un patto indissolubile tra i produttori, non
solo agricoli e la propria comunità che passa attraverso la ricostruzione dell’economia locale
e anche della struttura sociale. Se ci sono aziende in crisi, ci sono anche famiglie in crisi e
per questo è necessaria un’opera di ricostruzione del tessuto sociale e insieme di quello
economico. Non si può prescindere da questo. Lo si può fare solo attraverso l’uso di uno
strumento come i buoni della Solidarietà ChE Cammina che sono distribuiti gratuitamente
alle famiglie che quindi aumentano il loro potere di acquisto, che viene indirizzato alle
merci locali prodotte nella zona o nel circuito nazionale di ArcipelagoSCEC. Insieme agli
SCEC però è necessario che le aziende produttrici si associno e diano vita a strutture che
arrivino alla trasformazione e alla vendita del prodotto, senza per questo snaturare la loro
vocazione naturale: il produttore agricolo deve continuare a fare il suo lavoro e basta,
altrimenti corre il serio pericolo di fare male tutte le cose.
Se riusciamo a produrre, trasformare e vendere coinvolgendo anche tutte le imprese medio -
piccole del settore e soddisfare così la domanda del territorio, ci svincoliamo dalle assurde
logiche della speculazione e risaniamo le nostre economie locali. Oltre a questo
concentrando i passaggi possiamo tranquillamente ridurre i prezzi normalmente praticati
dalla GDO, di un 30% che può anche diventare un 50% con l’uso degli SCEC, aumentando
gli introiti per le aziende coinvolte.
Il progetto è “Il Sapore del Cuore”
http://www.centrofondi.it/articoli/sapore_cuore_progetto.htm e fa
parte dei progetti aziendali di ArcipelagoSCEC insieme al progetto per le imprese locali di
altri settori e per la razionalizzazione dei trasporti entro un raggio di 50-100 km.
Il progetto di ArcipelagoSCEC
www.arcipelagoscec.org non è solo un progetto economico
per l’adozione di uno strumento di scambio libero dal debito, ma lavora profondamente alla
ricostruzione del tessuto sociale, della comunità e dell’economia. Non è un caso che SCEC
sia l’acronimo di Solidarietà ChE Cammina.
In Calabria a Crotone, stiamo portando avanti questo progetto con due scuole, un Istituto
Agrario e un Istituto Turistico Alberghiero dove le due scuole porteranno avanti a livello sia
teorico che pratico un supermercato locale e un punto di ristoro. Nel progetto sono state
coinvolte le associazioni di categoria, Coldiretti, CIA, Confagricoltura, la Provincia, la
Curia, la Confcommercio, gli Enti Locali.
In Calabria per fortuna le forze buone si stanno coalizzando per far rinascere quei territori
bellissimi e ricchissimi. In Calabria si riparte dalla cultura, dalla formazione dei futuri
imprenditori che nascono con la cultura della Solidarietà fra tutti i componenti della
comunità e non della cultura oggi predominante dell’homo omini lupus e la speranza è che
da questo esempio ne nascano molti altri in tutta Italia.
E’ necessario tornare al concetto che l’economia deve essere strumentale all’uomo e come
dice un nativo americano, Manitonquat, L'economia dovrebbe esistere solo per garantire a
tutte le persone ciò di cui hanno bisogno e non l’uomo al servizio dell’economia come
invece sta accadendo oggi.
Per attuare questo è necessario lavorare su più fronti, quello economico e quello sociale con
lo strumento indispensabile degli SCEC i buoni della Solidarietà ChE Cammina.
Le borse intanto come dicevamo l’altra settimana cercano una base per ripartire con un
nuovo ciclo
Mentre il Dax ha ritracciato circa il 62,5% dai massimi peggior sorte ha avuto il Mibtel che
ha ritestato i minimi del 2003 ritracciando il 75% attuando una perfetta sintonia geometrica.
Dai grafici il tempo sembra maturo per un nuovo ciclo. Il fatto però è che questo sarà un
ciclo a 4-5 anni che viene dopo un doppio massimo (2000 e 2007) e per questo andiamo
ripetendo da tempo che in questo ciclo, l’ultimo del grande ciclo del dopoguerra, si
modificheranno molte cose che abbiamo conosciuto fino ad oggi. Gli esempi sono sotto gli
occhi di tutti, politica, economia, rapporti fra popoli ecc. tutto sta cambiando velocemente,
molte volte senza dare il tempo di adeguarsi ai cambiamenti così repentini.
La causa è sempre la stessa da centinaia di anni ed è il livello oramai insostenibile
dell’indebitamento e che ha portato questa recessione con i tassi di interesse ai minimi dal
dopoguerra e inescherà cambiamenti importanti in tutti i settori della nostra vita. Oggi si
continua imperterriti a proseguire con la strada iniziata da Greenspan negli anno ’90
dell’aumento indiscriminato della liquidità, che ha portato a questi enormi squilibri e sarà
proprio questo che ci porterà ad una crisi molto potente e che farà vedere il suo peggior
aspetto negli anni successivi al 2010 (quando tutti i cicli superiori a quello a 4-5 anni
spingono al ribasso, il rialzo delle borse sarà solo momentaneo e i ribassi molto pronunciati
continueranno fino alla fine -2012- 2013).
Piccola nota per i tassi di interesse di nuovo in ribasso per favorire “l’espansione del
credito”: pensiamo sia probabile la prosecuzione del ribasso per buona parte del prossimo
anno. Quando le spinte inflazionistiche generate dal potentissimo afflusso di denaro (a
debito) immesso nei mercati finanziari si riverserà sui prezzi dell’economia reale
assisteremo ad un loro repentino innalzamento.
Cose di questo tipo non sono mai accadute nella storia economica e per questo chi ha buon
senso deve necessariamente usarlo. Il crollo è inevitabile, a meno che un’illuminazione
divina investa il buon Obama e gli faccia prendere decisioni in contrasto con chi lo ha eletto
(le lobby finanziarie) come la stamnpa di una moneta di stato, la moratoria del debito, la
messa al bando dei prodotti di ingegneria finanziaria e la confisca delle immense ricchezze
accumulate dai moderni mercanti del tempio a danno dell’intera umanità.
Nell’attesa noi, nel nostro piccolo, lavoriamo alla ricostruzione e al nuovo.
That’s all folks