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Abruzzesi masochisti

di Renato Casalena - 13/11/2008

    

Il 14 luglio del 2008 mi sveglio e scopro che gran parte della giunta della mia Regione, l'Abruzzo, è stata arrestata. Si parla di un giro di tangenti nel mondo della sanità - sei milioni di euromdi mazzette - per il governatore Ottaviano Del Turco (Pd) e per molti altri assessori e funzionari. Dopo brevi festeggiamenti, mi ricompongo e comincio a riflettere.
In Abruzzo abbiamo molte associazioni e movimenti che hanno sempre fatto un gran parlare e scrivere contro questo e contro quello. Ed io da buon ingenuo pensavo: “ora che la bestia politica sanguina si coalizzeranno per cercare di infliggerle un colpo mortale”. Mi sbagliavo e di grosso, e gli eventi ai quali avrei assistito avrebbero confermato quanto da tempo temevo. E cioè che siamo così intrisi di complicità, sudditanza, connivenza, compromessi e ignoranza da perdere perfino quel briciolo di dignità per dire “ora basta!”.
Ma andiamo con ordine. Dal 2005 faccio parte del MeetUp degli Amici di Beppe Grillo di Teramo, uno dei primi, creato in tempi non sospetti. Dopo tre anni gli iscritti ai vari gruppi superano il migliaio. Un numero rilevante per una piccola regione come la nostra. Beppe Grillo è da sempre favorevole alla costituzione di liste civiche locali. Tuttavia, non appena qualcuno ha iniziato a prospettare la nascita di una lista civica regionale, la reazione è stata rapida e violenta. Sono venute fuori tessere di partito, difese di posizioni acquisite, insulti, invidie e tutta una serie di nefandezze. Risultato: i MeetUp abruzzesi non solo sono contrari, ma remano contro. Il movimento “Pescara in comune”, emanazione di uno dei gruppi del capoluogo, proibisce a chiunque anche il semplice sostegno alla nascente lista. E gli altri movimenti non sono da meno.
Il 9 settembre scorso partecipo ad una riunione con molti volenterosi abruzzesi e con alcuni esponenti della lista nazionale “Per il Bene Comune”. Sembra nascere un’intesa, ma dopo alcune settimane tutto naufraga perché, in fondo, il bene comune è un concetto debole, che tutti interpretano a modo proprio.
Per farla breve, il 30 novembre alle elezioni per il consiglio regionale ci saranno i soliti noti, amici e colleghi di quelli che c’erano ieri.
Da regione verde d’Italia a regione marrone: ecco cos'è oggi l'Abruzzo. Ha una densità pari a 124 abitanti per km quadrato, quattro volte meno della Campania e della Lombardia, ma ha il problema rifiuti. E ha la più grande discarica abusiva d’Europa. Oscar Wilde sosteneva che “vivere è un’attività che fa morire”, l’abruzzese invece sa che “anche curarsi in Abruzzo è un’attività che fa morire”, e difatti si reca sempre fuori regione. Da noi prospera la medicina preventiva, nel senso che se puoi non ti ammali e se non ne puoi fare a meno cerchi di non darlo a vedere.
Come se non bastasse sono in previsione la costruzione di inceneritori, turbogas e insediamenti per la lavorazione del petrolio e dei derivati. L’Eni vede nell’Abruzzo la prossima regione mineraria e petrolifera d’Italia, e già sta comprando inutile terreno agricolo per trasformarlo in fertile terreno oleoso.
Il nostro quotidiano di riferimento si chiama “Il Centro”, perché è scritto da chi e per chi si trova al centro. Mi piacerebbe che si chiamasse “La Periferia”, in memoria di quel tipo di abruzzese “forte e gentile” di cui oggi si favoleggia. Un tipo onesto, forse un po’ agricolo, ma schietto, furbo al punto giusto, solare e sincero come l’acqua buona, l’aria pura ed il buon cibo frutto di un’esperienza antica.
Solo venti anni fa l’autoproduzione era ancora diffusa e varia ed economie locali e tradizioni erano ancora forti. Oggi non rimane quasi niente e i pastori si sono trasformati in pecore. Il 30 Novembre, da bravi sudditi o solidali complici, gli abruzzesi marceranno ordinati verso le urne per eleggere il fustigatore di turno. Un bellissimo esempio di masochismo.