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Perché avete tolto la certificazione energetica?

di Gabriele Bindi - 19/11/2008

Il commissario europeo sull'energia chiede il perché del "colpo di mano" governativo sull'obbligo di presentare la certificazione energetica degli edifici negli atti di compravendita. La strada dell'inefficienza scelta dall'Italia non è in linea con le direttive europee...

La rivoluzione energetica non si fa con le lampadine a basso consumo. E nemmeno con approssimazioni scientifiche come la cattura del CO2 e il carbone pulito. L’obiettivo di ridurre di emissioni di anidride carbonica (CO2) non dovrebbe distoglierci dall’impegno più importante: limitare le dispersioni termiche degli edifici e gli usi irrazionali di energia. Il governo italiano ha però vanificato gli sforzi del nostro paese per la riduzione dei consumi energetici nell'edilizia con un colpo di spugna sull'obbligo delle certificazioni. La Commissione Europea ci guarda ora con sospetto.

"Nel quadro della procedura d’infrazione già in corso per mancato rispetto della direttiva 2002/91/Ce sul rendimento energetico in edilizia, la Commissione europea chiederà alle autorità italiane di fornire informazioni sulla legge in questione e sulla sua compatibilità con la direttiva”. Sono parole del Commissario europeo sull’energia, Andris Piebalgs. La legge in questione è quella con cui l’Italia ha abolito l’attestato di certificazione energetica che era obbligatorio negli atti di compravendita di interi immobili o singole unità immobiliari con l’entrata in vigore della legge n. 133 del 6 agosto 2008. Il governo italiano dovrà fornire una risposta entro sessanta giorni.