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Zerismo

di Giuliano Corà - 30/11/2008

    

Sulla bella "dichiarazione d’intenti" di De Marco andrò per punti. Partiamo dall’unico che sostanzialmente non mi ha trovato d’accordo: “la definizione di una nuova ideologia, o meglio, visione del mondo”. Potremmo scrivere volumi, su questi due termini, ma questo non è certo il luogo. Tuttavia alcune cose essenziali devono essere dette. Trovo inconciliabili, inaccostabili questi due termini; trovo inammissibile considerare il secondo quasi un sinonimo del primo; e infine, come ora cercherò brevissimamente di spiegare, non posso pensare che all’interno di MZ si parli di "ideologia".
Perché il punto è proprio questo. Non occorre che spieghi a  te cosa significa una ideologia di riferimento. Significa prima di tutto una ortodossia, con tutto ciò che questo termine implica, con tutto ciò che abbiamo visto essergli collegato in anni (tragici) di varie militanze politiche: libri sì e libri no; idee sì e idee no; soprattutto uomini – ma meglio ancora preferisco dire persone – sì e persone no.
E non basta. Un’ideologia, oltre e conseguentemente a questo, significa "partito", cioè strutture, e le strutture significano denaro e potere, e il potere significa immobilità, significa rinunciare a sognare per “sporcarsi le mani” (espressione che ho sempre visceralmente odiato, in quanto intende rivendicare come merito quello che è il peccato massimo, quello della simonia spirituale e del compromesso). Un’ideologia significa schieramenti, bandiere, amici e nemici. Significa qualcuno a cui devi dir sempre di sì, perché "è dei tuoi"; qualcun altro cui dirai comunque e sempre di no, perché "sta con gli altri". Forse ti ho già raccontato di quanto mi rivoltasse intimamente quando, nel Pci, se dicevi di qualche dirigente: "Ma è una testa di c****", ti si rispondeva: "Sì, ma è un bravo compagno", e io non voglio trovarmi un giorno a dover dire, di una testa di c**** presente tra noi: "Sì, ma è un bravo zerista".
Ideologia è soffocamento e schiavitù dello spirito e della mente, è asservimento ad un "padrone", sotto una forma purchessia. Un’ideologia di riferimento è un mondo di riferimento, spesso poco o nulla relazionato con quello reale, una specie di Second Life perversa in cui tutte le regole cambiano, anche quelle linguistiche, per cui – permettimi quest’ultima considerazione, forse non fondamentale ma nemmeno secondaria – io trovo che Zerismo sia un orribile neologismo, e non ho mai pensato di dirmi zerista, meno ancora di quanto una volta mi dicessi comunista, termine che almeno una sua dignità linguistica e storica ce l’ha.
"Visione del mondo", caro Marco, è tutta un’altra cosa, ed evidentemente non occorre che ti spieghi nemmeno questo, visto che proprio tu lo dici con parole alate nel tuo scritto. La nostra visione del mondo (la mia, per lo meno) è romantica e "futurista", sì (e chi imporrebbe al futurista le pastoie di un’ideologia?!), ma vuole ritrovare quel passato, quella tradizione e quelle radici che il mondo ha follemente strappato da sé. La nostra visione del mondo vuol farla brillare, quella "luce celeste" di cui tu parli, ad onta di qualsiasi maitre à penser. Per la nostra visione del mondo, ognuno di noi ama “la contrapposizione e la sfida”, sempre e comunque padroni di noi stessi, assolutamente liberi. Così, per lo meno, io ho sentito la mia partecipazione a MZ, così voglio continuare a sentirla.
Lasciami concludere con una nota personalissima. Mi ha colpito e commosso, trovare, nel tuo scritto, l’espressione “gli svegli e i risvegliati”. L’ho considerato un segno, dato che da qualche tempo mi dico Buddista e seguo il Sentiero di Mezzo del Buddha Sakyamuni, un segno soprattutto di misura per il nostro orgoglio, per la parte che comunque crediamo di poter svolgere: là dove il primo raggio del Nobile Ottuplice sentiero ci ricorda che ogni realtà è sostanziale e impermanente. Anche le ideologie, anche Movimento Zero.