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Home / Articoli / "Noi lanciamo sogni con la fionda"

"Noi lanciamo sogni con la fionda"

di Remi Kanazi - 30/12/2008

Remi Kanazi è un palestinese cresciuto negli Stati Uniti, che scrive in inglese per il sito Axis of Logic. Da cui riprendiamo questa poesia  dedicata a ciò che lui ha visto in questi giorni a Gaza. La pessima traduzione è mia.

La foto della bambina di Gaza è di questi giorni.

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Una poesia per Gaza
Remi Kanazi. Axis of Logic

28 dicembre 2008

Non avevo mai conosciuto la morte, prima di vedere il bombardamento di un campo profughi
crateri riempiti di caviglie sfigurate, di tronchi schizzati
ma nessuna traccia di un volto, solo l'impressione di un urlo evanescente
non avevo mai capito il dolore
finché una bambina di sette anni non si è aggrappata alla mia mano
ha alzato lo sguardo, con dolci occhi bruni, in attesa di qualche risposta
ma io non ne avevo
avevo solo il fiato trattenuto e penne seccate in tasca
che non potevano riempire pagine di comprensione o di risoluzione

Nell'altra mano, lei teneva la chiave della casa di sua nonna
ma io non potevo aprire la cella che ingabbiava i suoi fratelli maggiori
Hanno detto, che noi lanciamo sogni con la fionda perché l'altra parte percepisca la presenza di nostro padre
Un artigiano
costruiva case in luoghi in cui nessuno costruiva
e quando è caduto, è caduto in silenzio
un proiettile calibro .50 gli aveva trapassato la gola, stracciandogli le corde vocali
troppo vicino al muro
il suo martello deve essere stato un'arma
che invadeva le colline dei coloni e la demografia

Così sua figlia studia la matematica
sette esplosioni moltiplicate per otto cadaveri
uguali quattro risoluzioni del Congresso
sette elicotteri Apache moltiplicati per otto villaggi palestinesi
uguale silenzio e una seconda Nakba
Il nostro tasso di natalità meno il loro tasso di natalità
è uguale a un mare e 400 villaggi ricostruiti
uno stato più due popoli... e lei non riesce a smettere di piangere
non ha mai conosciuto la rivoluzione o la giusta equazione
tira con forza la carta con le punte delle dita
alla ricerca delle risposte
ma ci sono solo insegnanti
alza gli occhi al cielo e vede stelle di David che demoliscono lo squallore con
missili Hellfire

Pensa indietro a parole e ricordi del suo ultimo abbraccio, prima che lui si voltasse e cadesse
ora lei tira su acqua sporca dai pozzi, mentre gli insediamenti dividono e conquistano
e l'assassino di suo padre se ne sta seduto sulla spiaggia a parlare come gli europei
Lei pensa indietro a parole, mentre loro pensano all'indietro
a nozioni oscene e confusione indigena

Questa è la nostra terra!, lei dice
ha sette anni
Questa è la nostra terra!, lei dice
non le serve un libro di storia o un insegnante in classe
lei ha questi muri, questo cielo, il suo campo profughi
non conosce alcuna equazione adeguata
ma vede le mie penne seccate
non attende più le mie risposte
stringe semplicemente la chiave della nonna... alla ricerca di inchiostro.