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Quindi è tutta colpa di Hamas?

di Toni O'Loughlin - 30/12/2008

 
  
 

Israele ha montato una campagna di pubbliche relazioni per convincere i cuori e le menti del mondo che è Hamas che va biasimata per la morte e la distruzione che appare sugli schermi televisivi.
Punto per l'ondata di critiche internazionali giunte in precedenza nel corso dell'anno, quando Israele ha invaso Gaza per bloccare il lancio di razzi da parte dei militanti, in un'operazione molto più ridotta di quella attualmente in corso, Israele ha deciso di passare all'offensiva.
"Nel passato il nostro primo ministro riceveva telefonate da funzionari e politici di alto rango Quando ha detto, 'Sicuramente voi capite la questione del lancio dei razzi' loro rispondevano, 'quali razzi?'", ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri Yigal Palmor.
Quindi, mentre l'esercito metteva insieme le sue forze, il ministero degli esteri affilava il suo messaggio e radunava il suo staff, pronti per l'attacco di sabato.
I diplomatici israeliani erano richiamati dalle vacanze e rispediti nei loro uffici e nella città del sud d'Israele di Sderot, lungo il segmento nord del confine di Gaza, dove si apriva un centro multilingue per aggiornare i giornalisti stranieri.
Quindi, al momento giusto, il ministro degli esteri, Tzipi Livni, avrebbe preso la cornetta, composto il numero del ministro degli esteri britannico, David Miliband, del segretario di stato USA Condoleeza Rice, del segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, e del responsabile della politica estera dell'UE Javier Solana, oltre ai ministri degli esteri di Russia, Cina, Francia e Germania [e Frattini? - ndt].
Ieri ha anche istruito due autobus peini di un'ottantina di rappresentanti e dignitari internazionali nella sala stampa di Sderot.
"Abbiamo creduto che fosse essenziale mostrare il contesto nel quale le decisioni di Israele vengono prese e che c'è una sequenza di eventi", ha detto Palmor.
Per Israele la catena degli eventi che porta a questo attacco non comincia con la sua occupazione del territorio palestinese nel 1967, che sarebbe invece l'opinione dei palestinesi. Comincia invece tre anni fa con la sua decisione di ritirare le sue installazioni militari e i suoi insediamenti coloniali da Gaza.
"Potremmo partire dal 1948 [con il piano di partizione della Palestina storica per creare lo stato d'Israele] ma se vogliamo limitarci alla situazione attuale, comincerei dal ritiro del 2005", dice Palmor.
I militanti palestinesi hanno dichiarato che l'evacuazione è stata una vittoria dovuta alla loro campagna di lancio di razzi sui centri abitati del sud d'Israele.
Dopo aver costruito un muro attorno a Gaza prima del disimpegno, Israele impose successivamente un blocco che si faceva sempre più rigido, impedendo ai lavoratori di Gaza di entrare in Israele alla fine del 2005, e quindi impedendo il commercio di Gaza nel 2006, fino ad arrivare al 2007, quando iniziarono a soffocare anche l'aiuto umanitario.
Alla domanda se la campagna stava funzionando, Palmor ha risposto che era troppo presto per dirlo.
Tuttavia, mentre l'attacco ieri stava iniziando, il messaggio, dovuto o meno alla campagna di Israele, veniva pubblicamente ripetuto in tutto il mondo.
La Rice accusava Hamas per "aver rotto il cessate il fuoco e aver dato nuovamente inizio alla violenza", mentre il presidente dell'autorità palestinese, Mahmoud Abbas, diceva che l'attacco avrebbe potuto essere evitato [se non fosse stato per Hamas - ndt].
"Li abbiamo avvertiti di questo grave pericolo e abbiamo detto che dovevamo togliere di mezzo tutti i pretesti usati da Israele", ha dichiarato ieri Abbas, mentre l'attacco era ancora in corso.

[The Guardian, 28 dicembre 2008 - Traduzione di Gianluca Bifolchi per Achtung Banditen]