Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L’attacco israeliano a Gaza: alcune reazioni nel mondo arabo

L’attacco israeliano a Gaza: alcune reazioni nel mondo arabo

di redazionale - 31/12/2008



Parlando ad al-Jazeera, alcuni commentatori ed esponenti politici hanno condiviso le loro opinioni sull’aggressione israeliana alla Striscia di Gaza.


Osama Hamdan, rappresentante di Hamas in Libano

“Io credo che quanto è accaduto oggi sia la continuazione del crimine collettivo di Israele contro i palestinesi”.

“Cos’è accaduto negli ultimi tre anni nel corso dei quali i palestinesi hanno sofferto l’assedio?”

“Gli israeliani si aspettavano che la gente avrebbe reagito contro la resistenza e contro Hamas, ma questo non è accaduto negli ultimi tre anni. Questo significa che essi devono dare inizio ad azioni molto dure contro Hamas”.

“Hanno attaccato 32 obiettivi a Gaza, ci aspettiamo che le vittime arriveranno a…200”.

“Vi è una chiara reazione da parte dei palestinesi a Gaza. Essi chiedono vendetta. Chiedono che la resistenza palestinese reagisca contro l’occupazione”.

“Io credo che Israele non stia imparando la lezione. Non comprendono che questo tipo di aggressione contro i palestinesi crea un nuovo ciclo di violenza all’interno della Palestina. Quest’aggressione non sconfiggerà la resistenza palestinese”.

“Stiamo parlando di sei decenni di occupazione e, finora, il popolo palestinese ha resistito. Quello che è accaduto oggi a Gaza non fermerà la resistenza, non sconfiggerà il popolo palestinese. Saranno loro a trovarsi di fronte ad una reazione della resistenza palestinese”.

“Il processo di pace è completamente fallito; dunque dobbiamo parlare di un nuovo processo nella regione, che si suppone debba partire dal ripristino dei diritti dei palestinesi e dall’impegno a rispettare questi diritti”.

“Nessuno accetterà in questo momento qualsiasi discorso a proposito di un processo di pace, poiché chiunque sa che il popolo palestinese è stufo di 17 anni di negoziati che non hanno portato ad alcun risultato”.

“L’altra cosa che credo stia accadendo ogni mattina, è che i palestinesi ritengono che non vi sarà alcuna soluzione, se non vi sarà una resistenza”.


Azzam Tamimi, direttore dell’Institute of Islamic Political Thought


“Ricordate ciò che Tzipi Livni ha detto in Egitto dopo il suo incontro con il presidente Hosni Mubarak e con il ministro degli esteri egiziano: essa ha fatto un chiaro ammonimento, non semplicemente riguardo ad un atteggiamento di ritorsione da parte di Israele, ma riguardo ad un vero e proprio cambiamento a Gaza”.

“E’ questo il motivo per cui sospetto che questa operazione non sia intesa come un attacco limitato, bensì come un’operazione volta a rovesciare definitivamente il regime di Gaza; altrimenti, perché Israele prenderebbe di mira le forze di polizia?”

“Non sono loro a lanciare i razzi contro Israele – le forze di polizia mantengono l’ordine a Gaza. Questa è un’operazione volta a creare il disordine , ed io sospetto che l’Egitto e Ramallah siano collusi con questo attacco (a Ramallah si trova la sede dell’Anp, ndt)".

“Israele non avrebbe mai condotto un attacco così massiccio senza avere prima il ‘via libera’ da parte di gente che conta – ad esempio gli Stati Uniti, alcune potenze europee, ed anche l’Egitto e Ramallah”.

“Hamas non ha detto che voleva rinnovare la tregua, voleva rinegoziare la tregua sulla base di nuove condizioni. Hamas voleva una tregua con gli israeliani che avrebbe portato alla fine dell’assedio”.

“Sfortunatamente, siccome il mediatore egiziano è stato un mediatore disonesto, che parteggiava per Israele e per Ramallah, la tregua non ha portato il vantaggio maggiore che avrebbe dovuto portare, e cioè la fine dell’assedio”.

“Così Hamas ha detto: ‘se volete rinnovare la tregua, mettete fine all’assedio ed aprite i valichi’. Ma gli egiziani non avrebbero accettato una cosa simile. Israele non avrebbe accettato una cosa simile”.

“Gli israeliani non erano interessati a rinnovare la tregua. Il governo del Cairo era determinato ad infliggere un colpo fatale a Hamas, e così hanno dato il ‘via libera’ ad Israele, io temo”.


Ephraim Sneh, ex viceministro israeliano della Difesa
 
"L’obiettivo di queste operazioni sono le strutture di governo di Hamas a Gaza”.

"Il fatto che Hamas, per un anno e mezzo, abbia controllato Gaza trasformandola in una base iraniana alle porte di Israele per noi è una situazione inconcepibile e inaccettabile”.

"La colpa è di Hamas... Quando hanno preso il potere, non hanno attratto investitori, hanno importato istruttori delle Guardie rivoluzionarie iraniane".

"Nel lungo periodo, Gaza non sarà governata da Hamas. E’ incredibile quanto siamo preoccupati".

"Non c’è un solo paese al mondo che accetti per diversi anni che i suoi cittadini siano sotto il fuoco permanente dei razzi".


Mustafa Barghouthi, ex ministro dell’Informazione palestinese

"Israele non sta colpendo solo Hamas. Israele sta colpendo l’intera popolazione palestinese, che si è trovata con 200 famiglie con figli, mariti e padri morti”.

"Oggi a Gaza non è rimasto niente, né pane, né carburante, ne elettricità, né i medicinali per curare i feriti”.

"Questo attacco criminale è diretto all’animo del popolo palestinese. E’ un tentativo di abbattere la richiesta di libertà, di indipendenza e di giustizia dei palestinesi”.

"Israele è responsabile di questa escalation. C’era un cessate il fuoco che tutti hanno rispettato, compresa Hamas, ed stata Israele a violare quel cessate il fuoco... a preparare il terreno per questo bagno di sangue che i politici israeliani stanno usando come forma di competizione nelle elezioni israeliane”.

"Questa è un atto criminale, senza precedenti, inaccettabile e Israele avrebbe paura di andare così oltre se non ci fosse il silenzio della comunità internazionale di fronte a questi crimini inumani”.

"E’ impossibile mettere Hamas sullo stesso piano di Israele. Fino a oggi, tutti i razzi sparati da Hamas non hanno ucciso un solo israeliano*”.

"Durante lo stesso anno del cosiddetto processo di pace di Annapolis, Israele ha ucciso 546 palestinesi, compresi 76 bambini, di cui più della metà in Cisgiordania”.

"L’aggressione viene da una parte sola. Israele ha probabilmente il quarto esercito pi grande del mondo, è il quarto pi grande esportatore mondiale di armamenti, possiede testate nucleari”.

"Oggi, ha utilizzato 60 sofisticati caccia contro Gaza, che non ha niente con cui difendersi”.

"Israele vuole questa escalation per rompere la spina dorsale del popolo palestinese, ma non ci abbatteranno".


Daniel Levy, direttore del Middle East Initiative presso la New America Foundation 

"Gli Stati Uniti vedono tutto questo attraverso le lenti della guerra al terrorismo, la guerra al Male. vedono le istituzioni civili di Hamas, anche la polizia, come una sorta di obiettivo legittimo”.

"Parte del problema è che, per uscire da quella che è stata una grave escalation, sarebbe necessario un intervento internazionale”.

"A Washington è un momento di transizione, dunque la domanda è: 'Riuscirà il Quartetto a trasformare questi appelli passivi a una fine delle ostilità in un intervento attivo?'”

"In Libano nel 2006, ci sono voluti 30 giorni per un reale intervento internazionale in quella che è stata una situazione terribile per i libanesi, e anche per i civili israeliani, cosa che fa sperare che questa volta ci sia un’azione”.

"E’ importante capire che questa volta c’è la rabbia di Israele per quello che è accaduto la scorsa settimana riguardo i razzi sparati [da Gaza] nel Paese. Bisognerebbe anche ricordarsi che fino a oggi non ci sono state vittime”.

"In Israele è anche un periodo di elezioni, dunque c’è molta politica in quello che sta succedendo. Non sentirete molti israeliani parlare di decapitare Hamas”.

"Quello di cui li sentirete parlare è di creare una realtà nuova che muti l’equilibrio nella capacità di  deterrenza di Israele e metta le cose in una posizione migliore per Israele”.

"L’azione di oggi è stata una escalation effettiva rivelatasi sproporzionata, ed è molto improbabile che che raggiunga quell’intento meno drammatico”.

"Ci sono migliaia di persone colpite. Non vedo come ciò possa aiutare Israele, se in fin dei conti veda se stesso come un vicino pacifico per gli altri popoli e paesi del Medio Oriente”.

"C’è, tuttavia, un livello significativo di unità in Israele circa le giustificazioni di questo attacco”.

"Una cosa che bisognerebbe chiedersi è: 'Ci sarà unità dalla parte palestinese e araba, per dire effettivamente, abbiamo bisogno dell’unità palestinese, dobbiamo togliere l’assedio su Rafah, e continuare a parlare con Israele a queste condizioni’”.

"Mi chiedo se vedremo questo tipo di unità sul fronte arabo".

L’articolo in lingua originale

* a oggi (30 dicembre 2008) sono quattro (tre civili e un soldato) gli israeliani uccisi dai razzi palestinesi, ndt