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Il governo d'Israele rifiuta ogni proposta di tregua

di Christian Elia - 31/12/2008




Difficile dire se qualcuno si aspettasse davvero che il gabinetto di sicurezza israeliano, che comprende le più alte cariche politiche dello stato ebraico, riunitosi in mattinata a Tel Aviv, approvasse la tregua di 48 ore chiesta dalla Francia per motivi umanitari. Nel dubbio, il governo d'Israele ha deciso di non fermare le operazioni.

Poche speranze di tregua. In realtà era prevedibile. Solo ieri il primo ministro Olmert aveva annunciato che i raid aerei erano solo il primo passo di una serie di operazioni che, sempre più, fanno temere un'escalation del conflitto. ''Questa proposta non contiene garanzie di nessun tipo che Hamas fermi il suo lancio di razzo e il traffico di armi'', ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Yigal Palmor, al quotidiano israeliano Ha'aretz. ''Non è realistico aspettarsi che Israele attui un cessate il fuoco unilateralmente senza un meccanismo che rafforzi la cessazione del terrorismo di Hamas''. La proposta 'irrealistica' di Parigi prevedeva la sospensione degli attacchi al fine di far transitare, per 48 ore appunto, aiuti umanitari per la popolazione civile a Gaza in ginocchio. Il premier Olmert, il ministro degli Esteri Livni e quello della Difesa Barak hanno fatto sapere, però, di prendere in considerazione la proposta di tregua permanente proposta dalla Unione europea. Magari, per il direttorio israeliano, questa proposta è più attuabile, anche se non si capisce come.

Un'altra notte di sangue. Anche ieri notte i cacciabombardieri con la stella di David hanno colpito le macerie di Gaza. L'operazione Piombo Fuso continua. Secondo un portavoce militare israeliano dalla mezzanotte sono stati 35 i raid aerei compiuti sulla Striscia. Continua anche il lancio di razzi verso Israele ed è stata colpita una scuola a Beer Sheva, per fortuna vuota. "Erano civili come minimo il 25 percento di tutti coloro che sono stati uccisi a Gaza e il loro numero potrebbe senz'altro essere anche più elevato di quello conosciuto fino a ora", ha commentato Christopher Gunness, portavoce dell'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Soccorsi ai Rifugiati Palestinesi. Il bilancio, per il momento, secondo a fonti ospedaliere locali, i morti accertati sarebbero almeno 390, mentre i feriti sarebbero circa 1.900. ''Israele vuole una soluzione duratura, non una soluzione tampone che può riesplodere nel giro di un mese'', ha detto Mark Regev, portavoce del premier Ehud Olmert, spiegando che l'offensiva militare non sarà sospesa fino a quando non saranno raggiunti gli obiettivi. ''A questo punto riteniamo che sia importante continuare a tenere sotto pressione la macchina militare di Hamas. Ma Israele amplierà gli sforzi umanitari per la popolazione innocente di Gaza, consentendo l'ingresso di 100 camion di aiuti e ricoverando in ospedali israeliani un gran numero di abitanti di Gaza rimasti feriti negli attacchi''.