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Quirinale presenziale per un Napolitano presidenziale

di Giancarlo Chetoni - 06/01/2009

Fonte: cpeurasia

 
 
Che cosa cela la sovraesposizione mediatica del Colle? Quali manovre sono in atto?



Da dove venga, cos’abbia fatto Giorgio Napolitano, come si sia lavorato con Mancino, con la Procura Generale della Cassazione e con i componenti laici del CSM i PM Forleo e De Magistris o, di recente, Capo e Sostituti di Salerno, lo sanno anche le pietre.
Perché il Quirinale, Villa Rosebery e Castelporziano costino alle tasche dei contribuenti centinaia di milioni di euro all’anno, lo abbiamo già scritto. Che genere di rapporti abbia coltivato per decine d’anni l’attuale Presidente della Repubblica con le Amministrazioni USA e cosa sia successo alla Casa Bianca o al Quirinale quando ha stretto con trasporto mani di criminali di guerra come Bush e Cheney che grondano del sangue di milioni di uomini, di donne, di anziani e bambini, anche.

Servirebbe un’analisi approfondita sui perché delle sollecitazioni che il Colle esercita a scadenze sempre più ravvicinate a sostegno del Barnum di Palazzo Chigi, del federalismo di Bossi & Amici, sul via libera concesso senza batter ciglio al chiacchieratissimo Lodo Alfano o sulle motivazioni che spingono Giorgio Napolitano a condividere con Berlusconi una Riforma della Giustizia che sequestri i Pubblici Ministeri e imponga uno stop alle intercettazioni telefoniche anche per gravi reati contro la Pubblica Amministrazione. E altrettanto bisognerebbe fare per mettere a fuoco le ragioni che portano la Presidenza della Repubblica a sollecitare PdL e PD ad abbandonare ogni “asprezza polemica“ nel confronto politico come gli inviti altrettanto pressanti a far comunella.
Un confronto politico nei fatti inesistente, sofisticato nell’assegnare spazi e competenze e insieme pagliaccesco, messo in piedi da una “classe dirigente“ che parassita le tasche e confonde a meraviglia le teste degli italiani.
Ma non è questo che al momento ci interessa di più, perché c’è ben altro da mettere in piazza.
Sentiamo uscire dal Quirinale equiparazioni tra “antisionismo” e “antisemitismo” che non reggono un rapido riscontro sullo Zanichelli, dichiarazioni sull’impegno irrinunciabile dell’ Italia per la creazione di un “nuovo Ordine Mondiale”, leggiamo dappertutto la necessità di una collaborazione sempre più stretta con l’Alleanza Atlantica come sulla “sicurezza“ del Paese che va difesa, senza che ci venga spiegato il perché, in Afghanistan. Affermazioni condite con l’usuale paccottiglia della fedeltà dell’ Ita(g)lia ai “trattati” sottoscritti in ambito internazionale.

Lo “straccione” pashtun, mitragliato a casa sua dagli A 129 Mangusta e bombardato dai Tornado IDS dell’Aeronautica Militare, per Napolitano rappresenta una “minaccia” alla libertà e alla democrazia nostrana. Uno “straccione” che ci verrà a costare nel 2009, funerali esclusi, la bazzecola di 484 milioni di dollari, 147 in più sul 2008, tanto per dare un aiutino a disoccupati, anziani, precari, cassaintegrati e famiglie monoreddito che non arrivano alla terza settimana del mese.
Ci rimbombano nelle orecchie appelli pieni zeppi di ributtante ipocrisia pacifinta, le dichiarazioni contro organizzazioni “terroriste“ sostenute da incontestate volontà popolari, ci scorrono davanti agli occhi le immagini dell’ intervento del Capo dello Stato al plenum della Lega Araba in Egitto a favore di “Israele“, che provocano enormi danni alla credibilità e agli interessi commerciali del (nostro) Paese nel Mediterraneo, in Medio Oriente, nel Golfo Persico, in Africa e in Asia; passiamo al setaccio i comunicati di agenzia che danno notizia di un ‘amichevole conversazione telefonica di Napolitano con Peres, premio Nobel della Pace, quando gli F 16 di Barak hanno appena finito di ammazzare oltre 500 palestinesi ferendone più di 2.000 e… ci preoccupiamo. A banda larga.
Vediamo all’opera una regia presenziale e, quel che è peggio, presidenzialista di ampio respiro e di prevedibile lunga durata che parte dal Quirinale e da Palazzo Chigi con l’input dei Poteri Forti, Bancari e Industriali , finalizzata ad annientare gli spazi, ormai residuali, di agibilità politica di milioni di italiani e di libera organizzazione del Lavoro che non possono essere demandati alla Banda dei Quattro: Angeletti, Bonanni, Cofferati e Polverini.
Presenziale perché lo spazio che i TG di Rai e Mediaset dedicano all’Inquilino del Colle è ormai invasivo. Il Quirinale batte regolarmente sui network anche il Cavalier di Arcore.
Presidenzialista perché le attribuzioni di guida politica che il Capo dello Stato intende esercitare nella sostanza sono già ampiamente fuori dalle prerogative che gli attribuisce il cosiddetto Dettato Costituzionale.
Il Presidente della Repubblica sta preparando il terreno a Fini, che identifica a Natale nella conferenza video-satellitare Afghanistan-Centro COI di Centocelle come un… giovin Ufficiale delle Forze Amate della Camera?

Battuta innocente, senile, o desiderio inconscio di poter blindare, militarizzare un po’ alla volta con il sostegno del Presidente della Camera l’Assemblea di Montecitorio mettendo d’accordo Berlusconi, Bossi, La Russa, Veltroni e Casini ?
Esiste o no una manovra preliminare a tenaglia che punta ad imporre al popolo italiano il Piano di Rinascita Nazionale di Licio Gelli & Amici della Loggia Propaganda 2?
Quello che succede ci dice, giorno dopo giorno, che se ne vedono almeno i segnali.
Il frutto è marcio, e Napolitano sa perfettamente che la Repubblica ha da tempo la buccia di color giallo cadavere in avanzato stato di decomposizione.
Per tentare di fermare un processo altrimenti inarrestabile di implosione occorre costruire una struttura dello Stato occhiuta, dotata di un apparato mediatico, istituzionale e repressivo capace di annientare sul nascere ogni tentativo di aggregazione sociale e politica ritenuta potenzialmente destabilizzante.
Intanto a pelle avvertiamo già da ora un lento ma costante processo di costruzione di una “democrazia“ autoritaria, che invoca per darsi muscoli e corpo il mantra delle Riforme Costituzionali Condivise.