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Appello all'Assemblea generale dell'ONU sui crimini di Israele

di Il comitato del Tribunale di Brussells - 22/01/2009

 

Appello del "Comitato del Tribunale di Brussels" a favore di un'azione dell'Assemblea Generale e di misure nei confronti di Israele


Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non è riuscito a fermare gli enormi crimini di guerra a Gaza.

Un’urgente azione da parte dell’Assemblea Generale dell’Onu è necessaria e possibile.

L’impunità di Israele deve essere fermata da un’azione collettiva della comunità mondiale.

 

Dopo quasi due settimane di impotenza, durante le quali si stima che 790 palestinesi siano stati uccisi a Gaza -tra cui 230 bambini- e altri 1080 bambini sono tra i 3300 feriti, Il Consiglio di Sicurezza ha votato – con l’astensione degli Stati Uniti – una debole e indeterminata risoluzione che non è riuscita a costringere lo stato di Israele a fermare il suo criminale assalto alla popolazione occupata di Gaza, circondata ed incapace di evitare di essere massacrata.

Oggi, il gabinetto di sicurezza del governo di Israele, manifestando nuovamente il suo disprezzo verso gli obblighi derivanti dall’essere un membro delle Nazioni Unite, ha rigettato questa risoluzione senza esitazioni, sostenendo che lo stato di Israele non ha mai accettato che “un organo esterno” potesse determinare la sua politica militare, ritenendo la risoluzione “non praticabile”, una risoluzione, questa, che era anche dalla parte di Israele, non citando Hamas, il governo eletto della Palestina. In altre parole, il massacro continuerà, a prescindere dal fatto che il Consiglio di Sicurezza richieda la sua fine o meno.

L’impunità di Israele e la complicità del Consglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

Questa conseguenza è la dimostrazione che Israele agisce con sistematica impunità. E’ anche prova, come riconosciuto dal Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Miguel d’Escoto-Brockmann, che il Consiglio di Sicurezza è “mal funzionante”, giustificando, con delle omissioni, gravi e massicci abusi dei diritti umani, quando questi sono perpetrati da uno dei suoi membri permanenti o dai loro alleati.

Nel fare ciò, e nonostante schiaccianti prove – più volte trasmesse in televisione – dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità israeliani a Gaza, che portano alla sostanziale prova del crimine di genocidio contro la popolazione palestinese,  il Consiglio di Sicurezza ha effettivamente dimostrato che non può – o non vuole – mantenere la pace internazionale, la sicurezza e non vuole soddisfare il diritto nazionale della popolazione palestinese di vivere in pace, libera nella sua terra.

Uniti per una risoluzione di pace

Il mondo ha bisogno di non far durare questo orrore. Un meccanismo che possa portare la salvaguardia della pace, della sicurezza internazionale e della popolazione palestinese, fuori dalle mani del Consiglio di Sicurezza e affidarla all’intera comunità mondiale, rappresentata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il Presidente dell’Assemblea Generale,  d’Escoto-Brockmann sostiene questo meccanismo e la Malaysia ha già ottemperato agli obblighi procedurali necessari a uno stato membro per fare una tal proposta.

Alcune ore prima che il Consiglio di Sicurezza votasse una risoluzione così debole e mancante di un meccanismo coercitivo, tanto che Israele ha potuto accantonarla, si sarebbe dovuta tenere una sessione di emergenza dell’Assemblea Generale. E’ evidente che questa prospettiva ha forzato il Consiglio di Sicurezza ad agire, per bloccare l’appello alla Risoluzione n. 377. Visto il risultato, e considerato il rigetto di Israele all’autorità del Consiglio di Sicurezza, è urgente che questa sessione di emergenza venga indetta e che imponga un immediato cessate il fuoco a Israele, considerando la schiacciante volontà della comunità internazionale e della gente ovunque, oppure affronti l’ostracismo internazionale.

Israele teme la Risoluzione n. 377

Secondo la Risoluzione n. 377 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, speciali sessioni di emergenza della stessa Assemblea sono autorizzate ad intervenire in luogo  del Consiglio di Sicurezza, laddove questo “fallisca nell’esercitare la sua primaria responsabilità di mantenimento della sicurezza e della pace internazionale”. Il governo stesso di Israele ha garantito il fallimento del Consiglio di Sicurezza nell’esercitare la sua primaria responsabilità del mantenimento della sicurezza e della pace internazionale.

Il fatto che le violazioni da parte di Israele delle leggi umanitarie internazionali e delle leggi sui diritti dell’uomo a Gaza siano così evidenti e il fatto che Israele rigetti l’autorità del Consiglio di Sicurezza, suggerisce come unica strada possibile – e come ultima risorsa per la popolazione palestinese di Gaza – la convocazione di una sessione di emergenza dell’Assemblea Generale, dove non è possibile esercitare il diritto di veto, per imporre ad Israele un immediato cessate il fuoco, supportato da credibili misure collettive.

Un’urgente chiamata ad agire

Come sostenuto dalla comunità palestinese per i diritti umani nel loro appello a ricorrere alla Risoluzione n. 377 : “la popolazione civile dell’occupata Striscia di Gaza continuerà inevitabilmente a soffrire dure perdite senza l’intervento esterno della comunità internazionale.”

Nel rinnovare l’appello ad invocare la Risoluzione n. 377, noi sosteniamo la richiesta dell’inviato speciale Richard Falk a “tutti gli stati membri, a tutti i rappresentanti e ad ogni organismo rilevante all’interno del sistema delle Nazioni Unite, di attivarsi  con le regole dell’emergenza non solo per condannare le gravi violazioni di Israele, ma anche per sviluppare nuove forme di approccio per fornire una protezione reale alla popolazione palestinese.”

Solo l’Assemblea Generale può imporre, laddove il Consiglio di Sicurezza fallisce, un immediato cessate il fuoco a Israele.

Noi chiediamo ai gruppi per i diritti umani, agli avvocati e alle organizzazioni legali, ai sindacati, agli intellettuali, ai movimenti contrari alla guerra e a tutte le persone di coscienza di sostenere il Presidente d’Escoto-Brockmann nella sua richiesta di convocazione di una sessione d’emergenza dell’Assemblea Generale in ottemperanza alla risoluzione n. 377 e a partecipare al crescente boicottaggio internazionale e alle sanzioni del movimento contrario a Israele.

Noi chiediamo alle organizzazioni per i diritti umani in seno all’ONU di autorizzare una effettiva indagine sui crimini di guerra e sui crimini contro l’umanità di Israele, inclusi gli omicidi volontari, l’uso di armi bandite a livello internazionale, la distruzione di infrastrutture civili, l’aver colpito scuole, istituzioni di educazione superiore, moschee e rifugi civili ed anche operatori umanitari internazionali. Il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha l’obbligo di investigare questi elementi di genocidio e così facendo di contribuire a far sì che questi finiscano.

Come segnale ad Israele, noi chiediamo a tutti gli stati di tagliare le relazioni diplomatiche con Israele immediatamente, e per gli alti membri contraenti la convenzione di Ginevra, di tenere immediatamente una conferenza per ristabilire il rispetto delle leggi umanitarie internazionali. Sulle basi della sua passata e presente immunità, Israele dovrebbe essere espulsa dalle Nazioni Unite.

Tutti dovrebbero richiedere un immediato cessate il fuoco da parte di Israele, l’immediato ritiro di tutte le forze militari israeliane belligeranti e la fine dell’isolamento. Fino alla realizzazione di ciò, massicce misure collettive dovrebbero essere prese a tutti i livelli per finire l’occupazione israeliana della Palestina e per obbligare la società israeliana a rispettare l’uguaglianza dei diritti umani. Fin quando l’occupazione della Palestina non finirà, noi sottolineiamo il diritto legale e garantito della popolazione palestinese di resistere alle aggressioni israeliane con tutti i mezzi.  

Il comitato del Tribunale di Brussells

9 gennaio 2009

Per favore firmate e fate circolare ampiamente il comunicato.

Per adesioni individuali e di gruppo: info@brusselstribunal.org