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Obama e le "rendition": tutto come prima (c.v.d)

di AA. VV. - 03/02/2009



 

Terrorismo, Obama non esclude il ricorso ai rapimenti CIA


Il presidente americano Barack Obama ha ordinato la chiusura di Guantanamo e delle prigioni segrete della Cia, ma non ha chiuso la controversia politica delle
'renditions', ovvero i rapimenti segreti all'estero di presunti terroristi e il loro trasferimento in paesi che cooperano con gli Stati Uniti. Lo rende noto il Washington post.

Una frase passata inosservata dell'ordine esecutivo di Obama sottolinea che la chiusura delle prigioni segrete della Cia "non si riferisce ai siti usati soltanto per detenere le persone a breve termine, su base transitoria".

Secondo il quotidiano, l'amministrazione Obama sembra aver stabilito di non potersi permettere di scartare la possibilita' delle rendition nella lotta al terrorismo. "Ovviamente vanno mantenuti alcuni strumenti - ha detto al Post un funzionario della nuova amministrazione che ha chiesto l'anonimato - i consiglieri legali hanno esaminato le rendition. Sono controverse in alcuni circoli e hanno sollevato un putiferio in Europa. Ma se fatte con certi criteri sono accettabili".

Link:
http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=104421

Da Obama via libera ai rapimenti Cia

«È l'unico strumento che ci è rimasto». Ma l'«italiano» Abu Omar chiede il risarcimento

WASHINGTON - John Brennan era il candidato designato da Barack Obama per guidare la Cia. Lo hanno subito «impallinato» ricordando che era un sostenitore delle «extraordinary rendition», ossia il trasferimento di dozzine di terroristi - veri o presunti - in Paesi amici dove spesso sono stati torturati. E Brennan ha dovuto rinunciare all'importante poltrona, affidata poi a Leon Panetta. Ma il presidente non ha abbandonato la politica delle «rendition » e ne ha autorizzato il proseguimento. «Dobbiamo preservare certi strumenti - ha spiegato un funzionario -. Sappiamo che ha causato controversie in certi ambienti e tempeste politiche in Europa. Ma se condotto secondo certi parametri, è accettabile». E i consulenti legali della Cia sono già al lavoro per fissare eventuali paletti. Alcuni li ha suggeriti Tom Malinowski di Human Rights Watch: 1) Ottenere garanzie che i prigionieri non saranno torturati una volta trasferiti nel Paese designato. 2) Esigere un regolare processo e una detenzione normale.

A sorpresa, Malinowski ha osservato che «in determinate circostanze» le «rendition» hanno legittimità. Un parere opposto a quello espresso dalle medesime associazioni per i diritti umani quando alla Casa Bianca c'era Bush. Sotto la precedente amministrazione, il programma ha avuto un'impennata con decine di sospetti fatti sparire. Tra loro l'estremista Abu Omar, rapito a Milano nel febbraio 2003 da un commando Cia, poi finito in una prigione egiziana. Proprio ieri l'ex imam di Milano ha inviato una lettera a Obama per chiedergli un risarcimento per la detenzione e le torture che dice di aver subito. «Io sono tra le vittime della guerra americana infernale condotta da George W. Bush contro l'Islam e i musulmani », ha scritto. Risarcendolo, ha aggiunto, Obama «alimenterà speranze» sulla nuova amministrazione Usa. Abu Omar fu rinchiuso in uno dei tanti «Hotel California», le carceri dove sai quando entri ma non quando esci. Centri di detenzione - dal Marocco all'Europa dell'Est - che Obama ha deciso di rimpiazzare con qualcosa di più agile e temporaneo. Tra gli ordini impartiti alla Cia c'è la possibilità di trattenere i sospetti in luoghi speciali «per poco tempo e su base transitoria». Sull'efficacia delle «rendition» e del ricorso alla tortura il giudizio degli 007 non è compatto.

C'è chi sostiene che abbiano rappresentato la risposta adeguata e chi ne sottolinea l'inutilità. Per i primi, la Cia ha ricavato notizie vitali. Per i secondi l'intelligence, affidando i prigionieri ad altri, ne ha perso il controllo. Inoltre le informazioni fornite dagli interrogati non erano verificabili e non potevano essere usate in un tribunale perché macchiate dalla tortura. Anche la clausola delle garanzie dell'alleato sul rispetto del prigioniero è considerata una «foglia di fico». Ma, andando oltre il dibattito, è chiaro che la nuova amministrazione ha deciso di mantenere la pressione sui terroristi usando le «black operations», le operazioni clandestine. Dunque catturare i terroristi quando è possibile farlo senza limiti territoriali, incalzarli con una serie di raid nei loro rifugi con i letali aerei senza pilota. In questo le differenze tra Bush e Obama sono solo formali. E del resto vale ricordare che le «rendition» non sono nate dopo l'11 settembre. Le prime vennero organizzate negli anni '80 sotto Reagan, ma c'era un aspetto non secondario: il terrorista, portato negli Usa, subiva poi un regolare processo. Il programma è poi continuato con Bill Clinton che, dopo l'attacco alle Twin Towers nel 1993, ha concesso carta bianca agli 007. Loro, come si dice in gergo, si sono tolti i guanti e hanno iniziato a catturare gli estremisti per poi trasportarli con jet speciali in Stati amici. Uno su tutti, Talat Fuad Kassem. Il 13 settembre 1995 la Cia lo intercetta in Croazia, poi lo consegna agli egiziani. Nessuno ne ha più sentito parlare.

Guido Olimpio
02 febbraio 2009
Link:
http://www.corriere.it/esteri/09_febbraio_02/obama_blitz_cia_guido_olimpio_e5df41d2-f0f6-11dd-b48f-00144f02aabc.shtml

Obama consente alla Cia
di rapire i terroristi all'estero


Luce verde al programma "Rendition", con l'unica limitazione che i detenuti non potranno essere consegnati a nazioni che praticano la tortura
Barack Obama consente alla Cia di continuare il programma «rendition», la cattura di terroristi all’estero, mettendo un ulteriore tassello nella sua strategia di lotta contro Al Qaeda che include anche l’uso dei droni armati di missili e di prigioni segrete per detenzioni «limitate nel tempo».
A mettere a punto l’approccio legale e operativo di Obama all’antiterrorismo sono John Brennan, consigliere presidenziale e veterano dell’intelligence, e Gregory Craig, titolare alla Casa Bianca delle questioni giuridiche. Sebbene la scelta dell’amministrazione sia stata finora quella di dare risalto alla rinuncia di alcuni strumenti antiterrorismo adoperati dal predecessore George W. Bush - interrogatori duri, ricorso alla tortura e carcere di Guantanamo - gli ordini esecutivi sui compiti dell’intelligence descrivono anche le tattiche che Barack Obama ha scelto di confermare.
Non essendo incluso negli strumenti aboliti, il programma «rendition» viene confermato e a spiegarne il motivo è stato un alto funzionario dell’amministrazione che, protetto dall’anonimato, ha dichiarato al «Chicago Tribune»: «C’è l’ovvia necessità di continuare ad avere alcuni strumenti per inseguire i terroristi e l’ufficio legale ritiene che il programma di rendition possa essere fatto, entro precisi limiti». A varare le operazioni di cattura dei terroristi all’estero fu l’amministrazione guidata da Bill Clinton, del quale Gregory Craig fu l’avvocato durante il Sexgate, e i «precisi limiti» di cui parla la Casa Bianca riguardano il divieto a trasferire i detenuti in Paesi dove si pratica la tortura. È una limitazione che trova l’assenso di alcuni gruppi per la difesa dei diritti umani, come Tom Malinowski direttore di Human Rights Watch.
Il mantenimento delle «rendition» aiuta a comprendere quale strategia Obama si stia dando per proteggere gli Stati Uniti dalla minaccia di nuovi attacchi come quelli dell’11 settembre. Alla «licenza di cattura di terroristi» confermata agli agenti Cia si unisce l’autorizzazione a continuare ad usare i droni armati di missili per colpire Al Qaeda, come dimostrato dai molteplici attacchi in Pakistan. Il terzo tassello sono le «carceri segrete»: se è vero che il presidente le ha abolite con uno dei suoi ordini esecutivi, il testo del provvedimento contiene una clausola che puntualizza come «non ci si riferisce alle strutture adoperate solo per detenere per brevi periodi e in maniera transitoria». Per la Cia sarà dunque possibile imprigionare segretamente all’estero presunti terroristi, ma non a tempo indeterminato. Resta da vedere come reagiranno i Paesi europei, visto che il Parlamento di Strasburgo ha definite le «rendition» uno «strumento illegale adoperato dagli Usa».

Link:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=43&ID_articolo=1143&ID_sezione=58&sezione=