Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Non si ferma la caduta degli Usa

Non si ferma la caduta degli Usa

di Arturo Zampaglione - 03/02/2009

 
 
L´allarme è stato lanciato al termine di uno dei mesi più drammatici nella storia economica americana.
Sommando i licenziamenti annunciati il mese scorso dalle grandi imprese, a cominciare dai 22mila della Caterpillar, e servendosi di sofisticati modelli econometrici, gli analisti di Wall Street si sono convinti che a gennaio siano stati bruciati altri 524mila posti di lavoro e che il tasso di disoccupazione sia salito a gennaio dal 7,2 al 7,5%, toccando il livello massimo degli ultimi 16 anni.
La conferma del tracollo dell´occupazione - dicono gli esperti alla Reuters e alla Bloomberg che hanno anticipato le loro stime - arriverà venerdì prossimo con la pubblicazione dei dati ufficiali del ministero del lavoro. E sarà un altro fattore di turbativa per i listini azionari, reduci dal peggior mese di gennaio di tutti i tempi.
L´indice Dow Jones è sceso del 8,84%, superando la flessione registrata nel 1916. L´indice S&P ha chiuso il mese con un calo del 8,57: il record precedente era stato stabilito nel terribile 1929.
Con queste premesse così inquietanti, che cosa succederà a Wall Street, e per contagio nella altre piazze mondiali, dopo i dati di venerdì sulla disoccupazione? Molto dipende sia dal maxi-piano di stimolo dell´economia, che dopo essere stato approvato dalla camera sarà da oggi esaminato (e modificato) dal senato, che dalla nuova strategia di Barack Obama e del suo ministro del tesoro Tim Geithner per risolvere il nodo dei titoli tossici nei portafogli delle banche. Sui due fronti la Casa Bianca appare ottimista e ripete che le due manovre sono "in carreggiata". Ma non mancano anche segnali preoccupanti.

Secondo alcune indiscrezioni la presentazione della strategia sulla banche verrebbe ritardato per dissensi interni all´amministrazione. E i repubblicani continuano a essere scettici sul maxi-piano di rilancio economico: in parte perché ritengono che ci siano troppe risorse sprecate (e troppo poche impiegate nei tagli fiscali), in parte perché sperano di farsi portavoce di un malessere molto diffuso tra i contribuenti. Si erano già opposti in modo compatto al momento del voto alla camera (mentre c´erano state alcune di defezioni tra i democratici). E nonostante gli sforzi di Obama di arrivare a un compromesso al Senato, offrendo ulteriori sgravi fiscali, il voto favorevole della destra continua a essere molto incerto.
«Bisogna ricominciare da capo e ripensare l´intera manovra», ha detto ieri il numero due dei senatori repubblicani, Jon Kyl, riferendosi al documento di oltre 600 pagine (e 819 miliardi di spesa) varato dalla Camera. «Il presidente - gli ha fatto eco il capogruppo Mitch McConnell - deve afferrare i parlamentari democratici, scuoterli per bene e far capire di cambiare strada, puntando sulle tasse e sulla casa, e senza sprecare soldi».
Obama sa di non avere molto tempo perdere. Oltre ai dati sulla disoccupazione arriveranno in settimana quelli sulle auto e soprattutto sulle vendite al dettaglio che si preannunciano altrettanto negativi (-5,7 a gennaio, escludendo Wal-Mart). E in questo clima, sostiene David Kostin, guru azionario della Goldman Sachs, Wall Street potrebbe di nuovo infrangere i livelli minimi raggiunti nel novembre scorso.