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No Brasil? No party

di Giuseppe Maneggio - 04/02/2009

    

 

  

 

La falsa polemica intentata da alcuni ministri dell'attuale governo contro il Brasile per la mancata estradizione dell'ex terrorista Cesare Battisti verrà meno e si scioglierà come neve al sole. I media hanno distratto l'opinione pubblica quel tanto che bastava per permettere che l'accordo bipartisan tra PD e PDL sulle prossime elezioni europee passasse con la minore eco possibile.
Ieri addirittura si era arrivati ad intentare la sospensione della partata di calcio amichevole tra Brasile e Italia che si terrà l'11 febbraio. Immediatamente sono comparsi i sondaggi sui siti dei principali quotidiani italiani per poter esprimere il proprio diniego o assenso su questa iniziativa promossa dal ministro degli esteri La Russa.
Ora, ben lungi da noi dal voler prendere le difese di un presunto terrorista, ma l'atteggiamento tenuto in questi due giorni dal governo, ma anche da Veltroni, contro il Brasile è semplicemente farsesco e teatrale. Purtroppo la memoria non ci fa difetto, ma il 7 febbraio del 2007, allorquando gli USA ci negarono l'estradizione di Mario Lozano, assasino del nostro agente del SISMI Nicola Calipari, il governo di centro sinistra fece lo struzzo. E la stessa cosa successe lo stesso anno con il mafioso Rosario Gambino vivo, vegeto e impunito negli Stati Uniti. Nè lo scorso ottobre, l'attuale governo sollevò polveroni simili con Parigi per la mancata estradizione dell'ex BR Marina Petrella.
L'ennesima porcata elettorale è stata nel frattempo servita. Il conformismo c'imporrà non più una pluralità di idee e scelte, ma due facce della stessa medaglia (centro destra e centro sinistra). E in barba a qualsiasi concetto democratico, vezzeggiando il decantato modello americano, tutto il mondo occidentale si adeguerà all'impostazione bipartitica, storicamente e culturalmente di matrice anglosassone, che a noi latini e mediterranei risulta avulsa. I cittadini andranno alle urne e come dei notai ratificheranno degli accordi già fatti, apponendo una croce su di un simbolo.

P.S. Ernst Jünger scriveva: "Per oltre cento anni la "destra" e la "sinistra" si sono palleggiate le masse, accecate dall'illusione ottica del diritto di voto: e ogni volta l'avversario di turno sembrava offrire un rifugio dalle pretese della parte opposta. Oggi in tutti i paesi appare sempre più chiaro il dato di fatto della loro identità e anche il sogno della libertà svanisce come nella ferrea morsa di una tenaglia."(Tratto da "La mobilitazione totale" - 1930)