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Afghanistan: la strage di Gozara. Tredici civili uccisi in raid aereo Usa nella zona italiana

di Enrico Piovesana - 23/02/2009




Lunedì scorso, 16 febbraio, l'aviazione Usa ha bombardato una tendopoli di nomadi Kuci nel distretto di Gozara, sulle aride colline a sud di Herat, sede del comando italiano.
L'obiettivo del raid aereo era il comandante talebano Gholam Yahya Akbari, considerato il responsabile della recente ondata di attacchi contro le nostre truppe, colpite almeno trenta volte negli ultime due mesi.

Bombe sulle tende. Il bombardamento ha ucciso Akbari e due suoi luogotenenti, ma anche tredici civili, tra cui sei donne e due bambini. Le bombe bombe Gbu-38 (da 250 chili l'una) sganciate dagli F-15 dell'Usaf hanno infatti distrutto ben diciotto tende. Decine di civili sono rimasti feriti e ustionati. Almeno sessanta capi di bestiame sono morti. Quindi, non proprio un 'precision strike', un attacco chirurgico, come detto dai comandi Usa, che inizialmente avevano negato la morte di civili parlando di "quindici talebani" uccisi. Solo sabato - dopo le denunce e le proteste delle autorità locali e la pubblicazione di alcune fotografie - il generale statunitense Michael Ryan si è recato sul posto a verificare, per poi ammettere che sì, l'ennesima strage di civili c'è stata.

E gli italiani? Come conferma a PeaceReporter il capitano Fulvio Morghese, portavoce italiano della missione Isaf a Kabul, questo bombardamento aereo statunitense è stato condotto "in coordinamento" con il comando italiano di Herat, "come sempre avviene per tutte le operazioni Usa di Enduring Freedom nelle quattro province di competenza del Comando Regionale Ovest", vale a dire Herat, Farah, Badghis e Ghor.
Ma qual'è il livello di questo coordinamento? Questi raid aerei vengono decisi dal comando regionale di Isaf e effettuati dall'aviazione Usa, vengono pianificati assieme dai due comandi oppure vengono decisi dal comando Usa che si limita ad avvertire il comando regionale?
Poniamo queste domande al portavoce del comando italiano a Herat, capitano Antonio Bernardo, che ci invita a rivolgerci allo Stato Maggiore della Difesa a Roma, il quale a sua volta ci consiglia di chidere direttamente ai comandi Usa di Enduring Freedom. "La missione aerea di Herat - ci rispondono i portavoce Usa - è stata pianificata dalle forze statunitensi e il Comando Regionale Ovest è stato informato a cose fatte perché l'urgenza di una simile operazione non consente la possiblità di preavviso".