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Secondo il Pdl l'effetto serra non esiste. Di certo, è un pesce d'aprile.

di fare verde - 01/04/2009

 

 

Negazione dell'esistenza di un cambiamento climatico in atto, della responsabilità dell'uomo come sua principale causa e degli evidenti danni all'ambiente, definiti come assai inferiori rispetto a quelli indicati nel 2006 dal rapporto Stern (lo studio dell'ex economista della Banca Mondiale, secondo cui il cambiamento climatico sarebbe stata la massima sfida che il mondo avrebbe dovuto affrontare negli anni a venire). Questi i contenuti della mozione presentata da trentasette senatori del Pdl, che verrà discussa domani, giovedì 2 aprile in Senato.
Guardando il calendario, Fare Verde ha creduto che una proposta così ridicola potesse essere solo un pesce d'aprile. Ma tenendo conto della scarsa sensibilità del nostro Governo nei confronti dei temi ambientali, gli stessi che al contrario sono nelle agende politiche di tutto il mondo, è davvero possibile che invece di discutere di rinnovabili e sviluppo sostenibile, in Parlamento si continuerà a dare spazio a certi paradossi infondati. 

In netto contrasto con gli accordi di Kyoto, l'Onu, l'impegno dell'Unione Europea e con gli oltre 5000 scienziati dell'Ipcc (Intergovernamental Panel on Climate Change) – a cui tra l'altro è stato conferito il premio Nobel – la mozione del Pdl (il cui primo firmatario è – tremate tremate - il presidente della commissione Ambiente del Senato Antonio D'Ali', seguito dal presidente della commissione Industria del Senato Cesare Cursi, dal presidente della commissione Istruzione e beni culturali del Senato Guido Possa e da altri trentaquattro senatori) sostiene che il legame tra l'aumento della temperatura e la concentrazione di CO2 non è “affatto chiarito” e che, se anche fosse, da un aumento di temperatura potrebbero esserci maggiori benefici rispetto ai danni descritti da rapporto di Stern. Secondo i senatori del Pdl, “il livello dell'acqua non sta aumentando a  ritmo preoccupante, i ghiacciai basati su terraferma nelle calotte polari non si stanno sciogliendo''.
Travestito da scetticismo, l'analfabetismo scientifico di questa mozione, ci pone, al solito, come fanalino di coda rispetto all'attivazione delle nuove e concrete politiche ambientali che, dagli Stati Uniti alla Danimarca, stanno prendendo piede in tutto il mondo, in conseguenza dell'accordo unanime – a destra e a sinistra, tra politici e scienziati – che il cambiamento ambientale è già in atto e, in larga misura, anche per cause antropiche (ovvero dall'uso di combustibili fossili alla deforestazione).
Gli illuminati senatori del Pdl chiedono, nella mozione, di segnalare “con urgenza” alla commissione Ue e ai paesi partecipanti al G8 come “una parte consistente e sempre più crescente di scienziati studiosi del clima non creda che la causa del peraltro modesto riscaldamento dell'atmosfera terrestre sia da attribuire prioritariamente e esclusivamente” alla CO2 di “emissione antropica”.

Mentre la crisi economica dilaga, cresce – a livello mondiale - la consapevolezza che un miglioramento dell'efficienza energetica e un incremento degli investimenti nelle energie rinnovabili rappresenterebbero una doppia (necessaria e immediata) soluzione, creando posti di lavoro da una parte e fronteggiando il “global warming” e l'esaurimento di materie prime dall'altra.
Il nostro Governo, invece, supporta gli (sporchi) investimenti mastodontici del nucleare e nega l'evidenza, dimostrata dagli studi della comunità scientifica internazionale, per trarne, forse, dei benefici facili e immediati, ma irreparabili col senno del poi (un poi neanche troppo lontano).

Domani non è più pesce d'Aprile. Speriamo se ne ricordino anche in Senato.