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Lessico della resistenza

di Gilad Atzmon - 09/04/2009

 


 


Quello che segue è un tentativo di presentare il mio personale dizionario di quelli che sembrano essere i termini e i concetti più pregnanti che ricorrono quando si parla di solidarietà con il popolo palestinese e di opposizione alla guerra.

 

 

Palestina – un pezzo di terra sulla costa orientale del Mediterraneo. Per molti anni la Palestina è stata la casa del popolo palestinese: musulmani, cristiani ed ebrei che hanno vissuto in pace e armonia per centinaia di anni. Alla fine del XIX secolo, con l'emergere del nazionalismo europeo, pochi ebrei decisero che gli ebrei non dovevano restarne esclusi. Si inventarono allora i concetti di “popolo ebraico”, “storia ebraica” e “nazionalismo ebraico”. Decisero di insediare la maggioranza degli ebrei del mondo in Palestina. Con il passare del tempo il progetto nazionale ebraico, cioè il sionismo, divenne sempre più feroce e sinistro. Nel 1949 il 70% della popolazione palestinese autoctona era già stata etnicamente epurata. Oggi la maggioranza dei palestinesi vive dietro il filo spinato in uno stato di terrore sotto la vigilanza dei soldati israeliani.

 

Ebrei – il popolo che si trova a identificarsi come ebrei. Gli ebrei non sono una razza, non seguono neanche un unico sistema di convinzioni. Mi sono dato una regola. Mi rifiuto categoricamente di trattare “gli ebrei” come una collettività o un gruppo etnico. Mi limito a criticare la politica, l'ideologia e l'identità ebraiche.

 

Ebraismo – una delle tante religioni praticate dagli ebrei (Ebrei per Gesù, Ebrei per Buddha, Ebrei per Allah e così via). Benché l'Ebraismo contenga alcuni aspetti e precetti non-etici, l'unico gruppo autenticamente alla ricerca della pace nel popolo ebraico è di fatto una setta religiosa ortodossa, cioè gli Ebrei della Torah. Questo fatto basta a rendermi molto prudente quando critico l'Ebraismo in quanto religione. Trattando dell'Ebraismo, mi limiterei alla critica di interpretazioni del razzismo talmudico e della spoliazione genocida orientata biblicamente della Palestina.

 

Ebraicità – Ideologia ebraica, le interpretazioni di ciò che significa essere ebreo da parte di coloro che si considerano ebrei. L'ebraicità è il fulcro dell'identità ebraica, è una nozione dinamica. È difficile metterla a fuoco. Pur astenendosi dal criticare gli ebrei (il popolo) e l'Ebraismo (la religione), elaborare sul concetto di ebraicità è doveroso, soprattutto tenendo conto dei crimini commessi dallo Stato ebraico nel nome del popolo ebraico. Finché lo Stato ebraico colpisce la popolazione civile con il fosforo bianco, è nostro dovere morale chiederci: Chi sono gli ebrei? Cosa rappresenta l'Ebraismo? Cos'è l'ebraicità?

 

Palestina contro Israele – la Palestina è un paese, Israele è uno stato.

Palestinesi – attualmente le vittime che hanno sofferto più a lungo dell'abuso coloniale razzista e del terrorismo di stato. I palestinesi sono i soli veri abitanti indigeni della Palestina. Nel Medio Oriente sono sparsi 4.300.000 palestinesi. Ci sono palestinesi che sono riusciti a conservare la loro terra ma si vedono negati i diritti civili, mentre altri vivono sotto occupazione militare. La causa palestinese è essenzialmente la richiesta etnicamente fondata del popolo palestinese di fare ritorno alla propria terra. Terra che appartiene a loro e a loro soltanto. La causa palestinese è la richiesta di smantellare lo Stato ebraico e di costituire al suo posto uno Stato dei suoi Cittadini.

 

Sionismo – l'interpretazione pratica, nazionale e coloniale dell'ideologia ebraica. Afferma che gli ebrei hanno diritto a una casa nazionale a Sion (Palestina) a scapito del popolo palestinese. Il sionismo è una filosofia razzista coloniale che pratica tattiche genocide. È un precetto orientato biblicamente. Benché il Sionismo si sia inizialmente presentato come un movimento laico, fin dalle origini ha trasformato la Bibbia da testo religioso a libro del catasto.

 

Israele – lo Stato ebraico è un concetto politico razzista. È un luogo in cui si celebra istituzionalmente la supremazia ebraica. Israele è un luogo dove il 94% della popolazione appoggia l'uso di fosforo bianco su civili innocenti. Israele è il luogo in cui gli ebrei possono riversare la loro vendetta sui gentili.

 

Resistenza palestinese – l'esercizio del diritto etico di resistere a un invasore che pratica la pulizia etnica e il razzismo.

 

Bomba demografica – Israele possiede molte bombe, bombe a grappolo, bombe molotov, bombe atomiche, armi di distruzione di massa, ecc. I palestinesi ne hanno una sola, quella demografica. I palestinesi costituiscono la maggioranza della popolazione tra il Mediterraneo e il Giordano. Questo fatto di per sé definisce la qualità temporale dell'Idea di Stato ebraico in Palestina.

 

Sionismo contro ebraicità – è difficile e forse impossibile determinare dove finisce il sionismo e inizia l'ebraicità. Il sionismo e l'ebraicità formano un continuum. A quanto pare, il sionismo è diventato l'identificatore simbolico dell'ebreo contemporaneo. Ciascun ebreo viene identificato da se stesso e dagli altri facendo riferimento alla bussola sionista (sionista, anti-sionista, indifferente al sionismo, ama il sionismo ma odia Israele, ama Israele ma odia i falafel e così via).

 

Ebraismo laico e fondamentalismo ebraico laico – negli ultimi due secoli il laicismo è stato un precetto molto popolare presso gli ebrei. La forma ebraica di laicismo è molto simile all'ebraismo rabbinico. È fondamentalmente monoteista, crede in una sola verità (Dio è morto fino a nuovo avviso). Pratica la supremazia razziale, è estremamente intollerante verso gli altri in generale e verso i musulmani in particolare, promuove guerre in nome dei lumi, del liberalismo, della democrazia e perfino in nome delle vittime future.

 

Sindrome da Stress Pre-Traumatico – lo stato mentale che porta il 94% della popolazione israeliana ad appoggiare i bombardamenti della popolazione civile. Nella condizione di Sindrome da Stress Pre-Traumatico (Pre-TSD), lo stress è l'esito di un evento immaginario, un episodio di fantasia inserito in un contesto futuro; un evento che non ha mai avuto luogo. Nella Pre-TSD, un'illusione anticipa la realtà e la condizione in cui la fantasia del terrore diventa essa stessa realtà. Se portata agli estremi, neanche la guerra totale contro il resto del mondo è una reazione impensabile. Diversamente dalla paranoia, nella quale il paziente è vittima dei propri sintomi, nel caso della Pre-TSD il paziente celebra i propri sintomi mentre gli altri vengono relegati al ruolo di pubblico o di vittima. I malati di Pre-TSD nel mondo della stampa e dei media premono per il conflitto globale. Quando vanno al potere si limitano a spargere morte tutt'attorno. Riescono a vedere minacce praticamente ovunque. Chi è affetto da Pre-TSD chiederà che si rada al suolo l'Iran e difenderà la campagna militare dell'esercito israeliano perché teme per la propria esistenza. Il paziente che soffre di Pre-TSD è alquanto prevedibile e per una ragione o per l'altra sposa sempre cause non-etiche.

Jihad – la lotta per migliorare se stessi e la società. Il Jihad è il tentativo di conquistare un'armonia tra sé e il mondo. Serve a colmare il divario tra l'amore di sé, il sé che ama e l'amore per gli altri. La Jihad è la risposta al concetto di popolo eletto.

Olocausto –
un capitolo assolutamente devastante del recente passato ebraico. Sarebbe difficile immaginare la creazione dello Stato ebraico senza gli effetti dell'Olocausto. È tuttavia impossibile negare il fatto che i palestinesi hanno finito per pagare il carissimo prezzo di crimini commessi contro gli ebrei da un altro popolo (gli europei). Dunque avrebbe senso affermare che se gli europei si sentono in colpa per l'Olocausto dovrebbero avere ancora più a cuore le sue vittime ultime, cioè i palestinesi.
Va detto che a causa di una legislazione che limita il libero studio accademico dell'Olocausto, quest'ultimo non viene più trattato come un capitolo storico. Viene invece considerato da molti studiosi come un racconto religioso (la religione dell'Olocausto). Chi non ubbidisce alla religione e non segue le sue restrizioni viene cacciato, escluso e rinchiuso. L'incapacità di far sì che l'Olocausto restasse un vivido capitolo storico ha trasformato la storia ebraica in un vaso di Pandora sigillato da proibizioni, restrizioni legali e varie forme di minaccia. In un ideale “mondo libero” ci sarebbe consentito di studiare l'Olocausto, di considerarlo un capitolo storico e di trarne alcune lezioni. Ciò significherebbe anche discutere del suo significato. In un mondo (libero) ideale, ci sarebbe anche consentito di chiederci come mai, volta per volta, gli ebrei hanno sempre finito per essere disprezzati e detestati dai loro vicini. In un mondo (libero) ideale gli ebrei avrebbero la possibilità di imparare dai loro errori del passato. Per ora, se vogliamo rimanere liberi, è meglio se evitiamo di mettere in discussione il passato.

 

Il significato dell'Olocausto – l'Olocausto fornisce agli ebrei e agli altri due ovvie lezioni. Una è universale e quasi semplicistica, e dice: “NO al razzismo”. Come predissero alcuni intellettuali ebrei dopo la guerra, ci si aspettava che gli ebrei guidassero la lotta contro il razzismo. A quanto pare non è successo. Non solo non è successo, ma lo Stato ebraico è diventato l'estrema forma di pratica razzista. Tre anni dopo la liberazione di Auschwitz il neonato Stato ebraico epurò etnicamente con ferocia la grande maggioranza dei palestinesi autoctoni. Ormai lo Stato ebraico non tenta neanche più di mascherare il suo programma razzista, cioè lo Stato per soli ebrei.
La seconda lezione che può essere tratta dall'Olocausto è molto meno astratta, è anzi molto pragmatica. Suggerisce agli ebrei di “essere consapevoli delle loro azioni”. Suggerisce agli ebrei di “agire moralmente o almeno fingere di farlo”. A quanto pare questa lezione viene totalmente ignorata. Nello Stato ebraico giovani soldati dell'esercito indossato magliette che raffigurano donne palestinesi incinte al centro di un mirino, con l'inquietante scritta “1 shot 2 kills” [un colpo, due morti: due piccioni con una fava, N.d.T.]. Nello Stato ebraico i civili sono stati colti a fare picnic mentre guardavano il loro esercito che sganciava armi non convenzionali sulla vicina popolazione palestinese. La realtà israeliana e l'energico lobbismo ebraico nel mondo descrivono il rigetto totale di qualsivoglia giudizio etico o condotta morale. Che si tratti della pratica genocida contro il popolo palestinese o delle pressioni a favore di un numero sempre maggiore di conflitti globali. Se il significato dell'Olocausto fosse stato interiorizzato, i diversi aspetti di questo comportamento inumano avrebbero dovuto essere affrontati e debellati.
Tuttavia, pur con il divieto di rivisitare la nostra storia, abbiamo ancora il diritto di riflettere sulla brutalità nazista nei confronti degli ebrei alla luce dei crimini dello Stato ebraico in Palestina. Pare che non esista ancora alcuna legislazione che ci proibisca di farlo.

 

Hamas – partito politico eletto nel 2006 dal popolo palestinese di Gaza e della Cisgiordania. Da allora Israele ha bloccato i pagamenti dovuti a Gaza, causando il crollo dell'economia palestinese. Ha messo sotto assedio Gaza per mesi, affamando la popolazione civile. E tuttavia Hamas ha dimostrato ancora una volta la capacità di resistenza del popolo palestinese. Malgrado le tattiche genocide di Israele, malgrado l'IDF abbia preso di mira bambini, donne e anziani, la popolarità di Hamas aumenta di giorno in giorno e tanto più dopo l'ultimo conflitto di Gaza. È ormai evidente che Israele non ha i mezzi per combattere la resistenza islamica. In altre parole, Israele ha i giorni contati.

I guardiani – per molti anni le istanze di solidarietà con la Palestina sono state fatte a pezzi da chi affermava di sapere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Queste persone dicevano anche di sapere cosa fosse degno oggetto di discussione e quali argomenti dovessero invece essere lasciati cadere. Inizialmente questi guardiani cercarono di reclutare il movimento palestinese per combattere l'antisemitismo. Un'altra idea bizzarra era usare il popolo palestinese come una cavia da laboratorio per un esperimento di socialismo dogmatico.
Grazie al crescente successo della resistenza palestinese e islamica, il potere dei Guardiani è ora ridotto a zero. Benché insistano nell'esercitare i loro poteri, la loro influenza è limitata a cellule essenzialmente ebraiche.

 

Antisemiti – in passato gli antisemiti erano quelli a cui non piacevano gli ebrei, oggi gli antisemiti sono quelli che non piacciono agli ebrei. Dato il crescente divario tra lo Stato ebraico e le sue lobby da una parte e il resto dell'umanità dall'altra, abbiamo buone ragioni per ritenere che presto l'umanità intera verrà denunciata come antisemita da una qualche lobby ebraica.

 

Antisemitismo – un significante fuorviante. Benché si riferisca a sentimenti anti-ebraici, dà l'impressione che questi sentimenti siano motivati od orientati etnicamente. Dev'essere chiaro che gli ebrei non sono una razza e non costituiscono un continuum razziale. Dunque nessuno odia gli ebrei per la loro razza o la loro identità razziale.
Ricordando i crimini israeliani e l'attività delle lobby ebraiche nel mondo, i sentimenti anti-ebraici dovrebbero essere visti come una reazione politica, ideologica ed etica. È la reazione a uno stato criminale e all'appoggio incondizionato che riceve dagli ebrei in tutto il mondo. Benché il risentimento nei confronti del sionismo, di Israele e delle lobby ebraiche sia alquanto razionale, l'incapacità di distinguere tra gli “ebrei” e il sionismo è invece molto problematica e pericolosa soprattutto in considerazione del fatto che molti ebrei non hanno niente a che fare con il crimine sionista. Tuttavia, a causa del vasto appoggio istituzionale fornito a Israele, è tutt'altro che facile determinare dove finiscono gli “ebrei” e dove inizia il sionismo. Di fatto non c'è una chiara linea di demarcazione o un punto di transizione. La conseguenza è evidente, gli ebrei sono collettivamente coinvolti nei crimini del loro progetto nazionale. Una soluzione ovvia per gli ebrei è quella di opporsi al sionismo come individui, un'altra opzione è quella di opporsi al sionismo nel nome della Torah, ed è anche possibile per gli ebrei rifuggire l'ideologo tribale che hanno in sé.

 

Amore di sé – la convinzione che di avere in sé qualcosa di fondamentalmente e categoricamente giusto, morale e unico. È l'interpretazione laica della condizione di eletto.

Odio di sé –
la convinzione di avere in sé qualcosa di fondamentalmente e categoricamente sbagliato, immorale e ordinario. Questa condizione può anche costituire il punto di partenza per una ricerca etica spirituale.

Brodo di pollo – è quello che resta quando si toglie all'identità ebraica il giudaismo, il razzismo, lo sciovinismo, il fosforo bianco, la supremazia, le bombe a grappolo, il laicismo, il sionismo, l'intolleranza, il reattore nucleare di Dimona, il cosmopolitismo, la tendenza genocida, ecc. L'ebreo può sempre tornare al brodo di pollo, l'identificatore simbolico iconico dell'affiliazione culturale ebraica. Ben venga l'ebreo che dice: “Non sono religioso né sionista, non sono un banchiere, non mi chiamo Madoff, non sono un 'amico laburista di Israele' né un Lord né assomiglio a un bancomat. Sono solo un piccolo ebreo innocente perché la mia mama’le mi dava il brodo di pollo quando non mi sentivo bene”. Ammettiamolo una volta per tutte, il brodo di pollo non è poi così pericoloso (se non si è polli). Mia nonna mi ha insegnato che fa molto bene. Infatti l'ho provato nell'inverno del 1978, ché allora avevo l'influenza. È servito, adesso mi sento meglio.


Originale: Lexicon of resistance

 

Articolo originale pubblicato il 30/3/2009

L’autore

Manuela Vittorelli è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.

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