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L'attività bancaria delle "Credit Unions"

di Ralph Nader - 14/04/2009



Mentre le grandi banche avventate si frantumano giorno dopo giorno come ghiacciai surriscaldati, le "credit Unions" degli USA sono un'isola di relativa calma lontana dal tifone del capitalismo da casinò.
Ottantacinque milioni di americani appartengono alle credit unions che sono cooperative no profit possedute dai loro membri che sono depositanti e mutuatari.
La vostra credit union del vicinato o del posto di lavoro non investe nei famosi derivati speculativi e nemmeno offre alla gente "tassi rompicapo" per fare un'ipoteca sulla casa che non può permettersi.
Il 91% delle 8.000 credit union presentano la più grande crescita totale nelle ipoteche prestate rispetto ad ogni altro tipo di prestiti al consumatore che esse concedono.
Sono assicurate a livello federale dal National Credit Union Administration (NCUA) fino a $250.000 per conto, come la FDIC fa per i depositanti nelle banche commerciali.
Sono ben capitalizzate grazie ai regolamenti e perché non hanno un incentivo a cercare i grandi rischi, le speculazioni con forte effetto leva per incrementare i valori del capitale e delle stock options dei capi come fanno le banche normali.
Le Credit Unions non hanno azionisti né capitale né stock options; sono responsabili verso i loro membri che sono i loro clienti.
Ci sono persino alcune credit unions a bassa rendita speciale - sebbene non abbastanza vicine - che stimolano le attività economiche in queste comunità e forniscono servizi "bancari" in aree dove la povera gente non può permettersi o non riceve servizi dalle banche commerciali.
Secondo M. Schenk, economista della Credit Union National Association, c'è un'altra ragione del perché le credit unions hanno evitato il disastro delle ipoteche che consuma le grandi banche.
Le Credit Unions, dice, sono "portfolio lenders. Ciò significa che trattengono nei loro portafogli la maggior parte dei prestiti che concedono invece di venderli agli investitori …. perciò si curano delle performance finanziarie di questi prestiti."
Mr. Schenk ammise che con la recessione che si aggrava, le credit unions non fanno molto surplus e "la loro qualità finanziaria si è un po' deteriorata. Ma quella è la bellezza del modello delle credit unions. Esse possono vivere in quelle condizioni senza soffrire conseguenze orribili", sostenne.
Il suo uso della parola "modello" è istruttivo.
Nei decenni recenti, le credit unions qualche volta adottarono le pratiche della banca commerciale invece dei principi strettamente cooperativi.
Esse svilupparono un'inclinazione per le fusioni in credit unions sempre più grandi.
Qualcuna persino si divertì con la conversione dal modello cooperativo a quello azionario come fecero le assicurazioni e le banche popolari.
Il modello cooperativo - in finanza, alimentare, edilizia e ogni settore dell'economia, - fa il meglio quando i cooperatori - proprietari si attivano per le operazioni e le direzioni generali delle loro ditte.
I proprietari passivi permettono ai manager di deviare dalle pratiche cooperative o di pensarlo.
La sola area che è implicata in qualche guaio tra le cooperative al dettaglio è quella delle cosiddette "corporate credit unions" (una terminologia terribile) che furono costituite per fornire liquidità alle credit unions al dettaglio:
Queste credit unions molto all'ingrosso non sono esattamente infuse della filosofia cooperativa.
Alcune di loro gravitano verso il modello bancario aziendale. Esse investirono in modo rischioso nei titoli ipotecari il denaro delle credit unions al dettaglio. Questi "titoli finanziari tossici" hanno perso $ 14 miliardi fra le 28 corporate credit unions coinvolte. Per questo motivo la National Credit Union Administration ha esteso i suoi programmi di prestito a queste corporate credit union fino ad una capacità massima di $ 41,5 miliardi.
NCUA vuole anche aprire alle credit unions al dettaglio il programma di salvataggio TARP proprio per farle competere sullo stesso campo con le banche commerciali. Divenendo più simili alle banche di investimento le credit unions all'ingrosso vollero attrarre (con rendite a rischio sempre più alto), più depositi delle credit unions al dettaglio.
Questo spiegò le vele per il più grande errore di imprudenza della sub economia delle credit unions.
Ci sono lezioni molto contemporanee da imparare dai successi del modello delle credit union sia per come essere rispondenti ai bisogni di prestito del consumatore che pratici con i loro investimenti.
Finora, i media si sono dedicati ai magnati di Wall Street e alle loro letali avventure finanziarie, i crimini e le frodi e hanno scritto poco su come la regolazione, la filosofia e la condotta delle credit unions sia largamente sfuggita alla catastrofe.
C'è, tuttavia una lezione dalle credit unions al dettaglio.
Evitare e guardarsi dalla diffusione o dal dominio del modello finanziario corporativo che, in questa forma degradata complessa e astratta, è divenuto "menzognero, truffaldino e ladresco" come un accusatore lo definì esprimendosi con fantasia.
FINE.
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Tradotto il 10/04/2002 da F. Allegri per Futuroieri
http://digilander.libero.it/amici.futuroieri