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La rivoluzione di Twitter in Moldavia: made in America?

di Daniel McAdams* - 20/04/2009

 



Ne fa la trama di una grande storia – del genere che i mass media internazionali seguono con gusto: giovani moldavi aggressivi afferrano il loro iPhone, si precipitano in piazza e con Twitter si fanno strada verso una rivoluzione contro un Partito Comunista che aveva appena rubato le elezioni. La trama è stata scritta in arancione, rose e tulipani e quasi con il denim, ed in ogni caso la stampa ha ridotto i fenomeni a pochi slogan ripetuti fino a che diventassero accettati come realtà con poca ulteriore analisi.
Questo è il caso dei recenti avvenimenti in Moldavia, dove anche una lettura casuale delle vaste contraddizioni tra la realtà oggettiva e la trama in sviluppo – la "Rivoluzione di Twitter" – è chiaramente ovvia.
Le proteste, che giovedì si sono intensificate, sono state scatenate dalle pretese che il Partito Comunista del Presidente Vladimir Voronin abbia truccato le elezioni parlamentari la scorsa domenica – un voto che ci si aspettava ampiamente vincessero – per ottenere sufficiente margine per emendare la costituzione ed estendere il dominio di Voronin oltre quanto è attualmente permesso. Mentre la stampa loda la "spontanea" organizzazione di massa per rovesciare Voronin, non si deve togliere la polvere dalla scena del crimine troppo attentamente per vedere dappertutto le impronte digitali della politica estera USA.
Cominciamo con gli utenti di Twitter. Secondo un articolo del New York Times, uno dei leader della Rivoluzione di Twitter ha dichiarato di essere stata in grado di avere 15.000 persone in strada con "sei persone, 10 minuti per far emergere delle idee e prendere delle decisioni, diverse ore per disseminare informazioni attraverso le reti, Facebook, blogs, SMS ed e-mails". E' impressionante.
Nello stesso articolo, correttamente, ci viene raccontato che la Moldavia è tra i paesi più poveri in Europa. Il salario mensile medio è di circa 2.532 lei, che è pari a circa US$ 230. Paragonato al salario medio degli USA di circa US$ 4.000 al mese, questo dimostra la reale povertà della Moldavia.
Nondimeno, secondo il sito web di uno dei principali operatori di telefonia mobile in Moldavia, un iPhone compatibile con Twitter priverebbe un giovane moldavo di 6.599 lei, ovvero l'equivalente di circa due volte e mezzo il suo salario mensile. Per un americano ciò sarebbe l'equivalente di un iPhone da US$ 10.000. Non molti ragazzi ne possiederebbero uno. Anche l'accesso di base ad internet ad alta velocità con uno strumento inferiore costerebbe ad un giovane moldavo quasi 500 lei al mese, ovvero l'equivalente di US$ 800 per un americano medio. Come si permette lussi simili questa povera nazione?
Proprio come molti di noi gettarono uno sguardo sospettoso all'emergere improvviso di grandi televisori con lo schermo al plasma nella pure povera Ucraina durante la "Rivoluzione Arancione", l'idea che migliaia di giovani moldavi spendano simili somme per Twitter pare ugualmente difficile da credere.
Così, cosa alimenta questa rivoluzione? Un breve rapido sguardo al sito web di una delle ONG moldave che guidano il tentativo di rovesciare il governo eletto moldavo, quello della "Organizzazione Hyde Park", svela un interessante benefattore: in fondo alla pagina, accanto ad un sigillo degli Stati Uniti, si può leggere che "Questo sito web è ospitato gratis tramite il Programma di Istruzione e Accesso a Internet (IATP). Lo IATP è un programma del Dipartimento Affari Educativi & Culturali (ECA), Dipartimento di Stato US, finanziato in base alla Freedom Support Act (FSA)”.
Scavando un poco di più, si può vedere nel sito web dell'Agenzia per lo Sviluppo Internazionale USA che il governo degli Stati Uniti, attraverso delle organizzazioni intermediarie come l'International Republican Institute ed il National Democratic Institute, sta incanalando grandi somme di denaro verso la Moldavia per dei programmi con appellativi seducenti come "Rafforzamento dell'attivismo politico democratico in Moldavia (SPA)". L'USAID si vanta che questo programma "educa nuovi attivisti politici che possano formulare e perseguire obiettivi politici concreti..." Nessun dubbio.
Un altro programma, intitolato "Programma di istruzione e accesso a Internet" potrebbe contenere un indizio riguardo da dove siano venuti tutti questi utenti di Twitter. Secondo il governo USA, questo programma "fornisce alle comunità locali libero accesso ad Internet ed approfondito addestramento in tutti gli aspetti della tecnologia dell'informazione". L'addestramento arriva con gli iPhone?
I mass media, con la trama già inchiostrata, deridono le asserzioni del presidente moldavo che le proteste erano "ben progettate, ben ragionate, coordinate, pianificate e pagate", ma non è questo ciò che ha già rivendicato il sito web dell'USAID? Dopo tutto, a quale fine gli USA addestrano e finanziano delle ONG in progetti come il "Programma di partecipazione dei cittadini moldavi", il cui obiettivo è di "costruire... la capacità dei cittadini di creare un cambiamento tangibile e positivo nelle loro comunità attraverso l'attività civica e le pratiche democratiche...procurando addestramento, guida e finanziamento per progetti intrapresi dai cittadini e rafforzando la capacità delle ONG e di gruppi di cittadini di mobilitare la loro comunità, sostenere la causa del cambiamento e reputare responsabile il governo"? Nelle precedenti rivoluzioni colorate abbiamo visto la perversione della "democrazia" significare avere sufficiente gente che vada in strada per rovesciare un governo eletto.
Perché prendersi il fastidio di tutto ciò? Per la stessa ragione per la quale gli USA hanno finanziato le altre rivoluzioni colorate. Per la stessa ragione per la quale gli USA hanno annunciato installazioni di difesa missilistica in Polonia e nella Repubblica Ceca. Per la stessa ragione per la quale gli USA hanno appoggiato e fornito massicci aiuti militari ad un paurosamente instabile Mikheil Saakashvili in Georgia. Accerchiare la Russia. Mantenere l'impero. Nel 2003 Voronin era il nostro "democratico" quando trattava duramente la Russia sulla regione secessionista della Transnistria, rifiutandosi di firmare il piano di risoluzione russo. Quando più tardi Voronin ha fatto pace con la Russia, per lui sono venuti fuori i lunghi coltelli. Con le parole di un osservatore della regione, l'attuale rivolta è contro i comunisti (Voronin) che ieri erano i democratici contro i comunisti in Transnistria. Da far venire le vertigini.
Pretendere obbedienza dai leader stranieri oppure far loro affrontarne le conseguenze. E' un progetto che non solo è destinato a fallire, ma di fatto già nel corso di fallire. E qualcuno ha notato che negli USA abbiamo un nuovo presidente ed una nuova amministrazione?