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Per 20 anni chiudere la pesca in un terzo degli oceani

di Luca Bernardini - 28/04/2009

 
 
 
 
Un terzo degli oceani dovrebbe essere chiuso alla pesca per almeno 20 anni, questa l’unica soluzione per recuperare gli stock ittici sovrasfruttati prospettata da Callum Roberts, professore di conservazione marina all’Università di York. Il docente, analizzando 100 articoli scientifici sull’argomento, ha stabilito che quasi tutti gli studi propongono la stessa soluzione per salvaguardare i nostri mari: il 20-40% dovrà essere chiuso alla pesca.

La proposta arriva dopo che giorni fa la Commissione Europea ha riconosciuto che l’88% degli stock ittici europei è sovrasfruttato, contro la media del pianeta che si ferma al 25%.
La stessa Commissione ha proposto una riduzione della flotta di pescherecci e un pesante taglio delle quote pesca. Roberts però crede che questi provvedimenti possano risultare inutili se non si istituiscono aree marine protette. «Se noi vogliamo andare nella direzione di una pesca sostenibile, una rete di Amp (aree marine protette) è essenziale».

Il miglior esempio proviene dal New England, dove gli stock erano in una condizione disperata negli anni Novanta. Nell’area di George Bank (20 000 km quadrati), un quarto della zona di pesca è stata chiusa ai pescherecci e la pesca ridotta di un draconiano 50%. Negli ultimi 10 anni c’è stato uno spettacolare recupero degli stock. Al largo di Lundy Island, nel Devon, una delle 3 zone chiuse alla pesca (specie di Amp) nelle acque Britanniche, la popolazione di aragosta è otto volte maggiore rispetto alla media.

Nel mondo ci sono attualmente 4000 Amp che coprono lo 0.8% dei mari del pianeta.



Fonte:
The Guardian