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Libano, sgominato il network del Mossad. Tenevano sotto controllo l'attività di Hezbollah

di Guido Olimpio - 12/05/2009

Diciassette persone in manette.

La rete di informatori faceva capo a un ex generale. Sequestrate attrezzature degne di James Bond

Un agente dei servizi segreti libanesi mostra un contenitore frigorifero che all'interno celava dispositivi per il criptaggio dei messaggi (Ap)
WASHINGTON – Un filtro per auto all’interno del quale si poteva celare un microfilm. Un mobile con un pannello che proteggeva un apparato per le comunicazioni. Un contenitore termico all’interno del quale era stato piazzato un sensore. Chiavette Usb sofisticate. Poi mappe, computer, fotografie, videocamere, «cimici», cinture modificate, documenti contraffatti. L’arsenale degno di James Bond e’ stato sequestrato dalla sicurezza libanese nel corso di un’indagine che ha neutralizzato una rete spionistica del Mossad. L’operazione, infatti, si è conclusa con l’arresto di almeno 17 persone che per alcuni anni hanno monitorato le mosse del movimento sciita Hezbollah.
HEZBOLLAH SOTTO OSSERVAZIONE - Il network, secondo l’accusa, era guidato dall’ex generale Adib Al Alam e aveva diramazioni in tutto il Libano. L’alto ufficiale, che una volta andato in pensione aveva messo in piedi una società di pulizie come copertura, agiva in stretto contatto con la moglie ed un nipote. Al Alam aveva poi reclutato due fratelli di Sidone, nel sud, impiegati per tenere d’occhio alcune fazioni palestinesi. Ma l’interesse principale delle «talpe» era rappresentato dall’Hezbollah, il partito armato e finanziato dall’Iran. Per gli 007 libanesi le spie avrebbero aiutato Israele a identificare bersagli ed obiettivi durante il devastante conflitto del 2006. Un altro complice si sarebbe infiltrato prima nel partito Amal (sciita filosiriano), quindi nell’Hezbollah. Per tenere i contatti con i suoi “controllori” del Mossad, Al Alam ha compiuto frequenti viaggi all’estero e, probabilmente, ha seguito corsi di addestramento in Israele.

Alcuni dispositivi elettronici erano nascosti in una latta di olio per motori (Afp)
CONTROSPIONAGGIO E POLEMICHE - Gli arresti seguono, di pochi mesi, due altre operazioni attraverso le quali gli apparati di sicurezza libanesi hanno scoperto elementi che lavoravano per conto degli israeliani. Anche in questi casi sono stati sequestrati strumenti sofisticati sia per la raccolta dati che per la trasmissione. E sulla stampa di Gerusalemme sono apparsi articoli dove si sottolinea, con una punta polemica, che i successi della sicurezza libanese appaiono legati all’ottimo addestramento impartito da specialisti americani. Fonti libanesi sostengono, invece, che la rete é stata individuata dopo il rapimento di un tecnico libanese da parte dell’Hezbollah. L’uomo era membro dell’organizzazione spionistica ed avrebbe fornito le indicazioni che hanno poi portato all’arresto di Al Alam.