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Home / Articoli / Anche Londra ha la sua "casta" il ridicolo travolge i partiti

Anche Londra ha la sua "casta" il ridicolo travolge i partiti

di Bill Emmott - 12/05/2009

 


Negli ultimi giorni, l`opinione pubblica britannica si sta godendo un`insolita forma di divertimento, che consiste nelle rivelazioni quotidiane delle somme di denaro indicate nelle note spese dei parlamentari, e del genere di servizi che questi deputati considerano parte essenziale del loro lavoro: giardinaggio, pulizie domestiche, filmini pornografici, crocchette per il cane. Uno spettacolo al contempo ridicolo e imbarazzante. La grossa sorpresa, per me, è stata invece ascoltare l`opinione di un amico italiano a proposito di questo scandalo. Allora vuol dire, ha suggerito, che la politica britannica adesso è sporca come quella italiana? Ovviamente, non ha gradito la mia risposta: no, ho risposto, per quanto ridicole e certamente scandalose possano apparire le nostre faccende. Il mio interlocutore voleva poi farmi ammettere che, vista la profonda crisi economica in Gran Bretagna e il discredito piovuto addosso al modello economico anglosassone, il Paese oggi cova un feroce risentimento con tutto il sistema politico; ed era convinto - come molti italiani - che anche noi ci dibattiamo in non poche difficoltà alle prese con la nostra «casta» politica. Anche questo, a mio avviso, è errato. Perché mai? Lasciatemi spiegare. La conclusione corretta da trarre dall`attuale scandalo politico britannico non è che i nostri politici sono diventati più corrotti, bensì che il metodo seguito dal nostro Parlamento per pagare i deputati è l`ennesimo esempio del tipico vezzo inglese di credere che possiamo permetterci servizi pubblici a prezzi stracciati. Proprio come, storicamente, abbiamo speso troppo poco per treni, scuole e ospedali, così pure abbiamo cercato di risparmiare il più possibile sugli stipendi dei nostri rappresentanti politici. Lo stipendio di un deputato inglese è il più basso tra le principali economie europee e il parlamento si è sempre mostrato riluttante a votare un aumento, proprio per evitare di scatenare critiche e malumori. Di conseguenza, ha messo in piedi un sistema di rimborso spese, con tanto di fatture accompagnate da descrizioni dettagliate, quasi fosse un sotterfugio per consentire ai deputati di incrementare de facto i loro introiti fino a livelli accettabili. Le entrate dei parlamentari inglesi, grazie a questo sistema che contempla l`assunzione di familiari in qualità di «segretari», stipendiati dallo Stato, restano tuttavia ancora inferiori agli stipendi percepiti dai parlamentari italiani. Per non parlare del fatto che la vita è molto meno cara a Roma in confronto a Londra. Oggi, però, sono venute a galla due cose che hanno coperto di ridicolo i deputati inglesi: innanzitutto, la nostra legge sulla libertà di informazione, varata dal governo laburista subito dopo il suo insediamento nel 1997, obbliga finalmente il parlamento a pubblicare tutte le note spese presentate dai deputati; secondo, il governo laburista è in carica per il dodicesimo anno consecutivo, e quindi sia il Paese che i media ne hanno abbastanza. Per questo se la ridono allegramente di tutto quello che mette in imbarazzo i ministri, e il rimborso spese presentato dal nostro ministro degli Interni per due filmetti a luci rosse si è rivelato spassosissimo. Ma siccome tutti i deputati partecipano a questo assurdo sistema di rimborsi, il ridicolo adesso si è riversato anche sui partiti dell`opposizione. Per questo motivo, lo scandalo ha perso qualsiasi reale valenza politica e non avrà alcun peso nelle prossime elezioni politiche in Gran Bretagna, che dovranno tenersi entro giugno 2010. Il partito laburista è dato per perdente, mentre vincerà quasi sicuramente il partito conservatore di centrodestra, ma non per motivi da ricollegarsi alla corruzione né all`attuale scandalo. I risultati appaiono già prevedibili non solo per la recessione economica, ma anche perché il Paese esige un cambio al vertice. E questo mi porta a sfatare un altro mito, e cioè che la recessione in Gran Bretagna è senza precedenti e che di conseguenza il Paese è sull`orlo di una crisi di nervi. Nulla di più falso. Durante la crisi - quelle sì gravissima - dei primi anni di Margaret Thatcher, nel 1980-82, le strade delle città inglesi sono state devastate da scioperi, manifestazioni e persino sommosse. In questi giorni non se ne vede traccia. Il motivo è che la contrazione del nostro Pil non risulta peggiore rispetto agli altri Paesi europei e la disoccupazione inglese non appare particolarmente elevata, anzi, resta inferiore alla media europea, persino più bassa di quella italiana. E vero, i prezzi immobiliari sono crollati di circa il 25% e le banche hanno invocato il salvataggio del governo; e sì, la spesa pubblica è notevolmente aumentata e il nostro debito pubblico sale. Tutto ciò, comunque, non sta infliggendo grandi rinunce o sofferenze al Paese. Anzi, la svalutazione della sterlina del 30% contro l`euro aiuta le esportazioni e l`industria manifatturiera. Forse le cose andranno diversamente l`anno prossimo e chissà che non siano proprio gli aumenti fiscali, che il governo conservatore dovrà inevitabilmente introdurre per ripianare il debito pubblico, a far infuriare i contribuenti. Ma non siamo ancora arrivati a tanto.