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Terra futura. Gli aiuti all’Africa non hanno funzionato

di Loretta Napoleoni - 28/05/2009

Fonte: lanapoleoni

  
 
“Il club degli amici dell’Africa”, quello dove i politici occidentali s’intrattengono con le rock star della canzone sulle strategie di aiuti finanziari da applicare a questo continente, e’ in subbuglio. Una giovane donna africana, Dambisa Moyo, ha denunciato in un libro intitolato Dead Aid la politica degli aiuti all’Africa perche’ endemica alla corruzione e al mal governo. L’economista sostiene che 60 anni di finanziamenti per lo sviluppo sono stati un fiasco e che la crescita economica registratasi in alcune regioni africane e’ invece legata al commercio con l’Asia e in particolare a quello con la Cina. Secondo la Moyo i rapporti commerciali tra Cina e Africa sono positivi per entrambi. Da qualche anno l’Africa e’ in preda ad una vera e propria rivoluzione economica che offre una nuova mappa per lo sviluppo del continente. In questo continente troviamo un mix di micro finanze, nuove legislazioni sulla propieta’ privata, progetti di sfruttamento delle risorse e di creazione d’infrastrutture. Si tratta d’iniziative alternative al modello classico di sviluppo di stampo occidentale perche’ ispirate sia a quello economico cinese che a quello capitalista classico.

L’esperienza africana ci deve far riflettere sui pericoli delle teorie economiche e sui vantaggi di un approccio diverso, alternativo. Gli aiuti all’Africa non hanno funzionato, su questo tutti concordano. In Asia, invece, dove questi aiuti non sono mai arrivati in quantita’ analoghe abbiamo oggi un tenore di vita molto piu’ alto che 50 anni fa’. Prendiamo atto di questi fattori e facciamone tesoro. Se il modello cinese funziona perche’ non applicarlo? Questo in sintesi il ragionamento della Moyo.
Anche in occidente abbiamo commesso degli errori. L’euforia neo-liberista ci ha regalato la crisi economica piu’ dura dai tempi della grande recessione e allora domandiamoci cosa non ha funzionato e cosa invece va mantenuto. Perche’ l’economia cinese e’ cosi poco colpita dalla crisi mentre quella britannica e’ allo sfacelo? Ecco una domanda intelligente da porci.

Ci troviamo al capolinea delle teorie economiche e forse anche delle dottrine politiche visto che il binomio democrazia-capitalismo vacilla, nel Regno Unito il governo di Gordon Brown nazionalizza le banche, invece il binomio comunismo-capitalismo non risente della crisi mondiale nello stesso modo, ad Aprile il Pil cinese e’ crescito del 7% mentre quello americano e’ a -6%. E la lista delle anomalie e’ lunga, vi siete chiesti perche’ in Italia la crisi si vede cosi’ poco rispetto all’America ed all’Inghilterra? Avete pensato che forse il motivo e’ legato alla crescita dell’economia sommersa, che include anche e soprattutto quella criminale? Dove finiscono i profitti del crimine organizzato? Non certo a Montecarlo ma in casa nostra. Da quando la recessione e’ iniziata il mercato nero dell’economia infatti fa affari d’oro.
In questa terra di nessuno, dove apparentemente non esistono piu’ punti fermi, i cittadini si sentono perduti. E questa paura e’ pericolosa perche’ potrebbe portarci al protezionismo, al razzismo ed alla paura di chi e’ diverso da noi. E i primi segnali di pericolo li vediamo proprio a casa nostra. Il Times inglese questa settimana ha scritto che in Italia c’e’ un regime a dir poco non-democratico.

Cosa fare? Come gestire questi cambiamenti, navigare attraverso le menzogne dei politici, le favole della stampa e riprenderci cio’ che ci e’ stato tolto? Smettiamo di sostenere una teoria come se fosse la nostra squadra di calcio, qui non si gioca una partita ma il futuro nostro e dei nostri figli. Smettiamo anche di concentrarci su questioni che a livello politico contano poco rispetto ad altre. Perche’ oggi c’e’ un gran baccano riguardo alle beghe familiari dei politici quando invece nulla e’ stato detto quando leggi importanti sono state abrogate per proteggere alcune cariche politiche? E non pensate che in Inghilterra la situazione sia diversa, il governo rischia di cadere per le spese private dei parlamentari ma quando il primo ministro ha spudoratamente mentito alla nazione sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein trascinando il paese in guerra non e’ successo nulla.

Domandiamo chiarezza, esprimiamo le nostre opinioni attraverso la societa’ civile e dimostriamo la nostra determinazione boicottando le cause inutili ma combattendo quelle giuste.