Porto la testimonianza di un progetto di riconversione di un’azienda agricola secondo i principi della decrescita che, pur con molte difficoltà, si sta tentando di realizzare in provincia di Ravenna.
L’azienda, già biologica dal 2000, era caratterizzata da sole due colture: pesche per la Grande Distribuzione Organizzata e uva da trasformarsi in aceto per i mercati USA.
Dalla fine del 2008 si è proceduti a rimodellare l’ordinamento aziendale iniziando a seguire alcuni dei principi esposti al Tavolo di Lavoro sul Agricoltura avviato dal MDF l’anno scorso.
Sul piano tecnico si è tentato di realizzare un modello di agricoltura di prossimità che si caratterizza per la fornitura a domicilio e sul posto di lavoro, di ortofrutta bio raccolta in giornata, senza ulteriori intermediari coinvolti nella conservazione, nel trasporto e nella distribuzione del prodotto.
Con questo sistema, in media, si riescono ad ottenere prezzi competitivi rispetto al biologico della grande distribuzione organizzata e dei negozi (30-50% in meno), riuscendo spesso ad essere concorrenziali anche con i prodotti da agricoltura convenzionale.
In tal modo il biologico vero non è più un prodotto per un’elite abbiente, ma diviene una base alimentare per tutti (con indubbie ricadute positive sia sull’ambiente che sulla salute delle persone).

Un altro elemento positivo molto importante, emerso da questa esperienza, è l’attuazione della pratica del “dono”, che si è rivelata un valente aiuto economico.
Lo scambio di beni e servizi senza l’intermediazione del denaro ha permesso la nascita di importanti collaborazioni con altre realtà agricole (e non solo) della zona, consentendo ai soggetti coinvolti di trarre più benefici di quanti ne potessero ricevere dal mero scambio di soldi.
Ciò ha consentito all’azienda “decrescente” di non esporsi economicamente per l’acquisto di molti dei mezzi tecnici necessari alla riconversione ed inoltre, attraverso questa pratica, è stato possibile recuperare molti dei gravi errori tecnici e strutturali commessi sin dall’avvio del progetto e viceversa è stato possibile aiutare altre realtà.

Dall’avvio ufficiale delle attività (primi di aprile), è stato registrato un incremento progressivo delle persone interessate a questo tipo di produzione e di distribuzione. Benché la soglia della sostenibilità economica del progetto sia ancora molto lontana e le cose da migliorare ancora tantissime, i segnali di apprezzamento ricevuti fanno ben sperare.

*Associazione Poderi di Romagna