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Amnesty: A Gaza Israele ha compiuto distruzioni “gratuite e deliberate”

di Carlo M. Miele - 03/07/2009

 

Nel corso della sua offensiva nella striscia di Gaza, iniziata il 27 dicembre scorso e terminata 22 giorni dopo, l’esercito israeliano si è abbandonato a "distruzioni gratuite", prendendo di mira anche i civili palestinesi.
Centinaia di persone inermi sono state uccise e le loro case abbattute, in una serie di attacchi che ha violato ogni legge di guerra.

La dura denuncia arriva da Amnesty International, l’autorevole organizzazione per i diritti umani, che oggi ha reso note le conclusioni di un’approfondita indagine sul tema.

"La maggior parte delle distruzioni – si legge nel rapporto di 117 pagine - sono state gratuite e deliberate" e "non erano giustificate da obiettivi militari".

L’organizzazione chiama in causa anche le responsabilità di Hamas, il movimento islamico che controlla Gaza, e il lancio di razzi compiuto dai suoi militanti in territorio israeliano, definito "crimine di guerra"; tuttavia, precisa anche che questi attacchi hanno causato raramente vittime, limitandosi generalmente a suscitare panico tra la popolazione.

“Scudi umani”

Amnesty tiene poi a sottolineare che non sono state trovate prove che i militanti di Hamas abbiano utilizzato dei civili come “scudi umani”, al contrario di quanto affermato più volte dallo Stato ebraico per giustificare l’alto numero di vittime.

Al contrario – si legge nel documento – sono stati i soldati israeliani a servirsi, in più occasioni, di civili palestinesi, compresi bambini, costringendoli a restare in prossimità delle "case che utilizzavano come postazioni militari".

In totale, stando alle fonti palestinesi, nel corso del conflitto di gennaio sono morte 1400 persone, in larga parte civili, compresi circa 300 bambini. Al tempo stesso, 3mila abitazioni sono state distrutte e altre 20mila sono rimaste danneggiate.

L’esercito israeliano, invece, parla di “solo” 1.196 morti, di cui 295 civili.

Secondo Donatella Rovera, la responsabile di Amnesty che ha guidato la ricerca sul campo, "la morte di così tanti bambini e altri civili non può essere liquidata semplicemente come 'danno collaterale’, come sostenuto da Israele".

“L’assenza di un’indagine approfondita da parte di Israele e il suo continuo rifiuto di cooperare con la commissione di inchiesta indipendente delle Nazioni Unite guidata da Richard Goldstone – ha detto sempre Rovera – è la prova della sua intenzione di evitare il giudizio pubblico”.

Il rapporto di Amnesty International