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Deforestare e occupare illegalmente in Amazzonia conviene

di Luca Bernardini - 08/07/2009

 
 
 
 
I condoni non si fanno solo in Italia.
Il presidente brasiliano Luiz Ignácio Lula da Silva ha appena firmato una legge per la “regolarizzazione delle aree invase” in Amazzonia, di fatto una sanatoria per gli occupanti illegali. Stilata ufficialmente a beneficio dei piccoli produttori che sfruttano direttamente le risorse del bosco, per rendere più effettiva la lotta alla deforestazione e porre fine ai conflitti sul possesso della terra, la cosiddetta ‘Medida Provisoria’, fortemente voluta dai “ruralisti” (lo schieramento dei latifondisti), consente ai privati che hanno occupato appezzamenti in Amazzonia prima del 1° Dicembre 2004 di ricevere un titolo di proprietà.

I terreni con un’estensione fino a 100 ettari saranno assegnati senza alcun rimborso da parte degli invasori, per quelle tra i 100 e i 400 ettari sarà sufficiente un pagamento simbolico, mentre quelle tra i 400 e i 1500 ettari saranno pagate a prezzo di mercato.

La legge «punta a regolarizzare le terre a un costo molto basso, promuovendo il modello culturale che vale la pena occupare terra illegalmente. Il proprietario avrà inoltre 30 anni di tempo per pagare il dovuto, una somma che si trasforma di fatto in una sorta di sussidio» secondo Paulo Barreto, ricercatore dell’Istituto dell’uomo e dell’ambiente dell’Amazzonia (Imazom).

Inoltre diverse associazioni ambientaliste hanno promosso una massiccia campagna chiedendo e ottenendo da Lula il veto all’articolo 7 della legge che avrebbe consentito il trasferimento delle terre pubbliche ad aziende private per “esplorazioni indirette”.