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La democrazia non si esporta. Via da Afghanistan, Libano e Balcani: l'occidente è ipocrita

di Luciano Nigro - 27/07/2009

 

Sull`Afghanistanla stragrande maggioranza degli italiani la pensa come Umberto Bossi. Prima o poi il mondo occidentale dovrà fare autocritica perché la democrazia non si esporta e non si impone». E` un Roberto Calderoli di lotta e di governo quello che in una torrida domenica di mezza estate fa da scudo alla grandine di polemiche, dentro il governo e fuori, sul leader del Carroccio che sui soldati italiani ha detto: «Io li riporterei tutti a casa».

Bella baraonda, ministro Calderoli.

Gli altri ministri sono infuriati.

«Eperché? NoidellaLega Nord siamo in linea con il governo. Mai tolto un voto alle missioni decise dalla maggioranza».

Già, ma parlare di ritiro delle truppe alimenta la confusione.

«Quella dí Bossi è una riflessione da papà, ha ragione La Russa.

Dovremo o no valutare ciò che è accaduto in questi anni?».

Di fronte agli attacchi dei terroristi, ammonisce il Pdl, la politica non si divide.

«E infatti non dividiamo niente. Non chiediamo mica di non mantenere gli impegni presi. Ma è possibile, intanto, fare un bilancio dei risultati raggiunti?».

Un cambio di rotta mentre i soldati sotto tiro? Franceschini chiede rispetto per loro.

«In pericolo quei poveretti ci sono perché li mandiamo noi. Subiscono le nostre scelte. E il segretario dei Pd strumentalizza perché ha il congresso».

Anche Brunetta non ci sta. «Ci giochiamo la libertà», protesta.

«Anch`io un tempo ero interventista. Poi ho fatto il meaculpa.

Interroghiamoci: è migliorata la situazione in Afghanistan? Io sono arrivato alla conclusione che c`è una sfasatura temporale».

Sarebbe a dire? «I tempi dell`emancipazione sono diversi. Non ce la fai a costruire la democrazia, il contesto culturale e storico è diverso dal nostro».

Tutti a casa, allora? «Ma no, andiamo fino in fondo. Rispettiamo gli impegni presi. Anche dall`opposizione abbiamo sostenuto interventi militare. L`Europa e l`occidente, però, ripensino la strategia perché non credo che otterremo risultati».

Lascerebbe l`Afghanistan ad Al Qaeda e ai Talebani? «Io mi sono convinto che a foraggiare il terrorismo sono altri, paesi più tranquilli e con le risorse».

Allude all`Arabia Saudita? «Non faccio casi, altrimenti succede un guaio. Ma è più facile sostenere i terroristi per un paese con il petrolio. L`Afghanistan mi sembra come la Somalia, dovesiamo andati epoi siamo scappati. E anche li, vogliamo dirlo che senza le armi dell`occidente sarebbe diverso?».

Fa il pacifista, ministro? «Mi arrabbio quando penso ai tanti casini che abbiamo creato in passato. E all`ipocrisia dell`occidente. Che guerre farebbero senza le nostre armi?» Dunque fermarsi e rientrare? «Andare fino in fondo con gli impegni presi. Ma intanto serve una presa d`atto generale. C`è anche un problema di risorse, no? Siamo in grado di sostenere ulteriori missioni?».

Lei che ne pensa? «Che se nonne abbiamo si torna a casa. Il Libano e i Balcani intanto lasciamoli. E sull`Afghanistan ragioniamo. E` sbagliato lasciare prima delle elezioni. Ma la testa alla gente non la cambi con il voto. E poi è la strada giusta? E` una riflessione di pancia che il paese fa. E in Iraq è stato utile abbattere Saddam? Non era democratico, ma di equilibrio. Forse occorreva un passaggio più graduale, aiutare l`Iraq a liberarsi di Saddam».

Ha visto l`arcobaleno, Calderoli? «Vorrei il coraggio di una discussione.

Anch`io sulla Libia non ero entusiasta. Ma ha avuto ragione Berlusconi, ha pagato».

E intanto in Afghanistan? «Andiamo avanti, fino alla fine. Non illudiamoci, però, che l`intervento sarà risolutivo».

Come dice La Russa quella di Bossi è una riflessione da papà. Ma dovremo valutare o no i risultati raggiunti? Il voto della Lega alle missioni non è mai mancato, ma se un tempo ero interventista ora faccio mea culpa [.]