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Lo status delle città vendute al cemento

di Ivan Mirko Stanislao Tornesi - 03/08/2009

Le città moderne si profilano sempre più come ambienti in cui lo spazio dedicato al verde copre supercifi poco estese. Le sensibilità inespresse di coloro che desiderano vivere in un ambiente sano e in armonia con il territorio naturale trovano larghi consensi sui forum e in qualche manifestazione di piazza, invece che nelle istituzioni politiche.


 

spazi verde città
Spesso nei grandi centri abitati accade che i pochi spazi esistenti, adibiti a verde pubblico o a servizi per la comunità, soffrono di una scarsa manutenzione e, di conseguenza, di una scarsa fruizione da parte della cittadinanza
“Stamattina mi sono svegliato al rumore delle ruspe che estirpano alberi in una campagna vicino casa; probabilmente ci costruiranno palazzi a cinque piani che impediranno ai raggi del sole di penetrare dalle mie finestre, impediranno ai bambini di crescere, di socializzare nel campetto di calcio, incentiveranno quella tendenza alla cementificazione in totale disarmonia con l’ambiente”.

 

Questo è lo status di un giovane cittadino del sud, postato su facebook una mattina e subito commentato da tanti amici, come a confermare l’esistenza di una sensibilità inespressa e spesso non rappresentata dalle istituzioni.

Alessandra commenta ironizzando e subito mi suggerisce di scrivere un articolo a riguardo; Elisabetta esprime la sua ammirazione per l’interesse che ha suscitato questo post; Nency si chiede chi comprerà tutte queste case e manifesta il suo rammarico per la scarsa attenzione delle amministrazioni locali verso l’ istituzione di aree da destinare al verde pubblico e a centri culturali, sportivi e ricreativi per bambini e per anziani.

Questo post e i relativi commenti suonano come una denuncia alle amministrazioni locali e ai loro Prg (Piano Regolatore Generale), laddove emerge la mancanza di un’adeguata pianificazione dei servizi quali impianti sociali, ricreativi, parchi e quant’altro utile alla comunità.

Significativa è la situazione di un quartiere della periferia della città di Messina. Il caso in questione riguarda il campo di calcio di Pistunina, una delle poche strutture del II quartiere della città adibita ad attività sportiva, culturale e ricreativa. Il Prg vigente del comune di Messina classifica quest’area come edificabile e quindi rischia di essere trasformata in un affare edilizio, probabilmente uno dei tanti palazzi destinati ad abitazioni private.

La qualità urbana delle nostre città viene indicata soprattutto in riferimento alla quantità di verde a disposizione; la presenza di verde è direttamente proporzionale alle dimensioni della città.

Spesso nei grandi centri abitati accade che i pochi spazi esistenti, adibiti a verde pubblico o a servizi per la comunità, soffrono di una scarsa manutenzione e, di conseguenza, di una scarsa fruizione da parte della cittadinanza.

A Messina, per esempio, l’ unico grande parco pubblico esistente è Villa Dante, il quale, vivendo da anni uno stato di degrado e di abbandono, è diventato ormai simbolo della cattiva e scarsa attenzione per il verde pubblico.

L’edificazione di grandi palazzi sulle nostre colline e sulle nostre coste è in forte espansione; espropri, variazioni al prg per costruire enormi palazzi con splendidi appartamenti, il tutto con costi esorbitanti. E poi succede che al primo temporale estivo le strade circostanti vengono attraversate da fiumi in piena color fango mescolato a acque fognarie per colpa di impianti idrici inadeguati.

 

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Le costruzioni abusive sulle coste si accompagnano molte volte agli scarichi inquinanti rilasciati in mare, quindi oltre all’abusivismo si registra anche l’inquinamento delle nostre acque
Per non parlare delle nostre coste, sempre più invase dall’abusivismo edilizio: villette per le vacanze, grandi alberghi. Secondo un dossier della Legambiente solo nel 2009 si sono registrate 3.674 infrazioni, sono scattati 1.569 sequestri e 4.697 denunce. Pare che la classifica la guidi una regione del sud, la Campania. Ebbene si, il nostro sud non riesce a sfruttare le bellezze delle sue coste e del paesaggio marino secondo un programma di sviluppo turistico sostenibile. Le costruzioni abusive sulle coste si accompagnano molte volte agli scarichi inquinanti rilasciati in mare, quindi oltre all’abusivismo si registra anche l’inquinamento delle nostre acque.

 

Spesso ci si ferma allo studio, al dossier, alle considerazioni come quelle sui post dei social net-work e mai si interviene con una vera e propria azione organizzata atta a stimolare le istituzioni affinché correggano le proprie politiche.

La manifestazione prevista l’ 8 Agosto 2009 a Messina, vuole invertire questa tendenza. Infatti, oltre a ribadire la posizione di buona parte dei cittadini sul no alla costruzione del Ponte sullo Stretto, si propone di riunire la cittadinanza che è sensibile alle tematiche ambientali e che ritiene che lo sviluppo del proprio territorio vada di pari passo con la difesa e la protezione dell’ambiente che ci circonda. Al quadro descritto prima aggiungiamo quest’altro esempio di cementificazione selvaggia che, pur essendo legalizzata, rischia di derogare i principi di diritto di ogni cittadino di vivere in un ambiente sano. Infatti, possiamo facilmente immaginare che per costruire un’opera simile il prezzo da pagare, a livello di qualità della vita, sarà molto alto.

La velocità con la quale si continuano a edificare palazzi e opere inutili per la comunità è impressionante. Occorre dunque fermarsi per elaborare un piano di sviluppo sostenibile che presti maggiore considerazione ai diritti di tutti i cittadini, piuttosto che agli affari ed interessi dei pochi.