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Mercato Globale?

di Romolo Gobbi - 03/08/2009

  Autore: RomoloGobbi | Data: 30/07/2009 0.40.34
L'importanza del mercato per lo sviluppo dell'economia è sempre stato enfatizzato, sin dall'origine del capitalismo. Oggi si proclama che l'intera economia globale si muove seguendo le leggi di mercato. Né l'una né l'altra affermazione corrispondono a verità. All'origine del capitalismo l'intervento dello Stato nell'economia ha funzionato da propulsore, così come nell'attuale crisi globale senza l'intervento dello Stato le cose sarebbero andate molto peggio. Esistono tuttavia dubbi sia sull'entità degli aiuti, sia sulle scelte degli obiettivi da raggiungere. In un'intervista televisiva, è stato contestato a Ben Bernanche, presidente della Federal Riserve USA, di aver aiutato le banche, invece delle piccole imprese ed egli ha risposto di "essersi turato il naso (...) niente mi ha fatto arrabbiare di più che intervenire per aiutare le imprese responsabili di scommesse selvagge (...) non avevo alternativa perché non farlo avrebbe causato conseguenze terribili per l'economia". Anche le industrie automobilistiche di tutto il mondo sono state aiutate dai vari Stati a superare la crisi di sovrapproduzione, le diseconomie derivanti dall'eccessiva concorrenza. L'intervento dello Stato è determinante anche per l'economia globale; infatti, solo in seguito a trattative diplomatiche tra stati, possono aprirsi possibilità di investimenti all'estero. Basti pensare alla grande trattativa in corso tra Stati Uniti e Cina, che, insieme, si propongono di dirigere l'intera economia mondiale. In effetti, è la Cina che, forte degli 801,5 miliardi di dollari di debito americano nei suoi confronti, pretende di influenzare le scelte economiche degli USA.
Oltre le grandi decisioni internazionali, gli Stati intervengono sistematicamente al di fuori delle leggi di mercato nelle decisioni della spesa pubblica, che soggiacciono alle regole della politica, agli errori ed agli orrori della politica.
Ci sono poi vasti settori dell'economia che solo apparentemente soggiacciono alle regole del mercato, ma che in realtà subiscono influenze che nulla hanno a che fare con la libera concorrenza. Ad esempio, nel 2009 i prezzi dei generi alimentari hanno ripreso a salire, nonostante "tra il 2008 e il 2009 siano stati prodotti 2,3 miliardi di tonnellate di cereali, il raccolto più grande della storia". E' vero che comunque tutta questa produzione non sarebbe sufficiente a sfamare il miliardo e trecentomila di affamati di tutto il mondo, ma questi non possono influire sul rialzo dei prezzi perché la loro è una domanda solo virtuale, visto che non hanno i soldi per comprarsi il cibo. Normalmente si attribuisce l'aumento dei prezzi dei generi alimentari alla speculazione dei mercati della fame, ma per spiegare un fenomeno su scala mondiale, bisognerebbe individuare una organizzazione di specialisti allo stesso livello. In realtà, molte delle fluttuazioni di mercato non hanno una spiegazione razionale, basti pensare all'altalena del prezzo del petrolio o allo stesso andamento delle borse di tutto il mondo.
Nel 1984, per cercare di dare una spiegazione a questi e ad altri fenomeni caotici, venne fondato a Santa Fe, in New Mexico, l'istituto della "Complessità". L'istituto riunisce studiosi di varie discipline, dalla matematica, alla fisica, alle neuroscienze, alla biologia molecolare, all'economia, alla storia. Questi studiosi, alcuni dei quali premi Nobel, cercano con un approccio interdisciplinare di scoprire le "leggi elementari sottese ad eventi eterogenei e apparentemente inspiegabili, quali la decadenza di civiltà progredite, l'estinzione di massa dei dinosauri, il crollo della Borsa del lunedì nero del 1987, la formazione di organi sofisticati come l'occhio e il cervello, la genesi di una galassia, via via sino all'ultimo dei misteri, l'origine della vita, a partire dal "brodo" primordiale di singole molecole". Tra i principali finanziatori dell'istituto di Santa Fe vi sono banchieri ed istituti finanziari interessati all'elaborazione di un modello del mercato azionario, il cui andamento caotico è tuttora inspiegabile, basti pensare che in piena crisi questo continua allegramente (perché alla chiusura di Wall Street battono le mani?) a fare e disfare affari. E' vero che in Borsa se si acquistano certe azioni il loro prezzo sale, ovvero se si vendono il prezzo scende, ma a quale livello di acquisti e di vendite scatta il meccanismo del rialzo o del ribasso? Anche in questo caso a decidere non sono le leggi di mercato, ma la psicologia degli esperti in borsa: "gli agenti avevano scoperto una forma primitiva di analisi tecnica. In altri termini, erano giunti alla convinzione che se il prezzo fosse aumentato abbastanza, avrebbe continuato a salire".
Quale delle decisioni economiche e politiche sfuggono alle leggi di mercato e invece vengono prese in base alle "convinzioni"?