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A chi conviene destabilizzare l'Ossezia?

di Dmitri Babitch - 02/09/2009

 
 


Un'esplosione ha avuto luogo mercoledì a Tskhinvali: qualcuno ha ovviamente tentato di rovinare i festeggiamenti nella capitale sud-osseta. Il Paese celebrava l'anniversario del riconoscimento della repubblica da parte della Russia, come anche il lancio del gasdotto Dzouarikaou-Tskhinvali.
Questo tubo, uno dei più elevati del mondo (attraversa le regioni di alta montagna), è destinato a fornire gas in tutta l'Ossezia meridionale eliminando la sua dipendenza dagli approvvigionamenti di gas georgiano e permetterà di creare nuova occupazione nel paese. Il gas georgiano era recentemente trasportato a Tskhinvali ad una pressione molto bassa (0,6 atmosfere invece di 5 atmosfere). Tbilissi desiderava privare la repubblica di qualsiasi combustibile, ma il gas destinato ai villaggi georgiani situati vicino a Tskhinvali passava dal centro di distribuzione della capitale sud-osseta. È per questo che la Georgia concedeva alla repubblica determinati volumi di idrocarburi. Ciò smentisce indirettamente le dichiarazioni di Tbilissi sulla fuga della totalità dei georgiani dal territorio dell'Ossezia meridionale. Per di più, il servizio russo di protezione delle frontiere afferma che quasi 6.000 profughi georgiani sono ritornati nella repubblica in seguito alla stabilizzazione relativa della situazione nella regione frontaliera. Tuttavia, i volumi di gas fornito dalle autorità georgiane non garantivano il funzionamento normale dell'industria sud-osseta e non bastavano neppure a soddisfare le necessità degli abitanti della repubblica.
Chi ha voluto rovinare la festa? Le ipotesi sono numerose. Le forze del ministero sud-osseto dell'interno sono state istruite per eventuali provocazioni e sabotaggi provenienti dalla frontiera georgiana. Tutti si ricordano dei numerosi spari, esplosioni ed atti di sovversione che hanno preceduto l'anno scorso, l'8 agosto 2008, l'invasione delle truppe georgiane. Alcuni esperti notano anche segnali d'instabilità all'interno della repubblica. Si sa molto bene che i partiti che si oppongono al presidente Edouard Kokoïty hanno ottenuto risultati molto deboli alle elezioni legislative del 31 maggio. Privata dei mezzi legali per esprimere il suo disaccordo in Parlamento, l'opposizione potrebbe tentare azioni violente nelle strade? “No„, ritiene Raouf Verdiev, copresidente del congresso russo dei popoli del Caucaso ed autore del libro “Le particolarità dell’Ossezia contemporanea„. Spiega la sua opinione nel modo seguente: “Le repubbliche dell'Ossezia meridionale e dell'Abhasia sono giovani paesi in stato di gestazione. Questo processo si svolge senza opposizione, è per questo che quest’ultima è praticamente inesistente„. Ricordiamo tuttavia che le elezioni legislative hanno riunito in maggio forze politiche importanti. Accusando M.Kokoïty di lentezze nella ricostruzione delle 650 case rase al suolo dalle truppe di Saakachvili, il partito Fydybasta (patria) sembrava acquistare popolarità.
Il partito popolare, non ammesso a partecipare alle elezioni e divisosi in seguito “ad un putsch„ interno, godeva del sostegno di Albert Djoussoïev, uomo del giorno, capo della società Stroïprogress che è stato il direttore dei lavori del gasdotto Dzouarikaou-Tskhinvali. M.Djoussoïev si è apertamente opposto alla nomina di Vadim Brovtsev, ex Direttore generale della società russa di costruzioni Vermikoulit, al posto del primo ministro della repubblica.
Inoltre, quest'opposizione era leale verso la Russia: il Cremlino non poteva, secondo Albert Djoussoïev, approvare la candidatura di M.Brovtsev. Tutto ciò rappresenta delle divergenze normali tra leader potenti che restano nel quadro di processi democratici, benché la guerra e la propagazione successiva della cultura politica russa sul territorio dell'Ossezia meridionale abbiano naturalmente rafforzato il partito al potere di Edouard Kokoïty. Né la Russia, né l'Ossezia meridionale sono in grado di influire sul regime di Mikhaïl Saakachvili per prevenire le sue provocazioni armate seguite da una massiccia campagna d’informazione in occidente che mira ad attribuire a Mosca la responsabilità di queste pratiche. I contribuenti russi già hanno tuttavia accordato all'Ossezia meridionale un sostegno di 10 miliardi di rubli (317 milioni di dollari): 1,5 miliardi nel 2008 e 8,5 miliardi nel 2009. In cambio, la Russia ha diritto ad esigere dalla repubblica almeno la stabilità politica necessaria all'utilizzo ragionevole di questi fondi. E le procedure democratiche costituiscono il mezzo più affidabile per ottenere una vera stabilità politica. La Russia non potrà dunque accettare una situazione nella quale la squadra “di un leader potente„ ignori gli impegni presi dalla squadra del leader precedente senza rendere conto dei fondi utilizzati e cerca di piazzare i suoi uomini in tutti i posti importanti.
Le autorità sud-ossete devono restare fedeli al piano di sviluppo nazionale, esposto nell'articolo dei presidenti Edouard Kokoïty e Sergueï Bagapch pubblicato dal Guardian: “Nel corso degli ultimi due decenni, i nostri paesi si sono assiduamente impegnati ad occupare un posto degno nella Comunità delle nazioni con l’aiuto dello sviluppo, dell’edificazione e della costruzione della società civile, incoraggiando la libertà di stampa e l'organizzazione di elezioni competitive che permettano ai nostri cittadini di scegliere i loro capi. E non si può dire la stessa cosa della Georgia, i cui ultimi due leader sono arrivati al potere grazie alle rivoluzioni„. Non basta essere fieri di tali realizzazioni, occorre anche sostenerle.


Traduzione di G.P.


Fonte Ria Novosti