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Senza ipocrisia

di Gianfranco La Grassa - 17/09/2009

Senza alcuna ipocrisia, esprimo – ma credo che potrei usare il noi – effettiva costernazione per
la morte di sei soldati italiani. Non sono fra quelli che si mette a gridare evviva se vengono uccisi
quelli che in fondo sono “in casa d’altri”. Nemmeno mi metto a discettare sul fatto che hanno accettato
quella missione, che erano pagati per farlo, ecc. Il fatto mi addolora, punto e basta. Tuttavia,
considero vergognoso il Ministro La Russa che grida vigliacchi agli attentatori talebani. Certo, La
Russa è senz’altro tra quelli che considerano vigliacchi, e anche criminali, gli attentatori di via Rasella.
Io però no, non li reputo tali, bensì patrioti e resistenti! E non tratto dunque da vigliacchi i talebani
che combattono in casa loro contro eserciti venuti ad occuparli; per di più, salvo quello statunitense,
senza nessun interesse proprio da difendere, solo perché così pretendono gli Usa. Quando
l’Urss invase l’Afghanistan, fu tutto un coro contro gli aggressori, contro i crimini che commettevano.
Ora gli Stati Uniti (nati dal genocidio di un intero popolo di nativi) hanno invaso il paese esattamente
come fece l’Urss di allora; e le stragi di civili – tre solo negli ultimi due-tre mesi, del tutto
documentate e che hanno sollevato la protesta perfino di Karzai – non fanno gridare a nessun nostro
ministro, tanto meno agli aggressori americani, “vigliacchi!”. D’altra parte, i bombardamenti a tappeto
con totale distruzione di città, le atomiche scagliate per cancellare Hiroshima e Nagasaki in una
vera orgia di pura criminalità, stanno a dimostrare da che parte stanno i “vigliacchi”.
Non però i soldati, non quelli che devono sempre obbedire; sono i mandanti i vigliacchi, quelli
che siedono sulle poltrone del comando, a migliaia di Km. da dove inviano poveri giovani a crepare
in una guerra ingiusta, di aggressione; e per conto di uno straniero, che sta tentando in tutti i modi di
buttare a terra il nostro governo per preservare i suoi interessi energetici contro i competitori che
fanno meglio, che vincono sul piano delle tanto decantate “leggi del mercato” (sempre ovviamente
sorrette dall’azione politica, se si vuol smettere di fare gli ipocriti). Che sia o meno accettato, manifesto
vero cordoglio per le vittime e vicinanza a chi è stato colpito così duramente nei suoi affetti.
Nemmeno mi metto adesso a gridare “via dall’Afghanistan”, perché mi confonderei con coloro che
appoggiano di fatto forze eversive in sempre più accesa aggressione, con metodi bugiardi e vili, alla
nostra politica estera, facendo magari finta di essere pacifisti. Sono gli “antimperialisti” che firmano
per le rivoluzioni “colorate”, che vogliono l’Italia in ginocchio davanti agli interessi (petroliferi ma
non solo) degli Stati Uniti.
Dico soltanto che, nel mentre mi unisco al dolore di un paese per le vite stroncate di poveri giovani,
non smetterò (non smetteremo) di mettere in luce le nefandezze degli Usa e le connivenze di
coloro che, in Italia, scaldano comodamente certe poltrone, gridando “vigliacchi” a quelli che resistono
ad un’aggressione condotta in casa loro nel mentre si tengono a debita distanza da dove si
muore. Vadano a combattere invece di intrallazzare e condurre oscure manovre per danneggiare anche
i nostri interessi economici in sede internazionale. Il tutto per far piacere ai loro “padroni”, industria
e finanza italiane quali mignatte succhiatrici del corpo (produttivo) della nazione che, per
essere aiutate in questo saccheggio, si mettono alle dipendenze di una potenza straniera.
Nessuna difficoltà ad unirci a chi proferisce, senza urla isteriche: pieno riconoscimento ai nostri
soldati caduti. Solo disprezzo invece per una minoranza costituita dal ceto politico, giornalistico e
affini, assieme ai loro padroni di riferimento: ben precise imprese industriali e finanziarie, asservite,
per loro interessi da sanguisughe, a gruppi dominanti americani. Così sia!