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Ahmadinejad denuncia le “politiche inumane” di Israele, e io non mi scandalizzo

di Alessandra Colla - 24/09/2009

A quanto pare, stanotte all’Assemblea generale dell’Onu il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha detto fuori dai denti quello che molti pensano di Israele, e cioè che l’entità sionista è responsabile di «politiche inumane contro i palestinesi».
L’indignazione per questo fatto sarebbe stata tale e tanta da far uscire precipitosamente dall’aula i rappresentanti di Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Canada, Nuova Zelanda, Polonia, Danimarca, Lituania, Olanda e Slovacchia. Al loro posto, invece, sono rimasti la Svezia (presidente semestrale di turno), la Spagna, il Portogallo e la Finlandia — mi chiedo se nella prossima lista degli Stati-canaglia ci sarà un posticino anche per loro.

Nell’aula semivuota, il presidente Ahmadinejad non è stato tenero nemmeno con gli Stati Uniti, puntando il dito anche contro il sostegno americano alla politica israeliana: «Il regime del capitalismo sfrenato, che è iniquo in sé, è in un vicolo cieco e non riesce a muoversi. È venuta la fine per coloro che decidono che cosa sono la democrazia e la libertà, e fissano standard che loro stessi sono i primi a violare. Essi non potranno più essere giudici e boia. […] Come è possibile che i crimini commessi dagli occupanti [israeliani] contro donne e bambini indifesi, e la distruzione delle loro case, delle loro fattorie, dei loro ospedali e delle loro scuole, sia sostenuta indiscriminatamente da certi governi che allo stesso tempo sottopongono gli oppressi a un blocco che nega loro i bisogni fondamentali, come il cibo, l’acqua e le medicine, e porta al genocidio?».

Sembra che di queste parole ci si debba scandalizzare, se davvero si è gente per bene. Si vede che io sono per male, giacché proprio non ci riesco. Mea culpa.